Descrizione allevamento
L’allevamento sorge nel Nord Italia in Pianura Padana, conta 1.400 scrofe e vende lattoni al peso di 35-40 kg. L’azienda è indenne da Aujeszky e invece positiva per PRRS, Mycoplasma, App. Sui riproduttori si applica il seguente programma vaccinale:
- Aujeszky: 3 volte l'anno (a cui si associa l’influenza in due occasioni),
- Coli e rinite: 2 interventi sulle scrofette nel secondo terzo di gravidanza,
- Mal rosso e parvovirus: in sala parto la settimana prima dello svezzamento,
- PRRS: si interviene secondo il programma 6-60 (6 giorni post-parto e 60 giorni di gestazione).
La rimonta è introdotta al peso di 30 kg e le scrofette in ingresso sono PRRS negative. Queste sono alloggiate in capannine esterne fino al peso di 50 kg circa e successivamente proseguono la fase di accrescimento in locali che pur essendo situati all’interno dell’azienda sono isolati e gestiti in regime di TP-TV.
La problematica
L’azienda denuncia problemi di bassa prolificità, la media dei nati vivi nell’anno 2015 è stata pari a 11,91. L’aspetto che si osserva è che il numero dei nati è basso in tutti gli ordini di parto (vedi tabella 1).
Tabella 1. Media di nati in funzione dell'ordine di parto corrisponde anno 2015.
Ciclo | natitotali | nativivi | natimorti |
1 | 11,19 | 10,67 | 0,52 |
2 | 11,96 | 11,58 | 0,38 |
3 | 12,71 | 12,31 | 0,40 |
4 | 13,36 | 12,69 | 0,67 |
5 | 13,42 | 12,54 | 0,88 |
6 | 13,36 | 12,35 | 1,01 |
7 | 13,24 | 11,92 | 1,32 |
≥8 | 12,89 | 11,64 | 1,25 |
12,62 | 11,91 | 0,71 |
Sulle scrofette si registra una percentuale di mummificati leggermente superiore alla norma (3,7%), ma in generale si può affermare che il numero di suinetti concepiti sia stranamente basso. Il quadro descritto stride quando viene messo in relazione con la fertilità ecografica che è particolarmente elevata mentre la portata al parto invece subisce bruschi abbassamenti d’estate.
In particolare, nel periodo estivo, vi è un peggioramento dei problemi legati a riassorbimenti che si verificano anche successivamente alla diagnosi di gravidanza. In alcuni casi si notano aborti precoci, mentre in altri si evidenziano scrofe vuote in box senza che vi sia stata l’osservazione di una manifestazione abortiva. Nella tabella 2 si evidenziano i risultati mensili per fertilità e relativa portata al parto.
Tabla 2. Risultati mensili anno 2015 per fetilità ecografica e portata al parto.
Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | |
Fertilità ecografica (%) | 93,2 | 92,5 | 91,5 | 90,3 | 91,5 | 89,5 | 83,2 | 82,2 | 84,4 | 86,2 | 92,1 | 93,4 |
Portata al parto (%) | 90,1 | 88,4 | 87,1 | 86,4 | 86,1 | 85,3 | 71,1 | 68,3 | 70,1 | 80,8 | 89,9 | 91,2 |
Se si osserva poi la distribuzione dei ritorni in ciclo e fuori ciclo si vede come addirittura vi sia uno sbilancio nei confronti dei ritorni fuori ciclo e questo ovviamente rappresenta un campanello d'allarme, sebbene in azienda non vi siano manifestazioni cliniche che facciano pensare a problematiche sanitarie. Ovviamente nel periodo estivo, quando l’infertilità assume contorni molto marcati, la percentuale di ritorni fuori ciclo aumenta considerevolmente. I monitoraggi sanitari eseguiti in cui sono stati cercati riscontri per le patologie che potessero interferire con la fertilità e la prolificità hanno dato tutti esito negativo. Nella figura 3 e 4 si mostra graficamente come si distribuiscono i ritorni nel periodo favorevole (da Ottobre a Giugno) e nei mesi estivi (da Luglio a Settembre). In generale si vede come i ritorni fuori ciclo siano mediamente sempre più elevati rispetto agli standard attesi, con un forte peggioramento del rapporto tra ritorni in ciclo e fuori ciclo nel periodo estivo.
