Il modello corretto di inseminazione postcervicale (IAPC) implica una buona ricerca dei calori. Una volta rilevato il calore, mettiamo via i verri e lasciamo passare qualche minuto (spesso è sufficiente andare a prendere le dosi seminali per ridurre il livello di stimolazione della scrofa) e poi inseminiamo senza la presenza del verro.
Per inseminare, prima puliamo le vulve. Questa pulizia è qui ancora più importante per questo tipo di inseminazione (IAPC) rispetto a quella tradizionale poiché con la cannula entreremo fino all'inizio dell'utero, scavalcando la prima difesa fisica contro la sporcizia che rappresenta la cervice.
Posizioniamo il catetere in quattro o cinque scrofe, in questo modo diamo alla cervice il tempo di rilassarsi, e introduciamo la cannula interna (foto 1). Quando la cannula non si adatta facilmente a una scrofa, la lasciamo e passiamo a quella successiva per darle un pò più di tempo e poi riproviamo. Non tutte le scrofe hanno bisogno dello stesso tempo di rilassamento, ma quello che è certo è che l'unica scrofa che può farci aspettare ("perdere tempo") è l'ultima.
Perché l'inseminazione a pressione è importante nell'inseminazione post-cervicale?
In una IAPC ben fatta, depositiamo il seme nel corpo dell'utero (immagine 1), quindi abbiamo bisogno di un volume di dose inferiore rispetto all'inseminazione tradizionale. Inoltre bisogna considerare che l'utero "pende" all'interno dell'addome quando la scrofa è in piedi. Pertanto, il seme cade nel corpo dell'utero come in una cascata. Quindi, in un IAPC ben fatta non può esserci, in alcun modo, il reflusso.
Pertanto, in questa tecnica di inseminazione la pressione durante l'inseminazione funge da indicatore del controllo di qualità del processo. Se, durante l'inseminazione sotto pressione, causiamo il reflusso del seme, significa che abbiamo posizionato in modo errato il catetere e / o la cannula, e il seme lo stiamo depositando nella cervice, invece che nell'utero. È un avvertimento che l'inseminazione non è corretta. In questo caso bisogna “riavviare” il processo, rimuovendo la cannula di circa 20 cm, riposizionando il catetere, reintroducendo la cannula e reinseminando.
Questo è uno dei grandi vantaggi della tecnica post-cervicale: alla fine dell'inseminazione sai già se l'hai fatta bene oppure no. Con l'inseminazione tradizionale, invece, il reflusso è molto più variabile e imprevedibile, e quindi difficile da valutare se è stata eseguita correttamente.
Hai sempre spiegato l'importanza del massaggio cervicale (rotazione del catetere) al termine dell'inseminazione? Perché pensi che sia così importante?
Nella monta naturale, quando il verro finisce di eiaculare e prima di finire la monta, esegue movimenti semicircolari con il pene. La funzione di questo movimento è quella di "avvertire" la scrofa che l'eiaculazione è finita e che deve spostare lo sperma verso l'utero.
Il massaggio cervicale ha lo scopo di simulare questo "avvertimento". Ecco perché è importante, al termine dell'inseminazione, rimuovere parzialmente la cannula, e con il catetere ancora nella cervice, eseguire una rotazione del catetere stesso per alcuni secondi come se si battesse un uovo. Spesso viene eseguito in modo errato, facendolo mentre il catetere viene ritirato, quando la rotazione è un movimento di stimolazione cervicale e non un movimento di estrazione.
Inoltre, il massaggio svolge una seconda funzione importante quanto la precedente. Facendo "la rotazione" stimoliamo di nuovo la cervice, quindi si contrarrà e vedremo reflusso se avremo depositato il seme nella cervice e non nell'utero. Ancora una volta, è una linea guida che funge da controllo di qualità.
L'uso del verro durante la IAPC
Questa è una questione controversa, che non dovrebbe nemmeno essere un dogma.
La IAPC è stata descritta come una tecnica che è preferibile utilizzare senza la presenza del verro. Il motivo è che il processo di tensione-rilassamento che subisce la cervice è meno prevedibile quando il verro è davanti. Questo effetto si nota facilmente durante l'inseminazione tradizionale, in cui è generalmente consigliata la presenza del verro, dove ci sono scrofe che iniziano ad "tirare" il seme in pochi secondi e altre impiegano molti minuti.
Pertanto, nella IAPC senza verro davanti, il rilassamento della cervice dopo l'inserimento del catetere avverrà prima e in un tempo più prevedibile e il tempo totale di inseminazione sarà ridotto.
Si può pertanto inseminare con il verro di fronte?
Sì, sarà semplicemente inseminata più lentamente, e forse il numero di scrofe in cui la cannula entra con più difficoltà aumenterà, o addirittura no, perché la cervice non si rilasserà completamente.
È vero che in allevamenti molto grandi, dove molte scrofe si alzano per essere inseminate contemporaneamente, l'uso del verro davanti rende più facile per le scrofe stare in piedi e non sdraiarsi così facilmente. Ciò è particolarmente utile nella stagione calda o negli allevamenti in cui le scrofe vengono decalcificate dal parto e non stanno in piedi per molto tempo.
Un'altra situazione in cui si consiglia di mettere il verro davanti è nelle scrofe iberiche (razza spagnola con mantello scuro). Sono così riluttanti al contatto e all'inseminazione, che è molto più facile farlo se il verro è di fronte a loro.
Una situazione intermedia, che permette di mantenere le scrofe in piedi e facilita il rilassamento della cervice, è quella di inseminare pochi minuti dopo il passaggio del verro, ovvero si fa la ricerca calori, si tiene il verro e si insemina immediatamente oppure si può inseminare anche senza trattenere il verro fintanto che l'animale si trova diversi metri davanti al punto di inseminazione.
A volte ci sono scrofe in cui la cannula non riesce ad entrare, quale percentuale di scrofe consideri accettabile che non possano essere inseminate con la postcervicale in un allevamento?
Tutte le scrofe che hanno già partorito devono essere inseminate con la IAPC. Le scrofette non vengono normalmente inseminate con la post-cervicale perché "non sanno cosa sta succedendo", è la prima volta che hanno queste sensazioni e in un certo modo hanno paura e questo fa sì che come "difesa" la contrazione della cervice sia eccessivamente intensa e continua, potendo raggiungendo anche la contrazione tetanica che impedirà il passaggio della cannula, situazione che si aggrava ogni volta che si colpisce la cervice ad ogni tentativo di passaggio della cannula. Questo può accadere anche nelle scrofe di primo parto. In alcuni allevamenti, infatti, dopo il fallito tentativo di eseguire la IAPC, la cannula viene ritirata e inseminata in modo tradizionale.
Attualmente stiamo già lavorando con una tecnica post-cervicale poco invasiva che eviti le contrazioni difensive e che consente l'inseminazione delle scrofette.
La tecnica dell'inseminazione post-cervicale è uno strumento molto utile in alternativa all'inseminazione tradizionale. Permette di lavorare in modo più veloce e di utilizzare meno volume di seme, ma è fondamentale conoscere le differenze con l'inseminazione tradizionale, e quindi quali linee guida di gestione dobbiamo seguire per eseguirla correttamente...