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Classificazione degli allevamenti di suini a seconda dello status nei confronti del PRRSV

Questo articolo propone un sistema per classificare gli allevamenti nei confronti del PRRSv, basandosi su  definizioni che riflettano la biologia e l'ecologia del virus. Questo sistema di classificazione degli allevamenti è stato sviluppato da una commissione congiunta con l'Associazione Americana dei Veterinari di Suini (AASV) ed un progetto sulla PRRS del Dipartimento Agricoltura degli USA e del National Pork Board.

26 Ottobre 2015
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Articolo

Terminology for classifying swine herds by porcine reproductive and respiratory syndrome virus status. DJ Holtkamp, DD Polson, M Torremorell, and committee members B Morrison, DM Classen, L Becton, S Henry, MT Rodibaugh, RR Rowland, H Snelson, B Straw, P Yeske, J Zimmerman. Journal of Swine Health and Production, Volume 19, Number 1, 2011

 

Riassunto dell'articolo

Cosa si studia?

Questo articolo propone un sistema per classificare gli allevamenti nei confronti del PRRSv, basandosi su definizioni che riflettano la biologia e l'ecologia del virus.

Concordare una serie di definizioni e classificazioni degli allevamenti faciliterebbe gli sforzi regionali e nazionali per eliminare il PRRSv. Inoltre, l'esistenza di una nomenclatura standardizzata faciliterebbe la comunicazione tra ricercatori, veterinari, produttori, case genetiche ed altri membri del settore suinicolo.

 

Come si studia?

Questo sistema di classificazione degli allevamenti è stato sviluppato da una commissione congiunta con l'Associazione Americana dei Veterinari di Suini (AASV) ed un progetto sulla PRRS del Dipartimento Agricoltura degli USA  e fu approvato per la Giunta Direttiva dell'AASV del 9 marzo del 2010. La Commissione includeva veterinari privati e dell'industria, ricercatori e rappresentanti dell'AASV e del National Pork Board.

 

Quali sono i risultati?

Gli allevamenti di riproduttori, con o senza ingrasso nelle stesse strutture, furono categorizzati come Positivo Instabile (Categoria I), Positivo Stabile (Categoria II), Negativo Provvisorio (Categoria III), o Negativo (Categoria IV) a seconda dell'eliminazione e dell'esposizione. Gli allevamenti d'ingrasso si dividono in Positivi o Negativi.

 

Categoria allevamento Escrezione Esposizione
Positivo Instabile (I) Positiva Positiva
Positivo Stabile (II-A) Incerta Positiva
Positivo Stabile (II-B)
(in fase di eliminazione)
Incerta – in fase di eliminazione Positiva
Negativo Provvisorio (III) Negativa Positiva
Negativo (IV) Negativa Negativa

Figura 1. Classificazione delle scrofaie a seconda dell'eliminazione e dell'esposizione nei confronti del PRRSv.

 

Quali conclusioni si traggono da questo lavoro?

La standardizzazione della nomenclatura faciliterebbe gli accordi commerciali, specialmente quelli che si hanno tra case di genetica e da riproduzione e gli accordi tra produttori che offrono suinetti provenienti da allevamenti con uno status di PRRSv determinato. I ricercatori che scrivono proposte ed articoli e fanno presentazioni risparmierebbero il tempo che ora dedicano alle definizioni correlate con il PRRSv. Le definizioni standardizzate faciliterebbero le comparazioni tra ricerche di campo chiarendo le condizioni in cui sono state condotte le prove.

Inoltre, i dati di campo sembrano avvallare l'idea che gli allevamenti classificati come Positivo Stabile (II) hanno  migliori performance riproduttive e di ingrasso rispetto a quelli Positivo Instabile (I). Essere Positivo Stabile(II) è l'obiettivo delle scrofaie che stanno tentando di controllare il virus. Nel contesto di un programma nazionale di eradicazione, la suddivisione delle categorie II in II-A e II-B è importante per rilevare le possibili differenze sul rischio di eliminazione presente o future per i soggetti di questi allevamenti.

 

Enric MarcoLa visione dal campo di Enric Marco

Tra tecnici, quando ci riferiamo ad allevamenti positivi al virus della PRRS, è comune parlare di allevamenti stabili o instabili. In generale questa terminologia si usa per descrivere quello che vediamo in allevamento, ovvero, quando in un allevamento si osservano i segni clinici, sia riproduttivi o respiratori negli animali in fase di accrescimento, si parla di allevamento instabile alla PRRS; e quando non si osserva questa sintomatologia si parla comunemente di allevamento stabile alla PRRS. In alcuni casi, questa classificazione si basa su alcune analisi, generalmente prove sierologiche realizzate sui riproduttori che rilevano gli anticorpi (ELISA). Poche volte entriamo ad analizzare nel dettaglio su cosa si basa questa classificazione. In questo articolo ci presentano quali dovrebbero essere i criteri: popolazioni sulle quali si prelevano campioni, numero di campioni, prove sierologiche da effettuare, frequenze, ecc.. Questa standardizzazione è quella che ci può permettere di stabilire un unico linguaggio quando ci riferiamo a questa infezione e si converte in un elemento essenziale nel caso di progettazione di piani di controllo regionale.

In zone ad alta densità, la lotta vs il PRRSv non può essere concepita in modo isolato. Non è la prima volta che ci riferiamo a questo. Le aziende limitrofe vanno ad influire sul successo o l'insuccesso delle misure che si applicano concretamente in un allevamento. Come in altre infezioni con trasmissione aerogena, le misure devono devono essere applicate congiuntamente in tutti gli allevamenti di una zona: da lì partono i controlli regionali. Quando si iniziano azioni congiunte è essenziale stabilire criteri concordati per misurare la loro evoluzione, in tal modo ci permetterà di celebrare i successi o stabilire misure correttive nel caso di non ottenimento dei risultati sperati. Se prendiamo come esempio i piani di controllo ed eradicazione della Malattia d'Aujeszky, l'evoluzione del piano si misura in base alle prevalenze. In questo caso e posto che come primo obiettivo si pianifica il controllo della malattia, il fatto di misurare le prevalenze ci importa poco, da lì l'importanza di stabilire una classificazione standardizzata degli allevamenti e poter seguire la loro evoluzione.

Per qualsiasi piano regionale di controllo della PRRS, come primo passo, far sì che tutti gli allevamenti della zona (o una maggior parte di loro) siano positivi stabili (ovvero, che abbiano avuto contatto con il virus che però non lo stanno eliminando) sarebbe un grande progresso, dato che si starebbe riducendo il rischio di soffrire una nuova infezione, e inoltre la maggior parte degli allevamenti starebbero producendo senza patire l'impatto economico che avrebbero con la sintomatologia clinica. Questo è già un motivo sufficiente per giustificare l'applicazione di qualsiasi piano di azione congiunto.

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