Introduzione
Tradizionalmente si consiglia che le diete per i suinetti utilizzino ingredienti ad elevata digeribilità ed includano antibiotici come promotori di accrescimento. Tuttavia, il divieto o la diminuzione dell'uso degli antibiotici nei mangimi e la situazione economica del settore suinicolo della UE, ha spinto lo studio di diete meno complesse per le fasi post-svezzamento. L'inclusione di fibra nelle diete post-svezzamento è stata controversa dato che la fibra può ridurre l'ingestione di mangimi e la digeribilità dei nutrienti, aumentando il rischio di proliferazione di batteri patogeni. Questi risultati controversi possono essere dovuti anche alla mancanza di informazioni rispetto agli effetti funzionali della fibra, come i cambiamenti delle proprietà fisico-chimiche del bolo alimentare o le modifiche di come avviene la fermentazione.
Fonte di fibre nelle diete dei suini svezzati
Fino al 90% delle pareti cellulari delle piante sono composte da polissacaridi non amilacei (PNA), principalmente cellulosa, emicellulosa e pectine. La cellulosa è un polissacaride strutturale presente nelle parete cellulari delle piante ed ha una limitata capacità di fermentazione nel tratto gastrointestinale (TGI) del suino. Da un altro lato, le pectine si caratterizzano per la loro elevata capacità di trattenimento dell'acqua, viscosità e fermentiscibilità nel grande intestino. La frazione PNA si divide, a seconda della sua solubilità, in frazione insolubile e solubile. Le fonti di fibra insolubile che si utilizzano con maggior frequenza nelle diete post-svezzamento sono le buccette e la crusca di cereali e legumi. Le fonti di fibra solubile sono principalmente le pectine, le gomme, le mucillagini ed i fruttani. I principali ingredienti utilizzati come fonti di fibra insolubile e solubile vengono mostrate nella figura 1. Da un punto di vista funzionale, per facilitare il lavoro nei nutrizionisti, alcuni fabbricanti di mangimi hanno introdotto 2 nutrienti per controllare le caratteristiche funzionali della fibra: inerti (ICHO) come i carboidrati che non sono digeriti e non sono fermentescibili; ed i fermentescibili (FCHO) come i carboidrati che non sono digeriti però che fermentano nel grosso intestino.
Figura 1. Clasificazione degli ingredienti del mangime basata su contributo ICHO o FCHO nella dieta dei suinetti svezzati.
Caratteristiche funzionali delle fonti di fibra nelle diete post-svezzamento
1. Caratteristiche fisico-chimiche
E' stato dimostrato che l'inclusione di fonti di fibra inerte nelle diete post-svezzamento diminuisce il tempo di ritenzione del contenuto gastrointestinale e modificano l'ecosistema intestinale riducendo la proliferazione dei patogeni nell'intestino tenue (Kim et al., 2012; Heo et al., 2013). Gerritsen et al. (2012) pubblicarono che l'aggiunta di 50 gr di paglia di frumento e 100 gr di buccette d'avena/kg (in totale 128 g ICHO/kg e 96 g FCHO/kg) ad una dieta a base di cereali durante i primi 14gg post-svezzamento aumentò il consumo di mangime nei suinetti, rispetto ad una dieta a base di cereali o ad una dieta controllo positiva ricca in sottoprodotti del latte ed aminoacidi cristallini (tab 1). Nello stesso esperimento si associò anche alla dieta ICHO un aumento in peso dello stomaco e dell'attività dell'amilasi tra i villi intestinali associato ad un minor conteggio di E. coli nel contenuto digestivo dell'ileo e del colon. Gli effetti fisiologici dell'inclusione di fonti di fibra ICHO nella dieta post-svezzamento sembra essere correlata con una maggior ingestione di mangime e ad miglior sviluppo del TGI. Inoltre, la ICHO può ridurre il conteggio degli E. coli nell'intestino tenue grazie ad un effetto fisico diretto di questi ingredienti, che bloccano l'adesione degli E. coli ai recettori dell'inestino tenue dei suini.
Tab 1. Effetti della dieta sulle performance del suinetto tra i 28ed i 42gg di vita.
Adattato da Gerritsen et al. (2012).
