Le tecnologie di controllo per inattivare efficacemente i virus aerodispersi sono necessarie durante la pandemia di SARS-CoV-2 in corso e per proteggersi dalle malattie trasmesse per via aerogena. Dimostriamo che i reattori a flusso UV – C sigillati che funzionano con flussi vicino a 253 ± 1 nm di 13,9–49,6 mJ cm – 2 inattivano efficacemente i coronavirus in un aerosol.
Per le misurazioni, il coronavirus respiratorio suino (PRCV Porcine Respiratory CoronaVirus) è stato nebulizzato in una galleria d'aria di 3,86 m costruita su misura, ospitata in una struttura di classe II come livello di biosicurezza. La riduzione log10 a passaggio singolo del coronavirus attivo è stata superiore a 2,2 a una portata di 2439 L min – 1 (13,9 mJ cm – 2) e superiore a 3,7 (efficienza di rimozione del 99,98%) a 684 L min – 1 (49,6 mJ cm – 2). Poiché i titoli dei virus risultanti dal campionamento a valle del reattore UV-C erano inferiori al limite di rilevamento, la vera riduzione del log è probabilmente anche superiore a quella misurata.
Il confronto dei risultati della titolazione del virus con la PCR quantitativa della trascrittasi inversa e la misurazione delle concentrazioni di fluoresceina (marcatore nell'aerosol nebulizzato) rivela che la riduzione del PRCV vitale è principalmente dovuta all'inattivazione basata sui raggi UV-C, al contrario della raccolta fisica del virus. I risultati confermano che i reattori a flusso UV-C possono inattivare in modo efficiente i coronavirus mediante l'incorporazione nei condotti HVAC o nei purificatori d'aria di ricircolo.
Greater than 3-Log Reduction in Viable Coronavirus Aerosol Concentration in Ducted Ultraviolet-C (UV–C) Systems Yuechen Qiao, My Yang, Ian A. Marabella, Devin A. J. McGee, Hamada Aboubakr, Sagar Goyal, Christopher J. Hogan Jr, Bernard A. Olson*, and Montserrat Torremorell