Discussione relativa al caso
Il primo aspetto che si decide di verificare è quello che riguarda la correttezza della diagnosi ecografica. Nell’allevamento in questione se ne eseguono 2 e sono entrambe effettuate dal personale di allevamento. Una prima ecografia si pratica tra i 23 ed i 29 giorni di gravidanza, mentre la seconda si effettua dopo i 40 giorni. Come già ricordato, tra la prima e la seconda diagnosi di gravidanza, succede che si perdano gravidanze e si osservino aborti precoci o in altri casi senza vedere un vero e proprio aborto, si rileva la scrofa vuota alla seconda diagnosi. Effettuando la diagnosi ecografica insieme al personale si conferma che le ecografie sono eseguite correttamente.
In un secondo momento vengono messi sotto indagine i seguenti aspetti:
- Metodologia di ricerca calori
- Tempistica dell’inseminazione
- Modalità di inseminazione
Dalle verifiche fatte, si evidenzia come il personale sia particolarmente attento e svolga correttamente le operazioni di ricerca calori ed inseminazione. Spostando l’attenzione in sala parto, si osserva come le registrazioni relative a nati vivi, nati morti, mummificati e schiacciati entro le prime 24 ore siano corrette.
A questo punto inizia a farsi strada l’idea che il basso numero dei nati possa avere a che fare con le condizioni di stress che insorgono con l’immissione precoce nei box successivamente alla fase di fecondazione. Si sospetta che per buona parte dell’anno quando gli stressori ambientali sono bassi le scrofe rimangano gravide nonostante arrivino a partorire un numero di suinetti relativamente non elevato. In altre condizioni come quelle estive invece, le gravidanze pur instaurate vengono perse e questo potrebbe determinare l’elevato numero di ritorni fuori ciclo.
Questa teoria potrebbe giustificare anche il fatto che nei periodi più favorevoli dell’anno si registrino percentuali eccellenti di fertilità e portata al parto, mentre il numero dei nati sia insoddisfacente.
La numerosità dei box varia dai 16-18 capi, ma può arrivare fino a 28-30 capi. Le scrofe vengono alimentate 2 volte/giorno, mattino e pomeriggio.
Nuove osservazioni
Prima di ipotizzare la costituzione di un nuovo reparto in cui alloggiare tutte le scrofe in gabbia almeno per le prime 4 settimane di gravidanza come previsto dalla normativa UE sul benessere animale, si decide insieme alla proprietà ed al manager aziendale di cambiare l’utilizzo delle gabbie presenti in azienda. Esse nel passato erano destinate ad accogliere le scrofe svezzate fino al momento della copertura dopodiché gli animali dovevano essere spostati in box per dare la possibilità alla nuova svezzata di entrare nelle medesime gabbie.
A seguito delle ipotesi fatte, si opta per lo svezzamento delle scrofe direttamente in box e una banda (settimanale) ogni 4 viene immessa in gabbia dal momento della copertura e vi rimane fino ai 28 giorni di gestazione. Ovviamente le altre bande sono svezzate in box e fecondate in box.
Evoluzione del caso
Da dicembre 2015 si iniziano ad alternare le 3 bande gestite sempre in box con la banda che dalla fecondazione viene mantenuta in gabbia per i 28 giorni di gestazione.
I risultati ecografici e la relativa portata al parto per i cicli che sono già arrivati a compimento all’epoca in cui si scrive, ricalcano l’andamento aziendale con ottime percentuali di fertilità e portata al parto come normalmente accade in questo allevamento al di fuori del periodo estivo (vedi figura 5).
L’aspetto più interessante invece, ha riguardato l’andamento dei nati che viene riassunto nella figura 6. Infatti, le scrofe che sono rimaste in gabbia per i 28 giorni post inseminazione, hanno fatto registrare un nato totale in più rispetto alle scrofe svezzate e fecondate in box (13,84 vs 12,80 nati totali).