Dieta a | Errore standard dalla media |
Valore P | |||
CP | CN | ICHO | |||
Consumo giornaliero (g/giorno) | 280,8 y | 284,1 y | 328,1 x | 6,82 | 0,001 |
AMG (g/giorno) | 209,2 | 229,8 | 240,0 | 5,43 | 0,102 |
Conversione (incremento/mangime) | 0,75 x | 0,81 y | 0,73 x | 0,02 | 0,001 |
Attività amilasi nella mucosa del digiuno (mmol/g proteina) | 0,030 | 0,028 | 0,032 | 0,001 | 0,060 |
Peso dello stomaco (% del peso corporeo) | 0,78 y | 0,76 y | 0,89 x | 0,04 | 0,103 |
E. coli ileo b | 5,6 x | 4,8 xy | 3,8 y | 0,01 | 0,021 |
E. coli colon c | 6,8 x | 5,6 x | 3,9 y | 0,42 | 0,002 |
Diversi superindici (x, y) nella stessa fila indicano una differenza significativa (P≤0,05).
a Diete: CP (controllo positivo), CN (controllo negativo), ICHO (dieta con polisaccaridi non amilacei insolubili con 50 g pagli di grano e 100 g buccette d'avena/kg). (10 box di 6 suini ognuno).
b Conteggio di Escherichia coli nel contenuto dell'ileo (Log10/g).
c Conteggio di Escherichia coli nel contenuto del colon (Log10/g).
L'inclusione di fonti di FCHO nelle diete nel periodo post-svezzamento è associato ad una riduzione dello sviluppo degli organi e ad un aumento della viscosità intestinale. L'aumento della viscosità intestinale può ridurre la digestione e l'assorbimento dei nutrienti della dieta causando diarrea post-svezzamento. Pertanto, gli ingredienti che aumentano la viscosità del contenuto gastrointestinale possono pregiudicare la salute e la produzione suinicola.
2. Fermentescibilità
La fermentazione delle componenti fibrose della dieta da parte del microbiota del TGI comporta la generazione di acidi grassi a catena corta (AGCC). L'inclusione di ICHO nelle diete dei suinetti aumenta la ritenzione idrica del contenuto gastrointestinale e fornisce un substrato che sarà fermentato lentamente nella parte distale del TGI. Di conseguenza, la composizione del microbiota del TGI dipenderá dalla capacità di fermentazione del suinetto svezzato. Molist et al. (2009) osservarono un forte incremento nella concentrazione di AGCC nel cieco dei suini alimentati con diete che contenevano da 40 a 80 gr di crusca di frumento o da 30 a 60 gr di polpa di bietola/kg di mangime, comparando con suini alimentati con una dieta controllo durante 10-15 gg post-svezzamento senza alcun supplemento di fibra (figura 2). Pertanto, l'inclusione di FCHO nelle diete per suinetti svezzati è stata correlata con una maggior incidenza di diarrea durante le prime 2 settimane post-svezzamento, dato che i suini a questa età hanno una capacità limitata di fermentare fibra e questo comporta un accumulo di materiale non fermentabile nel TGI. Montagne et al. (2012) studiarono l'interazione tra il contenuto in fibra della dieta e le condizioni sanitarie dell'allevamento sugli accrescimenti e sullo status sanitario dei suinetti svezzati. In questo studio, i suinetti furono alimentati con una dieta nella quale furono aggiunti 60 gr di polpa di bietole e 20 gr di buccette di soia/kg di mangime e furono alloggiati in sale con una elevata pressione infettante, mostrando una ingestione ridotta durante le prime 2 settimane post-svezzamento ed una maggior incidenza di diarrea post-svezzamento, rispetto ai suinetti degli altri gruppi sperimentali. Gli autori conclusero che l'inclusione di ingredienti con fibre molto fermentescibili immediatamente dopo lo svezzamento, rappresentava un fattore di rischio addizionale per la salute e l'accrescimento dei suini, specialmente in scarse condizioni sanitarie.
Fig. 2. Concentrzione degli acidi grassi a catena corta nel contenuto del colon dei suinetti di 10 e di 15gg post-svezzamento con 4 diete sperimentali diversea. (Adattato da Molist et al. 2009).
a Diete: CT (controllo); ST (CT+ 80 g crusca di frumento/kg); PR (CT+ 60 g polpa di bietole/kg); e ST–PR (CT+ 40 g crusca di frumento/kg e 30 polpa di bietole/ kg). (8 repliche per trattamento).
Conclusioni
Per controllare la sanità intestinale, si raccomanda di predire l'effetto funzionale degli ingredienti fibrosi sui suinetti appena svezzati. L'ottimizzazione delle diete post-svezzamento mediante l'uso di fibre inerti (ICHO) e fermentescibili (FCHO), al posto della fibra grezza, può essere una soluzione. L'inclusione moderata (65-130 g ICHO/kg) di ICHO nelle diete post-svezzamento aiuterà i suinetti a sviluppare il loro TGI ed a migliorare la sanità intestinale ed il loro accrescimento.
Da un altro lato, l'inclusione di FCHO nelle diete delle prime 2 settimane dopo lo svezzamento, specialmente negli allevamenti con svezzamento precoce e con un basso status sanitario, può essere controproducente a causa della limitata capacità digestiva dei suinetti. Una volta che i suinetti si sono adattati al mangime solido, si possono includere gradualmente maggiori quantità di FCHO nella dieta per promuovere un modello di fermentazione salutare ed accrescimenti nei suinetti.