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Alcune considerazioni sul virus della PED (1/2): una retrospettiva del PEDv in Europa

L'autore si domanda se il virus americano attuale è più virulento del ceppo CV777 isolato in Europa nel 1977 o se la malattia è più devastante oggi rispetto agli anni 70 in Europa.

La comparsa del PEDv per la prima volta negli USA nel 2013 ha provocato danni ingenti a causa della mortalità dei suinetti. Questo ha portato ad un enormità di studi scientifici sul virus, sulla sua patogenicità, diffusione, ecc. Questo ha reso disponibili molti punti di vista utili, ma a volta con un tono speculativo. Domanda: il virus americano è più virulento rispetto al ceppo CV777 isolato in Europa nei suinetti malati del 1977? La malattia è più devastante oggi rispetto agli anni 70 in Europa? Con troppa frequenza, le analisi genomiche portano a identificare alcuni isolati come “varianti a maggior patogenicità” e ad estrarre conclusioni precipitate sui dati di sequenziamento, a scapito degli studi sperimentali comparativi di inoculazioni dei suini.

L'autore di questo articolo è stato direttamente coinvolto con la PED in Europa agli inizi degli anni 70 e il suo gruppo ha isolato per la prima volta il PEDv (ceppo di riferimento CV777). Da un altro lato, può essere interessante realizzare alcune considerazioni e tornare ad alcuni fatti del passato che a volta ci si dimentica.

En 1971, un veterinario (Oldham) escribió en un diario británico “Pig farming supplement”, un breve artículo titulado "cómo empezó todo".

Nel 1971, un veterinario (Oldham) aveva scritto su una rivista inglese, “Pig farming supplement”, un breve articolo intitolato "Come tutto è comminciato". In questo articolo si descriveva una nuova sindrome diarroica negli allevamenti britanici, caratterizzata da diarrea acuta in suini in accrescimento, in ingrasso e nelle scrofe, mentre non colpiva i suinetti piccoli. La sindrome fu denominata TOO, che sta per "l'altro", dall'inglese the other one, riferendosi alla similitudine clinica con la gastroenterite trasmissibile (TGE), ma che non colpiva i suinetti. La diagnosi di laboratorio del TGEv, causa comune di diarrea virale in quel momento, era sempre negativo. Rapidamente il TOO passò a chiamarsi “diarrea epidemica”. Questa diarrea epidemica rapidamente si diffuse nel continente europeo e a principio degli anni 70, si osservò in Belgio. Negli allevamenti belga, il quadro clinico fu similare a quello britannico. Una volta che compariva in un allevamento, la diarrea si diffondeva velocemente, su tutta la popolazione dei suini all'ingrasso. La diffusione nelle scrofe era più lenta e i suinetti non si ammalavano. Era evidente osservare che le scrofe lattanti mostravano diarrea grave mentre i suinetti rimanevano sani e pativano solamente di un calo temporaneo della produzione di latte delle scrofe. Le perdite negli allevamenti colpiti erano minime e l'episodio era autolimitante. In Belgio si osservò una caratteristica aggiuntiva con la morte improvvisa di suini in ingrasso, con mortalità che raggiungeva il  3%. Questi suini morti avevano la “sindrome dello stress suino”, molto comune nelle razze Landrace belga e Pietran di allora.

Si ipotizzò che la causa di questa nuova diarrea epidemica fosse di origine virale, dato che i trattamenti antibiotici non sortivano effetto, e tutti i tentativi di isolare il virus in colture cellulari erano falliti. Inoltre in base agli esami sierologici, il TGEv era sistematicamente escluso come causa. Non è mai stata scoperta la causa del "nuovo" virus agli inizi degli anni 70, però fu considerato che avesse fatto un "salto" da un altra specie animale, come spesso accade con i coronavirus.

Questo quadro clinico cambiò improvvisamente a metà degli anni 70 man mano che i suinetti iniziarono ad ammalarsi con diarrea. In allora la malattia era completamente uguale alla TGE dato che i suinetti si ammalavano nei primi 2 giorni di vita. La mortalità dei suini, anche se con variazioni da allevamento ad allevamento, raggiungeva fino ad un 90% dei suini infetti con età inferiore a 6 giorni, con una media del 50%. A quei tempi la malattia si chiamava “diarrea epidemica suina” e ad un tratto sollevò molta attenzione non solo dal punto di vista pratico ma anche dal punto di vista scientifico.

I tentativi di isolare il virus si intensificarono e la malattia è stata riprodotta sperimentalmente con suini esposti al ceppo denominato CV777. Il coronavirus causale fu visualizzato al microscopio elettronico e al microsopio immunoelettronico, mostrandosi diverso dagli altri coronavirus suini conosciuti fino a quell'instante: TGE e il virus dell'encefalite emagglutinante.

Logicamente, non esistevano le analisi genomiche tra il ceppo TOO e il ceppo CV777, ma era chiaro che il virus iniziale aveva subìto una variazione genetica, dando luogo ad una maggior capacità infettante per le cellule intestinali dei suinetti. Gli studi di patogenicità nei suini del ceppo CV777 utilizzando la tintura immunofluorescente hanno dimostrato una notevole similitudine con la pagotenicità del TGEv.

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