Introduzione
Le scrofe iperprolifiche si caratterizzano per l'aumento del numero dei nati, maggiore disomogeneità dei pesi alla nascita, maggiore dimensione corporale, più massa muscolare e minor propensione al consumo...
Queste caratteristiche ci obbligano a revisionare i fabbisogni nutrizionali e le strategie di alimentazione durante la gestazione. La maggior parte dei fabbisogni sono necessari per il mantenimento e l'accrescimento della scrofa, una minima parte per lo sviluppo dei feti.
Durante la prima fase di gestazione l'alimentazione deve essere volta a:
- Recupero della condizione corporale persa nella lattazione precedente.
- Massimizzare la sopravvivenza embrionale.
- Assicurare un buon sviluppo placentario.
Recupero della condizione corporale
E' importante stimare la condizione corporale delle scrofe. Il modo ideale è la pesatura allo svezzamento, ma la maggior parte degli allevamenti non ha le strutture o strumenti per farlo, quindi, misurare lo spessore del grasso dorsale al punto P2 ci dà una idea approssimativa dello stato delle scrofe.
Una volta stimata la condizione corporale, si applicano differenti curve di alimentazione a seconda del N° di parto e lo stato corporale. Alla fine di questa prima fase le scrofe devono presentare una condizione corporale adeguata ed omogenea per proseguire con una curva alimentare che dipenda unicamente dal numero di parto della scrofa.
Massimizzare la sopravvivenza embrionale
Anche se la bibliografia recente non indichi che alti livelli di alimentazioni in fase precoce non hanno effetti negativi sulla prolificità delle scrofette (dati australiani di Langendijk, 2015), ma suggeriscono che possano influenzare la sopravvivenza embrionale nei primi 3 -4 giorni post-inseminazione. Se le scrofe vengono sovralimentate durante questi primi giorni, la quantità di progesterone che passa alla circolazione sistemica e che viene distrutto nel fegato, è superiore alla quantità che circola direttamente dalle ovaie alle corna uterine. Passati questi primi giorni, l'aumento dell'alimentazione favorisce il passaggio diretto del progesterone dalle ovaie alle corna uterina, essendo superiore in quantità a quella distrutta a livello sistemico dal fegato; aiutando il mantenimento della gestazione e della sopravvivenza embrionale.
Per cui, daremo la quantità necessaria per recuperare le scrofe durante i primi 28 giorni, ma nel caso delle scrofette, si consiglia una quantità inferiore di alimento nei primi 3-4 giorni dopo la copertura.
Favorire lo sviluppo della placenta
Una volta impiantati gli embrioni, all'incirca dal 14° giorno, i fattori limitanti per un corretto sviluppo embrionale e fetale sono: la dimensione delle corna uterine, la vascolarizzazione e la qualità della placenta.
Con un maggior numero di embrioni, la superficie di annidamento di ogni placenta è minore e il flusso sanguigno per ogni placenta diminuisce (grafico 2).
La dimensione della placenta condizionerà il peso dei suinetti (illustrazione 4) ed allora per migliorare la qualità dei suinetti dobbiamo incidere sulla qualità della placenta. Lo sviluppo insufficiente delle placente porta a far sì che molti embrioni subiscano un ritardo di accrescimento intrauterino, minor peso alla nascita e calo degli accrescimenti medi giornalieri in lattazione.
La placenta è completamente funzionale ai 35 giorni di gestazione, momento in cui si differenzia la fase embrionale da quella fetale. E' fondamentale alimentare correttamente le scrofe durante tutto il periodo embrionale per avere placente di maggiori dimensioni, migliore irrigazione sanguigna e quindi suinetti più omogenei, con buon peso e qualità.
Hoving et al., nel 2012 hanno dimostrato che un aumento delle quantità di alimento in questo periodo aumenta la lunghezza della placenta, sopratutto quelle a partire da 40cm di lunghezza. (grafico 3)
Conclusioni
- E' importante valutare la condizione corporale della scrofa per adattare la curva alimentare ai fabbisogni.
- Durante i primi 3-4 post-copertura, si consiglia di calare le quantità di mangimi alle scrofette coperte.
- La sovralimentazione durante la fase embrionale migliora lo sviluppo e la vascolarizzazione della placenta traducendosi in suinetti più grandi e più omogenei.