Nella seduta della Borsa Merci di Mercolleida del 10 giugno, il prezzo del suino spagnolo ha raggiunto il record del suo valore assoluto negli ultimi vent'anni: 1.553 €/kg di peso vivo. Da allora, 7 mercati sono scesi a cascata per posizionare il prezzo dei suini a 1.291 €/kg, che rappresenta un calo di quasi il 17%. Abbiamo scritto poco più di un mese fa che “i suini devono scendere, continuare a scendere e continuare a scendere”; questo e nient'altro è ciò che sta succedendo...
Abbiamo anche spiegato nel nostro commento precedente che la Spagna non avrebbe potuto mantenere un differenziale di 39 centesimi di euro al kg di peso vivo, rispetto alla Germania senza esportare in Cina. In questi momenti, questo differenziale è stato ridotto, ma è ancora di 19 centesimi: troppo alto per pensare che il prezzo spagnolo sia dove dovrebbe essere...
In tutta la UE si sta macellando poco, o per la contrazione strutturale dei censimenti dei suini (Germania, Belgio, Paesi Bassi) o dal clima torrido che ritarda la crescita (Spagna, Francia). Pur macellando poco, la domanda di carne è così scarsa che continua a rimanerne in eccedenza: il mercato è svogliato e ha bisogno di qualche stimolo positivo per infondere ottimismo...
Il recupero dell'autosufficienza in Cina sembra un dato di fatto. Le notizie delle inondazioni in Cina che avrebbero gravemente colpito la loro produzione di suini è confusa e poco chiara. Riteniamo che, per quanto gravi siano le perdite una tantum in qualsiasi provincia, l'impatto sulla produzione totale di suini della Cina sarà molto limitato e quasi trascurabile, così che la Cina rimarrà molto vicina all'autosufficienza.
Pensiamo che il prezzo del suino continuerà a calare in Spagna ancora per qualche settimana; e potrebbero esserci anche conferme dei prezzi a fine agosto, ma quando arriverà settembre e il caldo eccessivo sarà già storia, l'offerta di suini sarà molto abbondante (niente di nuovo, succede ogni anno...) ed il prezzo dei suini scenderà ancora.
In questo momento, e temporaneamente, il mercato è in eccesso di offerta di carne, ma abbastanza vicino al suo equilibrio; c'è pochissima richiesta, ma le macellazioni sono molto limitate. Ricordiamo che l'industria di trasformazione spagnola ha mantenuto costante i prezzi della carne nonostante i recenti cali dei suini: un atteggiamento molto generoso nei confronti dei macelli.
Dobbiamo ricordare che la Spagna ha un livello di autosufficienza nella carne suina del 227% (o che è lo stesso, esporta il 56% della propria produzione). Questo la espone molto alle vicissitudini del commercio internazionale.
L'improvvisa assenza di vendite in Cina da più di due mesi (si continua ad acquistare, ma a ritmi molto lenti ed a prezzi molto bassi) ha dimostrato in modo lampante che il tallone d'Achille della attività di esportazione spagnola risiedeva nell'eccessiva concentrazione in quel mercato. Collocare il 36% della produzione totale spagnola in Cina ogni settimana per mesi era un rischio che poteva avere conseguenze: queste spiacevoli conseguenze che si stanno soffrendo in questo momento...
Diversificare è il verbo che si impone. Non ci sono alternative... Si continuerà a produrre più del doppio di quello che si consuma in Spagna, quindi si dovrà continuare ad esportare e competere nel mercato globale. Per quanto complicato possa essere, si devono trovare nuovi mercati e difendere (o aumentare) le quote di mercato raggiunte nelle destinazioni tradizionali già conosciute. Dall'Unione Europea al Sud-Est asiatico senza dimenticare l'America o l'Est Europa o il continente australiano. Il mercato della Spagna - per scelta - è il mondo e ormai non si torna indietro...
La realtà attuale del mercato unico europeo (uno spazio in cui fortunatamente tutti gli attori giocano secondo le stesse regole) ci dice che c'è molta carne. E che non importa quanto cresca il consumo interno, senza vendite in Cina, ci sarà comunque un surplus di carne. Questa realtà implica che il prezzo dei suini debba scendere (è una realtà empirica simile agli effetti della legge di gravità). Il problema è sapere dove si trova il terreno piano dopo la discesa; non conosciamo nessuno che sia informato di questi dati...
Nel contesto della UE abbondano i suini. Ciò implica che sarà necessaria una ristrutturazione. Alcuni di noi ritengono che questa ristrutturazione sia già in atto e che lo spostamento del baricentro della produzione suinicola europea verso la Spagna sia inesorabile e inarrestabile. Tutte le statistiche puntano in quella direzione, basta leggerle e studiarle...
Se la Cina non ci fornisce aiuto e viene in nostro aiuto, recuperando in parte i loro massicci acquisti, si prospettano tempi duri per gli allevatori di suini europei. Il mercato ha bisogno di uno stimolo tangibile (per recuperare le vendite in Cina o perché il consumo europeo raggiunga il 110% del suo volume tradizionale o perché un cliente magico sembri assorbire tutte le eccedenze) che, per ora, non si vede da nessuna parte. In assenza di questo stimolo il mercato non può far altro che scendere...
Saremo attenti agli eventi.
Concludiamo con un'affermazione di Victor Hugo: "Il futuro ha molti nomi: per i deboli è l'irraggiungibile, per i timorosi, l'ignoto, per i coraggiosi è l'opportunità"...
Guillem Burset