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Agenti infettivi identificati nei feti suini abortiti, la visione dal campo di Enric Marco...

Questo studio ha determinato la presenza di patogeni che causano aborti, a partire da un numero elevato di feti abortiti che erano stati inviati da scrofaie di una regione ad alta densità di suini del nord dell'Italia...Lo studio ha valutato 1.625 feti di 549 scrofe di 140 allevamenti convenzionali che erano stati inviati ad un laboratorio diagnostico del nord Italia durante un periodo di 3 anni...

28 Novembre 2016
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Articolo

Cristian Salogni et al. Infectious agents identified in aborted swine foetuses in a high-density breeding area: a three-year study. Journal of Veterinary Diagnostic Investigation, 28 (5), pp. 550-554

 

Cosa si studia?

Questo studio ha determinato la presenza di patogeni che causano aborti, a partire da un numero elevato di feti abortiti che erano stati inviati da scrofaie di una regione ad alta densità di suini del nord dell'Italia.

 

Come si studia?

Lo studio ha valutato 1.625 feti di 549 scrofe di 140 allevamenti convenzionali che erano stati inviati ad un laboratorio diagnostico del nord Italia durante un periodo di 3 anni (2011 a 2013) per le ricerche di perdite riproduttive. In tutti i feti vennero cercati PCV2 e PRRSv mediante rtPCR; Aujeszky, parvovirus, enterovirus, PSC e virus dell'encefalomiocardite mediante isolamento, ed anticorpi nei confronti dell'Aujeszky e parvovirus mediante ELISA competitivo. Vennero isolati ed identificati batteri dall'encefalo, polmoni e fegato da tutti i feti mediante colture su agar. Non vennero effettuate analisi per Leptospira spp. a causa dell'estrema difficoltà per raggiungere una identificazione affidabile.

 

Quali sono i risultati?

I campioni dell'autunno (28,2 %) e dell'inverno (35,5 %) erano sovrarappresentati senza poterli associare ad alcuno dei patogeni rilevati in maniera specifica. La maggior parte dei campioni (71 %) provenivano da aborti che erano successi durante la seconda metà della gravidanza. In 323 dei 549 casi investigati (58,8 %) vennero rilevati come minimo un agente eziologico. Nel 30 % di detti casi si isolò più di un patogeno. Nei 323 casi positivi gli agenti rilevati più spesso erano PCV2 e PRRSv: PCV2 138, PRRSv 108, E. coli 64, Strep sp. 63, parvovirus 20, Aujeszky 6, Staphylococcus sp. 5, virus dell'encefalomiocardite 3, Pasteurella sp. 3, Shigella sp. 1 e Yersinia sp. 1 volta. Non si rilevò nè PSC nè enterovirus.

 

Che conclusioni si traggono da questo lavoro?

Molte infezioni sono simultanee, anche se ristrette ad un piccolo numero di patogeni. Il fatto che tanto il PRRSv come il PCV2 si trovano più comunemente, indica che questi due patogeni erano molto diffusi in questi allevamenti. La loro presenza può indicare che, o non sono controllati (PRRS), o che il loro impatto nelle riproduttrici è sottovalutato (PCV2). La vaccinazione nei confronti del PCV2 si utilizza poco in questa regione. Al contrario, la bassa rilevazione del parvovirus e dell'Aujeszky sicuramente sta correlata con una vaccinazione regolare ed efficace. L'autore insiste sull'importanza di un protocollo che garantisca una raccolta consistente dei campioni per poter ottenere risultati affidabili nei casi di aborti e quando si fanno investigazioni sulle perdite riproduttive, La maggior parte dei campioni inviati erano prelevati durante la seconda metà della gravidanza. Questo può essere correlato con il fatto che i feti che muoiono durante il primo e secondo mese di gravidanza sono riassorbiti o sono piccoli, pertanto non sono disponibili per la loro analisi. Infine, le investigazioni sanitarie come quelle descritte in questo articolo sono utili per prendere decisioni sulle misure di management da adottare per controllare le perdite riproduttive.

 

Enric MarcoLa visione dal campo di Enric Marco

Uno dei problemi più difficili da diagnosticare nella clinica dei suini sono gli aborti. In molti casi, quando vediamo gli aborti la causa non è più presente, pertanto la diagnosi è impossibile. Alcuni studi mettono la percentuale di aborti che vengono lasciati senza una diagnosi in più del 60%.

Il presente lavoro ci può aiutare a tentare di ridurre la frequenza o l'impatto degli stessi. Dopo una vasta ricerca ci vengono offerti dati interessanti. La maggior parte dei casi di aborti avvengono durante i mesi freddi, indipendentemente da quale sia la loro causa. Che i problemi appaiano con maggior frequenza nei mesi freddi, ci dà una indicazione che probabilmente gli alloggiamenti, nei quali ci sono le scrofe gravide, non riescono ad isolare sufficientemente l'ambiente interno da quello esterno. Lo stress termico può influenzare negativamente sulla risposta immunitaria dei suini ponendoli in uno stato di maggior vulnerabilità durante la gestazione. Di conseguenza, il miglioramento delle condizioni degli alloggiamenti delle gestazioni dovrebbero essere una priorità in quei allevamenti con problemi riproduttivi durante i mesi freddi. Probabilmente, in questi casi, un aumento della quantità di mangime giornaliero somministrato, metterebbe le scrofe gestanti in una situazione più favorevole che permetterebbe loro di ridurre l'impatto negativo di un ambiente freddo.

Il grafico circolare rappresenta la % di aborti nella prima e seconda parte di gestazione, rispettivamente. Il grafico a barre, rappresenta la stagionalità degli aborti.
Il grafico circolare rappresenta la % di aborti nella prima e seconda parte di gestazione, rispettivamente. Il grafico a barre, rappresenta la stagionalità degli aborti.

Da questo lavoro si apprende che, tra le cause infettive degli aborti, la Circovirosi suina (PCV-2) e la Sindrome Respiratoria e Riproduttiva dei Suini (PRRS) sono i più frequenti. Evidentemente con questi risultati l'implementare un miglior controllo di entrambe le malattie nel parco riproduttori dovrebbe essere una priorità nelle zone ad alta densità di suini(come quella dello studio). Per quello che riguarda la Circovirosi suina, la vaccinazione è molto diffusa nei suinetti, ma tuttavia sono pochi gli allevamenti che vaccinano le scrofe, e quando lo fanno non è mai pensando alla riduzione dei problemi riproduttivi, ma sempre per ridurre i problemi osservati nelle fasi di accrescimento dei suinetti. Forse un maggior uso della vaccinazione nei confronti del PCV2 nei riproduttori ridurrebbe la frequenza nel rilevare questo agente eziologico rilevato negli aborti. Per ridurre la frequenza di diagnosi del virus della PRRS nei casi di aborto, le misure che si dovrebbero adottare sono più complesse dato che si dovrebbe includere una vaccinazione efficace dei riproduttori, il miglioramento della biosicurezza degli allevamenti per evitare l'entrata di nuovi ceppi virali e l'applicazione di misure di management orientate a ridurre le circolazioni virali che avvengono in quelle che denominiamo "zone calde": rimonta e zone del post-svezzamento...

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