La globalizzazione degli ultimi anni nel mondo dell'alimentazione animale, ha prodotto una serie di dipendenze da alcune materie prime che, inoltre, sono molto soggette alle oscillazioni di tipo speculativo da parte dei fondi di capitali mondiali. Nel concreto, per quanto riguarda le fonti proteiche, la farina di soia è stata eletta come referenza,senza dubbio, come marchio del comportamento dei prezzi dei restanti prodotti che abbiano un contenuto proteico elevato (sopratutto farina di colza e girasole). In Europa (UE27), circa il 70% delle materie prime proteiche vengono importante da paesi terzi e solamente lo 0,4% della sua superficie coltivabile è destinata alla soia. Il forte aumento della domanda di carni per la popolazione, previsto per i prossimi anni, porta ad una continua ricerca di soluzioni alternative dal punto di vista sociale ed ambientale.
Figura 1. Produzione di soia nel mondo
Alternative
Riorientamento delle coltivazioni
Considerando che l'Europa è il principale produttore di frumento a livello mondiale ed è superiore al proprio consumo, si potrebbe pensare in primo luogo, di reindirizzare una parte delle coltivazoni ai prodotti proteici come le leguminose (piselli, fagioli o ceci). Alcuni reports europei però eliminano questa possibilità: sarebbero necessari fino al 40% delle terre coltivabili per raggiungere gli obiettivi, oltre al problema di non poter lasciare riposare i terreni con questo tipo di produzioni (per esempio: dovuto alla sensibilità a determinate malattie fungine). Inevitabilmente, cambierebbero le inerzie del commercio dell frumento, dato che, per essere prodotto in Europa (dove la coltivazione è molto efficiente), si dovrebbero produrre in altri paesi meno efficienti, avendo bisogno di conseguenza di più ettari di terreno per produrre la quantità equivalente.
Insetti
Altre alternative, con grande potenziale di sviluppo, sono gli insetti (come la mosca domestica o larve di altri tipi). Questi hanno il vantaggio di poter essere prodotti velocemente senza i requisiti eccessivamenti necessari (non serve nemmeno l'energia, dato che sono poichilotermi), in un substrato di sostanza organica, senza la produzione di residui tossici e pertanto ambientalmente sostenibili. Sono prodotti molto ricchi in proteine (adulti) e grasso (le larve) e sono componenti abituali della dieta naturale di volatili e suini. Inoltre, è stato osservato che portano ad una riduzione significativa dei minerali contaminanti dell'ambiente attraverso i liquami, come nel caso della mosca negra, che contiene il 70% di azoto, 50% di fosforo ed altri materiali pesanti tra il 38% - 93% (Newton et al., 2008). In più, è stato osservato che le diete dei polli dove siano state aggiunte larve, il conteggio di E.coli e Salmonella nelle feci diminuì.(Erickson et al., 2004).
Dal punto di vista nutrizionale, la digeribilità delle proteine degli insetti è di circa il 70-80% e pertanto molto vicina alla farina di soia. Alcuni autori hanno creato un'indice di aminoacidi essenziali (EAAI) (Smith, 2010): l'interpretazione di questo valore fa riferimento in funzione dei fabbisogni della specie alla quale viene somministrata. In questo modo, come si vede nella tabella, ci sono insetti che migliorano addirittura il valore apportato dalla farina di soia.
Lo svantaggio di questo tipo di fonti proteiche, potrebbe essere il rischio della sicurezza microbiologica (gli insetti possono essere portatori di alcuni batteri e virus patogeni) e della tossicità (ci sono scarafaggi che produccono sostanze tossiche cancerogene come difesa propria; altri possono accumulare metalli pesanti). Nonostante tutto, oggi l'inclusione nei mangimi per i bovini non è permessa essendo considerate fonti proteiche di origine animale. Altro fattore importante dal punto di vista legislativo è che non ci sono regolamentazioni per quanto riguarda il benessere animale, innanzitutto di quanto rappresentano gli insetti ai fini del benessere e che procedure dovranno essere considerate per "l'abbattimento" di questi animali.
Fonte Proteica | Proteina grezza (%) | Grasso grezzo (%) |
Hermetia illucens (mosca nera) | 35-57 | 35 |
Musca domestica (mosca comune) | 43-68 | 4-32 |
Tenebrio molitor (larve della farina) | 44-69 | 23-47 |
Farina di pesce | 61-77 | 11-17 |
Farina di estr. di soia | 49-56 | 3 |
(Veldkamp, 2012) |
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Alphitobius diaperinus Fonte: University of Florida, Entomology and Nematology department |
Hermetia illucens Fonte: Texas A&M Agrilife Extension |
Esempi di larve della farina (Tenebrio molitor), scarafaggio nero
(Alphitobius diaperinus) e mosca soldato negra (Hermetia illucens).
Larve della farina | Scarafaggio nero | Larva re | Mosca comune | Mosca soldato nera | Farina di soia | |||
larva | larva | larva | larva | pupa | larva | pre-pupa | - | |
Suini in accrescimento | 1,43 | 1,34 | 1,25 | 1,24 | 1,17 | 1,21 | 1,5 | 1,35 |
Broiler | 1,39 | 1,29 | 1,21 | 1,19 | 1,1 | 1,17 | 1,43 | 1,31 |
Alghe
Da un'altra parte, un altro gruppo oggetto di studi sono le alghe. Esiste già un grande interesse nella coltivazione di questi tipi di prodotti per la produzione di biodiesel, ma non dobbiamo dimenticare che sono prodotti che contengono circa dal 25 al 50% di proteine (Becker, 2007; Mulder, 2010). La produzione per il momento è scarsa, sopratutto nel caso delle microalghe, ma quelle di grandi dimensione sono già in produzione in alcuni paesi dell'Asia come alimento per uso umano e anche per la produzione di alginati ed altri prodotti. Similarmente, di particolare interesse è il genere lemna (lenticchie d'acqua) molto ricca in proteina (fino al 45%), dipendendo dalla quantità di N e P dell'ambiente in cui viene coltivata. Il gran vantaggio è che ha una crescita vertiginosa, aumentando del 50% la biomasa ogni 48h (Nieuwenhuis and Maring, 2009; Derksen and Zwart, 2010; Zondervan, 2012), il che indica che può essere una coltivazione su larga scala relativamente semplice.
Proteine di origine unicellulare
In ultimo, ma probabilmente con un potenziale terrificante, è il gruppo delle proteine di origine unicellualre, molto eterogeneo e che generano molta polemica, tra le quali alcune delle specie di alghe cha abbiamo commentato prima. Alcuni lieviti e batteri hanno un grande potenziale di produzione di proteina a partire da substrati che, altrimenti, non vengono utilizzati, come per esempio le acque residuali. La capacità di produrre proteine può essere, per rendere l'idea, 10.000 volte più efficienti che la pianta della soia per il tempo in cui impiega a produrre biomassa. Evidentemente, esiste il rischio dei metalli pesanti, micotossine o possibili metaboliti cancerogeni, tuttavia ci sono già prodotti consentiti che garantiscono l'assenza di queste sostanze. In modo più pratico, la proteina originaria dei lieviti dell'industria dell'alcool (Saccharomyces sp.) si usa normalmente nei mangimi dei suini (DDGS), con valori di proteine grezze circa del 45%, con elevati tenori di lisina e treonina come i principali amminoacidi.
Conclusioni
Le ricerche e lo sviluppo nel trovare alternative proteiche per l'alimentazione animale devono essere più innovative e diversificate il più possibile per raggiungere una minor dipendenza dalle materie prime abituali ed una migliore sostenibilità ambientale in un mondo in continua crescita.