L'uso degli antimicrobici e la minaccia della resistenza agli antimicrobici ha posto in rilievo la necessità di ridurre l'uso di questi nella produzione suinicola. Però per ridurre la necessità dell'uso degli antimicrobici, si rende necessario migliorare la prevenzione delle malattie.
Questo studio ha avuto come obiettivo valutare le possibili associazioni tra il livello di biosicurezza, l'uso degli antimicrobici e le caratteristiche produttive degli allevamenti con il fine di chiarire quali sono le migliori pratiche per raggiungere il minimo uso di antimicrobici e massimizzare la sanità e la produttività.
Per ottenere questo, tra dicembre 2012 e dicembre 2013, si realizzò uno studio trasversale in 227 allevamenti di suini a ciclo chiuso del Belgio, Francia, Germania e Svezia.
I risultati mostrarono che un maggior uso di antimicrobici nelle scrofe tende ad associarsi con un maggior uso dalla nascita fino al macello. L'uso degli antimicrobici dalla nascita fino al macello si associò positivamente con il numero di vaccinati contro i patogeni. Un ritmo di parto più corto ed una minor età allo svezzamento tendeva anch'esso ad associarsi ad un maggior uso di antimicrobici dalla nascita fino alla macellazione, mentre un incremento della biosicurezza esterna si correlava con un minor uso.
Le pratiche manageriali come l'età allo svezzamento o le misure di biosicurezza si presentano come fattori importanti che indirettamente influenzano l'uso degli antimicrobici, ed è per questo che gli Autori dello studio, promuovono un approccio olistico per valutare la possibilità di ridurre la necessità di trattamenti antimicrobici.
Merel Postma, et al. Evaluation of the relationship between the biosecurity status, production parameters, herd characteristics and antimicrobial usage in farrow-to-finish pig production in four EU countries. Porcine Health Management 20162:9. DOI: 10.1186/s40813-016-0028-z