Lo svezzamento provoca un forte stress ai suinetti e influenza moltissimo la sanità e le performance. L'interruzione dell'ingestione dei nutrienti è il fattore più importante, dato che predispone i suini a soffrire problemi intestinali. Infatti, gli studi sulle infezioni da E. coli realizzati presso il Nutreco Swine Research Centre mostrano che le conseguenze dell'infezione dipendono dalla quantità di alimento ingerito prima dell'infezione: i suinetti che mangiavano al di sotto dei fabbisogni di mantenimento si ammalavano subito, mentre quelli che mangiavano appena al di sopra dei fabbisogni avevano qualche sintomo. Per cui, il comportamento alimentare è vitale per la salute dei suinetti e comprendere meglio questo comportamento ci aiuterà a capire come ridurre lo stress post-svezzamento.
Gli studi con sistemi di alimentazione elettronica dei suintti svezzati nell'ultima ora del mattino e con accesso a mangime pre-starter prima dello svezzamento, hanno dato nuove informazioni sul comportamento alimentare. Anche se possa semprare sorprendente, i suinetti non hanno avuto difficoltà nel ritrovare il mangime: quasi tutti suinetti hanno messo la testa nella mangiatoia entro le prime 4 ore post-svezzamento. Logicamente, la metà di queste visite non ha provocato la scomparsa del mangime (fig. 1). La percentuale di visite effettive è aumentata fino all'80% dopo 2 giorni (fig. 1). Pertanto, i suinetti hanno avuto bisogno di molto tempo per ingerire l'equivalente di un pasto (10 grammi; in base al consumo di 150-200 g/gg nei primi giorni post-svezzamento e a 15-20 visite alla mangiatoia/giorno): il 45% dei suinetti non hanno consumato questa quantità durante il primo giorno di svezzamento.
Figura 1. Visite alla mangiatoia e visite nelle quali il mangime scompare nei primi 2 giorni dopo lo svezzamento dei suinetti che avevano ricevuto mangime sottoscrofa in sala parto.
I dati mostrano chiaramente che i suinetti non mangiano di notte (fig. 1), nonostante lo facessero durante la lattazione. Questo suggerisce che gli episodi di poppata notturna siano provocati dalla scrofa: i suinetti presentano un ritmo circadiano diurno-notturno. Torrey (2004) ha sperimentalmente svegliato i suinetti appena svezzati con registrazioni sonore dei grugniti della scrofa. Il risultato è stato che si aumentò il consumo di acqua di più rispetto al mangime, senza avere esiti positivi sulle performance.
Una questione interessante è quello che succede la prima volta che il suinetto pone la testa nella mangiatoia. Un'analisi dettagliata delle registrazioni della scomparsa mostrano che, di fatto, le quantità di mangimi scomparsa erano molto limitate nelle prime visite (il 96 % degli animali generano scomparsa del mangime durante le prime 4 ore post-svezzamento), ma questo normalmente è seguito da un periodo reffrattario al mangime. In quasi la metà dei suinetti, non si inizia a consumare sostanzialmente il mangime fino al giorno dopo. Questo comportamento corrisponde alla cosidetta neofobia alimentare (avversione a provare nuovi alimenti). Un animale selvatico affamato di fronte ad un alimento nuovo, avrà solo il comportamento di "provare" e non di mangiare. Solamente dopo aver "provato" e comprovata la sua salubrità, tornerà a mangiarlo veramente. I comportamenti alimentari dei suinetti assomigliano molto a questo; molti suinetti consumeranno solamente poche quantità (grammi) di mangimi nelle prime ore post-svezzamento, ma solo dopo aver comprovato che è un alimento sicuro lo consumerà in quantità apprezzabili e infine adotteranno un comportamento regolare di assunzione. Le osservazioni con i suinetti alloggiati individualmente corrispondono alla neofobia alimentare: circa il 5-10% dei suinetti rifiutano l'alimento per giorni, eccetto il primo approccio dopo lo svezzamento. Questo comporterà gravi conseguenze sulla salute. Solamente dopo aver loro dimostrato che l'alimento è sicuro mescolandoli con altri suinetti che già lo mangiano oppure offrendo una dieta completamente differente tornano a mangiare il mangime. Se la neofobia alimentare assume un ruolo importante al momento dello svezzamento, è un altro segnale da parte dei suinetti che dobbiamo insegnar loro a mangiare mangime di svezzamento; inoltre dobbiamo far coincidere la palatabilità della dieta del mangime somministrato prima e dopo lo svezzamento. La valutazione del comportamento alimentare nei suinetti a seconda se è stato offerto il sottoscrofa o no ha dimostrato che i suinetti che hanno avuto il sottoscrofa facevano il doppio delle visite effettive alla mangiatoia (49 % aumentando fino a 73 % vs. 25 % aumentando fino a 35 %) durante il 1° giorno post-svezzamento (fig. 2).
Figura 2. Visite con successo alla mangiatoia di suinetti con o senza sottoscrofa durante la lattazione.
La variabilità notturna è spiegata dal basso numero di visite alla mangiatoia.
Questi dati servono a comprendere qual'è il migliore orario della giornata per svezzare i suinetti. Lo svezzamento presto alla mattina dà il tempo massimo prima di fare buio perche imparino ad alimentarsi. Svezzarli nel primo pomeriggio dà loro l'oppportunità di provare la sera e la mattina seguente avranno già sperimentato e comprovato che è sicuro ed niziano ad alimentarsi regolarmente. Ci sono pochi studi per determinare il momento ottimale per svezzare: solament un lavoro di Ogunbameru (1992) nel quale dice che lo svezzamento alla sera tardi (8 pm) hanno prodotto suinetti con 1 kg in più a 28 giorni rispetto a suinetti svezzati alle 8 am.
Conclusioni
I comportamenti alimentari del consumo di mangime in svezzamento mostrano che i suinetti hanno poche difficoltà per trovare la mangiatoia. Senza dubbio, specialmente i suinetti non esposti al sottoscrofa non riconoscono il mangime come alimento. Sembra che prima lo sperimentino e poi sviluppino un comportamento alimentare normale, il che succede nei giorni successivi. Durante questo periodo esiste un rischio elevato che i suinetti si ammalino, che peggiora la situazione, dando luogo al rifiuto permanente dell'alimento. Abituare i suinetti durante la lattazione con un mangime sottoscrofa o prestarter di alta qualità dovrebbe facilitare lo svezzamento e ridurre il rischio di complicazioni sanitarie. L'ideale è che il sottoscrofa e il primo mangime dello svezzamento abbiano la stessa palatabilità, facendo sì che per i suinetti non sia un alimento "nuovo". In genere sia il mangime sottoscrofa che il primo mangime di svezzamento devono essere formulati basicamente pensando alla palatabilità.