Ancora superiore è la differenza che si riscontra tra le scrofette. Anche in questa categoria di animali non si riportano differenze relative a fertilità e portata al parto, però sui nati totali si osserva una differenza di 1,55 suinetti (13,04 vs 11,49) lasciando intravedere come probabilmente sono proprio le scrofette a subire maggiormente l’effetto dell’immissione in box precoce (anche perché spesso questi animali erano mescolati con le scrofe pluripare a causa della numerosità dei box). Nelle figure 7 e 8 si riassumono le performance delle scrofette.
Altrettanto interessante è la considerazione che si può fare relativa ai mesi estivi: infatti le scrofe che hanno passato le prime 4 settimane in gabbia, non hanno avuto i classici abbassamenti di fertilità e non hanno manifestato problematiche di riassorbimenti e ritorni fuori ciclo. Le scrofe che invece sono state fecondate in box e hanno trascorso la gestazione nel medesimo ambiente, tra la prima e la seconda diagnosi di gravidanza hanno avuto meno perdite rispetto al 2015 anche se in alcune settimane si è superato il 10%. L’andamento è riassunto nella tabella 3.
Tab. 3: evoluzione (gabbia vs box) della fertilità ecografica e dopo seconda diagnosi nei mesi estivi.
Settimana | Posizione (gabbia/box) | Fertilità ecografica | Fertilità dopo 2a diagnosi |
28-2016 | G | 94,61 | 91,44 |
29-2016 | B | 92,12 | 89,42 |
30-2016 | B | 90,1 | 84,19 |
31-2016 | B | 98,28 | 94,83 |
32-2016 | B | 89,56 | 78,25 |
33-2016 | G | 91,35 | 87,04 |
34-2016 | B | 90,67 | 83,44 |
35-2016 | B | 89,61 | 84,51 |
36-2016 | B | 86,34 | 73,56 |
37-2016 | B | 90,23 | 87,35 |
38-2016 | G | 92,77 | 88,89 |
39-2016 | B | 91,6 | 86,4 |
40-2016 | B | 88,43 | 83,9 |
41-2016 | B | 93,45 | 90,18 |
Al riguardo due considerazioni possono essere fatte: la prima è che sicuramente l’estate del 2016 non è stata così calda come l’estate precedente, inoltre alla luce delle considerazioni che emergevano dall’analisi dei primi risultati si è posta una grande attenzione nel momento della formazione dei box cercando di diminuire le densità (al di sotto di quanto previsto dalla normativa relativa al benessere animale) e cercando di imbrancare i soggetti simili per mole e dimensioni. Inoltre, in un’ottica di aumentare la tranquillità degli animali soprattutto nel periodo delicato all’annidamento embrionale, si è deciso di alimentare le scrofe una volta al giorno. Ovviamente tale pratica si è mantenuta per tutto il corso della gestazione. Sempre al fine di migliorare il senso di sazietà dei riproduttori nel primo mese di gestazione, anche i quantitativi somministrati sono stati innalzati di un 10-15% rispetto alle curve alimentari utilizzate in passato. Quanto dato in più, viene recuperato somministrando meno mangime nei periodi successivi in modo che nel corso della gestazione le scrofe ricevevano più o meno gli stessi quantitativi di mangime.
Conclusioni
Al momento in cui si scrive, non si conosce il numero dei nati frutto delle fecondazioni estive. Come già scritto, l’estate più clemente e/o le azioni intraprese per le scrofe che passavano la gestazione in box ha fatto sì che l’impatto dei ritorni fuori ciclo e dei riassorbimenti sia stato più contenuto rispetto all’anno precedente.
Si attendono gli esiti dei nati per verificare se investire e costruire un nuovo ambiente gestazione in cui tutti gli animali possano essere mantenuti in gabbia per le prime 4 settimane (che ha portato ai risultati già menzionati: + 1 suino nato totale), oppure grazie alle strategie intraprese, si mantengano gli ambienti attuali in cui le scrofe permangono in box per tutto il corso della gestazione...