Articolo
Detection of Porcine reproductive and respiratory syndrome virus infection in porcine oral fluid samples: a longitudinal study under experimental conditions. John Prickett, Robert Simer, Jane Christopher-Hennings, Kyoung-Jin Yoon, Richard B. Evans and Jeffrey J. Zimmerman. J VET Diagn Invest 2008 20: 156 DOI: 10.1177/104063870802000203
Riassunto dell'articolo
Di cosa si tratta?
Questo studio è stato fatto per verificare se il virus della PRRS o gli anticorpi vs il PRRSV fossero presenti nei fluidi orali (OF), la durata degli stessi in questo materiale e l'influenza dell'età dei soggetti in causa.
Cosa hanno fatto?
48 suinetti negativi al PRRSV furono suddivisi in 3 gruppi di età (4, 8, e 12 settimane). 12 suini per gruppo sono stati inoculati con il virus della PRRS per via intramuscolare al giorno 0, mentre 4 suini sono rismasti come controllo. Dopo l'inoculazione, sono stati raccolti campioni di sangue, tamponi boccali e fluidi orali per 63 giorni p.i. ed analizzati tramite qRT-PCR, ELISA e IFAT.
I campioni dei fluidi orali sono stati prelevati a livello di box 2 volte alla settimana durante i 61 giorni post.infezione (p.i.) sospendendo la corda intrecciata di cotone in ogni box con 4 o 6 suini.
I risultati?
Il PRRSv fu rilevato per 5 settimane nel siero e per 4 settimane nei fluidi orali. L'età dei suini non ha avuto influenza sulla quantità di virus o sulla durata della presenza del virus nei campioni orali (Tabella 1 mostra i risultati della qRT-PCR). Gli anticorpi sono stati dentificati nei OF con ELISA e con IFAT, ma in piccole quantità.
Tabella 1. Risultati della qRT-PCR nei fluidi orali, tamponi nasali e siero classificati secondo il momento dell campionamento post-inoculazione.
Risultati del box | Risultati individuali | ||||
Campioni di fluidi orali | Siero | Siero | Tamponi boccali | ||
Week | Laboratory A | Laboratory B | Laboratory A | Laboratory A | Laboratory A |
1 | 8 (100%) | 8 (100%) | 8 (100%) | 35 (97%) | 7 (20%) |
2 | 7 (88%) | 8 (100%) | 8 (100%) | 36 (100%) | 3 (8%) |
3 | 6 (75%) | 4 (50%) | 8 (100%) | 32 (89%) | 2 (6%) |
4 | 7 (88%) | 6 (75%) | 7 (88%) | 18 (50%) | N/A |
5 | 2 (25%) | 3 (38%) | 6 (75%) | 10 (28%) | N/A |
6 | 0 | 3 (38%) | 6 (75%) | 12 (33%) | N/A |
7 | 1 (13%) | 1 (13%) | 5 (63%) | 7 (19%) | N/A |
9 | 0 | 0 | 3 (38%) | 5 (14%) | N/A |
Il grafico seguente mostra la rilevazione nel siero e nei FO del virus PRRS con PCR quantitativa (qRT-PCR) secondo la settimana post-inoculazione, che conferma l'elevata correlazione tra siero e fluidi orali nell'indentificazione del virus della PRRS.
Figure 1. Risultati della qRT-PCR nel siero e fluidi orali secondo la settimana post-inoculazione
Conclusioni?
L'uso dei fluidi orali per la diagnosi in medicina veterinaria è stato minimo finora, tuttavia, questo studio suggerisce che il campionamento nei box è semplice, efficiente ed economico per il monitoraggio della PRRS nelle popolazioni suinicole.
IL virus della PRRS fu identificato con qRT-PCR nei fluidi orali per circa 4 settimane.
La visione di campo di Enric Marco IL controllo della PRRS negli allevamenti positivi non sempre è semplice. Sì, abbiamo i vaccini, ma la loro efficacia è limitata, per cui il controllo deve essere fatto anche su altri fronti. Il corretto adattamento delle scrofette è un elemento chiave per il controllo della PRRS, tuttavia non dobbiamo dimenticarci che tutte le misure destinate ad evitare la diffusione del virus all'interno dell'allevamento è il corretto flusso dei lotti. Come assicurare però che i risultati delle misure che applichiamo siano quelli attesi? La possibilità di identificare il virus nei fluidi orali rappresenta un grande aiuto per il controllo della malattia a livello di campo. Certo, i fluidi orali non testano gli animali singolarmente, ma nella produzione suinicola, quando si tratta di consocere le dinamiche dell'infezioni in una popolazione, questa tecnica diventa un vantaggio, dato che indica il risultato di vari soggetti. La facilità con cui i campioni possono essere raccolti permette una maggior intensità di controllo, che a sua volta aumenta la rappresentatività del gruppo, contribuendo con un maggior numero di suini testati. Quale sarebbe allora l'uso più indicato per la diagnosi tramite i fluidi orali? Nel controllo della rimonta all'entrata e all'uscita del settore di adattamento, con l'obiettivo di garantire che prima dell'introduzione le scrofette abbiano sviluppato immunità nei confronti del virus (ELISA positive) ma non siano viremiche (PCR negative). Anche il controllo dei vari lotti produttivi. