Non è nessun segreto che il virus della Diarrea Epidemica Suina (PED) entrò negli USA nel 2013 e si diffuse rapidamente su tutta la filiera suinicola. Nonostante alcuni allevamenti avessero ottime misure di biosicurezza e di successo (incluso la localizzazione isolata dell'allevamento) per prevenire la PRRS ed il Mycoplasma hyopneumoniae, queste non furono sufficienti per prevenire la veloce espansione del virus PED. Il nuovo virus si dislocò rapidamente su tutta la filiera americana durante i mesi più freddi dell'inverno 2013-2014 e il suo ritmo non si ridusse finchè arrivò l'estate del 2014.
In una certa misura, la natura altamente infettante di questo virus gli ha permesso di evadere le pratiche biosanitarie stabilite. Un suinetto appena infetto dal PEDV elimina migliaia di unità virali in ogni grammo di feci e servono solamente poche unità virali per infettare il prossimo suinetto non esposto.Le feci di un suinetto che elimina PEDV continuano ad essere infettanti fino alla diluzione 1:100.000.000. Le pratiche di pulizia e disinfezione che storicamente producono un "ambiente buono" o "sufficientemente pulito" per altri patogeni, continuano a lasciare virus PED completamente infettanti nei camion o nelle sale parto. Gli allevatori hanno capito quanto vale lavare con acqua calda rispetto all'acqua fredda. Hanno visto che quanto migliore è l'igiene più si riduce la movimentazione del virus o addirittura la sua eliminazione dall'allevamento. Per combattere con il PEDV i livelli di pulizia devono essere sempre più elevati.
Per limitare la diffusione del PEDV, gli allevatori e veterinari hanno migliorato anche altri aspetti della biosicurezza qui elencati:
- Materie prime, elaborazione e trasporto.
- Segregazione delle attrezzature per i trasporti.
- Protocollli per l'entrata di persone e materiali di consumo.
- Gestione del liquame.
- Carico morti.
Mangimi.
Il PEDV si diffonde per trasmissione oro-fecale, ossia, un suinetto esposto ingerisce materiale fecale infettante da un suinetto infetto. Gli ingredienti dei mangimi contaminati sono un'evidente fonte di esposizione potenziale. I veterinari hanno indagato su alcuni ingredienti o origine degli ingredienti e sulla potenziale contaminazione crociata dei mangimi. Ci si è concentrati sopratutto sulla contaminazione di ghiaccio/fango che possano contenere virus durante la consegna delle materie prime/ingredienti sfusi (mais, farina di soia). Nei mangimifici si limitò o anche eliminò, l'incrocio tra camion/camionisti che portavano materie prime con quelli che portavano i mangimi finiti. In alcuni casi si dedicarono linee o impianti specifici per allevamenti infetti o allevamenti non infetti. Si fece particolare attenzione ai calendari e rotte di consegna ad allevamenti ad elevato status sanitario o allevamenti con popolazione di maggior valore, che ricevevevano mangimi prima della consegna agli allevamenti infetti, seguito da pulizia e disinfezione dei camion prima della consegna agli allevamenti non infetti. A volte, gli allevatori hanno aggiunto un agente specifico decontaminante (per esempio formalina) al mangime per ridurre ulteriormente il rischio.
Trasporto.
Inoltre, concentrandosi su una maggior igiene del trasporto, alcuni allevatori/filiere hanno segregato i propri mezzi. Per esempio, veicoli per siti infetti e veicoli per siti non infetti. I camion dei grassi o per il macello dedicati e diversi da quelli che trasportavano suinetti o riproduttori o spostamenti interni.
Entrata di persone e materiali di consumo.
Per ridurre ancor di più l'introduzione del virus da parte di personale o cose che entrano in allevamento, si sono introdotti o rafforzati i protocolli in entrata. Sono state introdotte sale di decontaminazione per tutti i materiali in entrata, utilizzando anche il "sistema danese" per separare gli indumenti e scarpe da zone pulite e zone sporche.
Liquami.
Dato che la PED è una malattia di trasmissione oro-fecale, la gestione dei liquami ha avuto un occhio particolare. Gli allevatori si accorsero quanto è importante la biosicurezza nel tenere l'attrezzatura dedicata in un unico sito o sistema che funziona per ridurre il rischio di trasmissione laterale. Per i casi in cui era necessario condividere l'attrezzatura, furono stabiliti protocolli e check-list per minimizzare l'esposizione tra siti diversi. L'obiettivo era evitare la contaminazione tra persone diverse che gestivano il liquame e operatori d'allevamento, camionisti o adetti al mangimificio ( foto 1).
Foto1. Separazione tra il mangime e liquami è fondamentale nel controllo della PED.
Morti.
Il virus PED causa mortalità. Se portati fuori dall'allevamento, le carcasse infette e tutte le persone ed attrezzature che hanno avuto contatto diventano fonti potenziali di infezione. I punti di raccolta dei suini morti di allevamenti diversi sono pericolosissimi. Il sotterramento nel proprio allevamento, l'incenerimento ed il compostaggio sono i metodi migliori per ridurre la trasmissione della malattia.
Tra tutto quanto menzionato, gli elementi chiave furono il miglioramento della communicazione e la formazione. Nessun operatore cosciente vuole deliberatamente diffondere la malattia. Non si vuole portare la malattia ai suini ma, a volte, la gente non tiene conto delle proprie azioni in materia di biosicurezza e la salute degli animali. Prevenire la diffusione del virus PED richiede un nuovo livello di attenzione mirato ai dettagli. Fu necessaria la formazione di tutti gli addetti della filiera produttiva.
La lotta contro il PEDV nel 2013-2014 ha lasciato dure e laceranti lezioni, ma con questa esperienza, gli allevatori americani hanno cambiato molte cose nelle proprie pratiche di biosicurezza, il che ha ridotto notevolmente i casi nelle stagioni più a rischio. Il tempo dirà se nei prossimi inverni il successo continuerà...