Anche se molti di noi abbiamo approfittato del periodo per fare un pò di ferie, il mercato di agosto invece non ha riposato un minuto. Riassumento: il 12 di agosto, con la pubblicazione del rapporto WASDE del Dipartimento dell'Agricoltura degli USA, il mercato ci ha regalato una correzione importante. Il ribasso ha permesso di coprire gli stocks di soia, che è arrivata al prezzo di 345 €/Tm per settembre-dicembre 2015. Giorni dopo, sono arrivati i dati relativi al frumento. Abbiamo iniziato a sentire quotazioni a circa 180 €/Tm per le posizioni di settembre-dicembre 2015. Poco a poco, la pressione di vendita si stabilì nei mercati, il che ha portato i prezzi del frumento a scendere ancora fino a 176-175 €/Tm per le posizioni gennaio-maggio 2016. Il panorama macroeconomico ha concluso per consolidare i prezzi al ribasso. La paura del rallentamento dell'economia in Cina, ha provocato l'entrata in scena dei fondi sulle commodities (anche con un lunedi nero delle borse per paura di un crash gigantesco delle borse asiatiche, nonostanti gli sforzi dei governi per frenare la "sangria" del mercato con la svalutazione dello yan). Non dimentichiamo, che la Cina è un grande paese consumatore di commodities a livello mondiale, e qualsiasi dubbio sulla salute della sua economia, influenza direttamente i prezzi delle materie prime. In questo scenario, la soia ci ha dato un'altra opportunità il 24 agosto, ma questa sì, l'opportunità è durata poco più di mezz'ora (il dollaro passò da 1,15 a 1,17 per tornare a 1,155). Questa volta le operazioni per la soia si sono chiuse per tutto il 2016 a 337-335 €/Tm, il minimo storico che abbiamo visto per il momento per l'anno prossimo (una nota: 24 ore più tardi, questa stessa posizione finiva con la soia a 344 €/Tm, è evidente che la volatilità di questa merce è assicurata). Ugualmente sono tornati a ripetersi i livelli di 345 €/Tm per settembre - dicembre 2016.
Nella mia azienda, con la mia equipe, abbiamo dedicato moltissime ore a discutere dove sarebbe andato il mercato: sono rare le volte in cui siamo tutti d'accordo su un punto di vista, ma la cosa chiara è che gli "acquisti a giornata" portano solamente a prezzi elevati e rende sensibile ai vai e vieni del mercato. I prezzi che si osservano nel corso di alcuni anni, le punte più basse di prezzo della campagna, sono sempre un'opportunità di compra, dicono quel che dicono i fondamentalisti, ma o la moneta o i fondi. Per cui, chiudere la soia a lungo termine a questi livelli è moltissimo interessante.
Il mais continua a non essere competitivo. Non è stato coinvolto nella previsione di vendita che hanno avuto il frumento o la soia, o almeno non lo ha fatto nella stessa misura. Si sono sentiti prezzi all'incirca di 168-169 €/Tm per le posizioni di novembre-gennaio/2016, però lo “spread” con il prezzo del frumento (circa 5-7 €/Tm) continua senza esserlo realmente a tutti gli occhi degli acquirenti. Con tutti i porti pieni di mais e con il raccolto alle porte, i produttori si aspettano che a breve ci siano prezzi migliori, quello che si starà a vedere è chi romperà per primo il prezzo al ribasso: l'importatore? il mercato venditore francese (finora scomparso o quasi) o quello spagnolo?. Il fatto di avere sentito molto che il raccolto europeo sarebbe stato ridotto, sopratutto quello francese, dovuto alle temperature elevate del mese di luglio, c'è sempre la pressione del raccolto alle porte che porta al ribasso. Per cui, il mio consiglio è aspettare un pò che inizi la pressione delle vendite per poter chiudere le posizioni di novembre 2015/gennaio 2016 , così come per il lungo termine (non dimentichiamoci che si era potuto chiudere il mais per tutto il 2016 a circa 174-175 €/Tm). Il mais dovrà cercare il suo sbocco nel consumo, quindi si dovrà aspettare.
L'orzo continua ad essere assente, senza offerte interessanti con domanda quasi nulla. Anche se proseguono offerte di segale a 162-161 €/Tm per posizioni di ottobre a dicembre/2015 che dovrebbero fare pressione sull'orzo, questo "ballo", di nuovo la stessa musica quest'anno.
La colza ed il griasole rimangono fuori dal mercato a prezzi non compettitivi, anche se la colza ha subìto un importante calo di prezzo (posizioni disponibili, si era potuto acquistare a 253 €/Tm), ma gli acquirenti sono più predisposti a comprare la farina di soia. Anche se è sicuro che il raccolto di colza è parecchio scarso ed i mulini abbiano pagato la semente molto cara, la farina di colza per il momento è fuori dai giochi per i mangimifici, così si spera di vedere cosa succederà nei prossimi mesi...
Mercoledì 2 settembre 2015