Una volta...tutto era più facile. Il prezzo dei suini era basicamente determinato dai cicli stagionali e dal numero delle scrofe produttive presenti. Se sei uno di questi allevatori che credono ancora che i prezzi siano fatti così..sei rimasto indietro. Negli USA il prezzo dei suini è tornato ai valori di gennaio. Gli allevatori stan guadagnando $40/capo o più e possono dire che sono sia contenti che sorpresi. Il considerevole aumento della produzione, l'introduzione dei dazi ed il ritardo dell'inaugurazione di un terzo grande macello stavano dando un pessimismo sull'evoluzione dei prezzi, tanto che le preocupazioni sono arrivate in primavera con il ritardo del consueto cambiamento stagionale di tendenza.
Come avevo detto in aprile 2018 (Arrivano le perdite...ma le basi sono solide)“, quando il presidente Trump annunció l'implementazione di dazi alla Cina e continuò con la rinegoziazione del NAFTA (Trattato di Libero Commercio dell'America del Nord), alcuni dei principali paesi importatori dagli USA per le carni suine, sono diventati obiettivi economici. Gli annunci di aprile e la realtà di fine maggio, praticamente supportavano l'atteso rialzo dei prezzi estivi. La "punizione" reciproca a Trump arrivò dall'agricoltura americana che ha un grosso peso a Washington DC, che ha risposto velocemente a questa minaccia. Il tutto si verificò al World Pork Expo, di un paio di settimane fa, quando il segretario del Ministero del Commercio affermò che i suini erano stati "presi di mira" come rappresaglie economiche...
Cosa è cambiato? Da dove arrivano i $40/capo? L'umile pancetta al riscatto! Esattamente come l'anno passato, la pancetta è aumentata da un minimo di $0,82/lb a quasi fine maggio(quando iniziarono i dazi) fino al prezzo di oggi a $1,47/lb. Ricordiamoci che l'anno passato il rialzo estivo iniziò a fine aprile a $1,05/lb ed arrivò agli incredibili $2,16/lb a fine luglio, amplificando il rialzo stagionale fino a fine agosto-inizio settembre. Quest'anno siamo già ad oltre il 70% di rialzo. Gli altri tagli (lombo, spalla, coppe, costine, prosciutto,ecc.) hanno subìto modesti aumenti stagionali nello stesso periodo, di solo 8-12%. Sebbene gli export totali americani sono al di sopra dei livelli dell'anno passato, la tendenza ad oggi, sembra essere un poco inferiore (tuttavia gli export normalmente a calare nei mesi estivi quando i prezzi americani raggiungono i massimi stagionali). Lo stoccaggio precoce da quando sono partiti i dazi da parte del Messico ed altri paesi, hanno aiutato a creare un aumento della domanda dell'ultima ora in aprile che ora è già finito.
Negli USA il pancettone rappresenta il 16% del peso della carcassa (il terzo dopo lombi e prosciutti), ma in questo momento è il taglio più caro, contando su 29% del valore totale della carcassa contro il 19% del prosciutto e il 26% del lombo. Questa situazione illustra l'attuale complessità al momento di comprendere i prezzi dei suini. Evidentemente, negli USA il prezzo della pancetta è condizionato dal prezzo della carcassa molto di più di quanto crede la maggior parte delle persone (vedi figura e tabelle). Ogni anno il prezzo della pancetta è praticamente vincolata al prezzo della carcassa negli USA. La maggior parte degli altri tagli pregiati hanno il proprio ciclo stagionale tipicamente associati alla domanda. Il livello di correlazione inferiore con il prezzo della carcassa indica che questo può oscillare occasionalmente senza influenzare il prezzo della carcassa. Lo stesso non succede con la pancetta.
Tabella 1. Correlazione tra tagli pregiati e prezzo della carcassa.
Tutto l'Anno | Gennaio - Giugno 2018 | |
Lombo | 0,884821 | 0,454592 |
Testa di lombo | 0,336211 | -0,01027 |
Spalla | 0,666808 | 0,680332 |
Costine | 0,093178 | 0,157959 |
Prosciutto | 0,835145 | 0,793645 |
Pancetta | 0,961565 | 0,950401 |
Inoltre la pancetta (e le costine) hanno un grande consumo domestico, gli export di pancetta non arrivano al 5% di tutto il peso delle carni suine esportate. Questa frazione in valore della carcassa così potente (almeno negli USA) aggiunge stabilità al prezzo dei suini da queste parti, dato che non è soggetto ai rischi legati all'export, e allora sì, il prezzo si comporta in modo stagionale ampiamente legato alla domanda interna. I prezzi dei suini vivi probabilmente si vedranno impattati negli USA per mancanza di stoccaggio dei frigoriferi in conseguenza del record di produzione di questa primavera. L'economia ai massimi livelli negli USA ha creato un'aumento della domanda interna in tutti i sensi, dai containers refrigerati ai camion frigo di lunga durata. Invece quello che non può essere trasportato o stoccato deve andare sul mercato, con il conseguente impatto sul prezzo. In questi giorni molti palloni in aria e molte teste che si domandano cosa succederà.....