La Sindrome Riproduttiva e Respiratoria Suina (PRRS) rimane una delle malattie più costose che possono colpire i suini, destabilizza lo stato sanitario delle scrofaie ed influenzando negativamente le performance riproduttive. Un controllo efficace nei confronti della PRRS è ancora una grossa sfida per molti allevamenti suinicoli. Normalmente, il controllo si basa su pratiche di management appropriate come, ad esempio: protocolli per la biosicurezza, il tutto pieno-tutto vuoto, il flusso unidirezionale dei suini e l'uso di opportuni programmi vaccinali. I suini infetti o vaccinati con il virus vivo della PRRS sono resistenti alle conseguenze cliniche della malattia in una re-infezione con lo stesso ceppo virale di PRRS. Il virus è però in continuo cambiamento, e quindi i ceppi vaccinali sono sempre diversi dai ceppi di campo. In alcuni allevamenti queste strategie non soddisfano completamente il controllo della PRRS.
In questo articolo, ci concentriamo sull'uso dei fluidi orali somministrati alle scrofette durante il periodo di acclimatamento.
Figura 1. Contenuto del kit : guanti monouso, corda, provetta per raccolta e sacco di plastica.
Prima di introdurre le scrofette nel parco riproduttori ci sono 2 passi imprescindibili: isolamento e acclimatamento dei futuri riproduttori. L'isolamento previene la trasmissione di malattie dalle scrofette alle scrofe e dovrebbe durare almeno 20-45 giorni. Il periodo di acclimatamento è il tempo necessario per famigliarizzare le scrofette all'ambiente microbiologico dell'allevamento e dovrebbe durare da 60 a 120 giorni. Durante questo periodo di tempo possiamo esporre le scrofette alla PRRS e ad altre malattie. Il primo passo è legato all'interruzione della circolazione virale nella scrofaia, introducendo scrofette già esposte al virus della PRRS e che abbiano sviluppato una certa immunità prima dell'entrata in produzione. L'obiettivo è che tutte le scrofette siano infettate con il virus PRRS aziendale. Questo garantisce che le scrofette abbiano immunità protettiva prima di andare in scrofaia.
Il PRRSV viene isolato da diverse tipologie di campioni: polmoni, tonsille, sangue, seme, urine, feci, latte, colostro e fluidi orali. I metodi di esposizione delle scrofette da rimonta includono: il contatto diretto con suinetti viremici per PRRSV oppure tramite feedback. Si ricorda che il virus della PRRS può essere eliminato per 99 giorni dopo l'infezione.
Nel caso di un allevamento PRRSV positivo, l'uso dei fluidi orali aumenta le possibilità della trasmissione del virus alle scrofette. Il metodo consiste nella raccolta di questi fluidi da gruppi di suinetti viremici. Per conoscere la viremia dei suinetti è importante monitorare attraverso la PCR la circolazione del virus in allevamento. Per questo possiamo usare come campioni il sangue oppure i fluidi orali stessi di alcuni box di varie età. I risultati ci indicheranno i gruppi di suini dove circola il virus da cui raccogliere il materiale necessario.
Figura 2. Suino in ingrasso che morde la corda.
Figura 3. Suinetti viremici in infermeria.
Figura 4. I suinetti in svezzamento hanno bisogno di più tempo rispetto ai grassi per utilizzare la corda.
Per la raccolta dei fluidi orali si usano corde in cotone, da 1.5-2 cm di diametro, appese lontano dall'abbeveratoio per evitare il contatto con l'acqua stessa. Una corda normalmente è sufficiente per un box con 20 suinetti: questa fornisce la possibilità ad ogni singolo soggetto di mordere la corda. Per gruppi più numerosi, servono più corde appese: in questo modo anche i suini più piccoli o malati possano utilizzarla. Più animali hanno contatto con la corda, maggiori sono le chance di trasmissione del virus. Dopo circa 20-30 minuti si raccolgono le corde che vengono immediatamente portate ai box delle scrofette in acclimatamento. La maggior parte delle scrofette, attratte dalla novità, mordendo la corda si infetterà e trasmetterà l'infezione anche a soggetti che non sembreranno attratti dalla corda.
Figura 5. Scrofette interessate al nuovo oggetto.
E' consigliabile effettuare analisi sierologiche alla fine del periodo di acclimatamento per verificare se il metodo ha avuto successo o meno e utilizzare le corde stesse per eseguire la PCR in modo da osservare l'assenza o la presenza del virus nella saliva. La mancanza del controllo della presenza virale nelle scrofette tramite monitoraggio può essere rischiosa, oltre a non soddisfare gli obiettivi del protocollo di isolamento-acclimatamento delle scrofette descritto sopra.
Il successo dell'acclimatamento delle scrofette, per quanto riguarda la PRRS, si traduce in una stabilità dei sintomi clinici, miglioramento dei parametri zootecnici e produzione di suinetti non viremici allo svezzamento. Una procedura corretta, come quella descritta sopra per le scrofette in entrata, è una delle chiavi più importanti per un buon controllo della PRRS.