In termini pratici, possiamo definire l'osservazione corretta dell'applicazione o la pratica corretta dei protocolli di uso di un prodotto o di una prescrizione. Da una parte, la sigla DTH viene utilizzata per denominare una reazione di ipersensibilità conosciuta come ipersensibilità tardiva o di tipo IV. Cosa c'entra una reazione di ipersensibilità con la corretta pratica di vaccinazione contro il PCV2? Può essere che la nostra prima risposta sia "poco o..niente". Tuttavia, non è vero, c'entra e come.....
Foto 1. Applicazione intradermica dell'antigene
La prova di DTH risulta molto familiare nel mondo veterinario per la diagnosi di tubercolosi. In effetti, la prova conosciuta come tubercolina o tubercolinizzazione si basa sulla reazione di ipersensibilità che mostra un soggetto in risposta ad un antigene se precedentemente ha avuto contatto con tale antigene. L'applicazione intradermica del bacilo tubercolinico inattivato, o di una frazione proteica purificata dello stesso, produce una reazione di ipersensibilità che si manifesta dopo alcune ore nel punto di innoculo e che si caratterizza da uno ispessimento della pelle, edema, eritema o indurimento. Da anni si sa che questa prova è correlata con l'immunità di tipo cellulare, tuttavia viene utilizzata per identificare animali infetti ed è di aiuto nei programmi di eradicazione della tubercolosi. Pertanto, come possiamo servirci di questa valutazione per la valutazione della vaccinazione contro il PCV2? Molto semplice: il circovirus suino tipo 2, como agente virale, è un patogeno intracellulare e per cui atto a produrre una risposta immunitaria cellulare di adattamento. Di fatto, i vaccini contro i PCV2 scatenano, in condizioni normali, una risposta sia di tipo umorale che di tipo cellulare nei confronti del virus.
Foto 2. Reazione tipica di eritema osservata 24 h dopo l'applicazione sulla pelle dell'addome.
Il prossimo passo è: come possiamo applicare la prova DTH con la finalità di valutazione? E' semplice: dobbiamo inoculare l'antigene PCV2 per via intradermica negli animali problema ( o quelli che si desidera sapere se sono vaccinati o no) ad un intervallo adeguato, dopo una data presunta di vaccinazione. Dato che la vaccinazione contro il circovirus si realizza a circa 3-4 settimane di vita, dobbiamo lasciare passare almeno 3 settimane per fare la prova. Sapendo che questa prova può dare un risultato positivo ( anche se di meno intensità) in suini con immunità cellulare materna, si consiglia di ritardarla fino a 7-9 settimane di vita, ossia 4-6 settimane dopo la vaccinazione. Questa non è una prova con valore individuale, è una prova di valore collettivo, per cui si consiglia di realizzarla su circa 10-15 suini per gruppo di età, in funzione della dimensione del lotto. I risultati si "leggono" dopo 24 ore: la lettura può essere di tipo qualitativo (positivo/negativo) e/o quantitativa (diametro della reazione). La reazione prodotta (foto 2), che può essere di una zona di indurimento o di arrossamento, accompagnata o no da edema, dipende dalla zona della pelle dove si inocula e dal dispositivo usato per l'iniezione dell'antigene. In suini di 7-10 settimane, la cosa migliore è fare la prova nell'addome, tra l'ultimo e penultimo capezzolo. Non è necessario addormentare gli animali, è una procedura veloce, sicura ed innocua. Il grande vantaggio è che si può realizzare in campo e avere il risulato in 24 ore senza la necessità di appoggio del laboratorio. L'applicazione dell'antigene viene fatta con una siringa da insulina, ma ci sono anche altre opzioni. Quando è il momento di interpretare il test dobbiamo tenere presente che:
- La sensibilità è di circa l'80-85%, ossia è normale che ci siano 2-3 animali per gruppo di 10-15 che non presentino la reazione, senza che questo significhi che non siano stati vaccianti; tuttavia, normalmente si può trovare anche il 100% di reazioni positive.
- La mancanza di risposta non implica che gli animali non siano protetti, come abbiamo detto, il test rileva la risposta immunitaria di tipo cellulare e la protezione dipende non solo dalla risposta cellulare ma anche dalla risposta umorale (anticorpi neutralizzanti).
Questo test ha come finalità comprovare la realizzazione e/o la qualità della vaccinazione dei suini che arrivano in ingrasso.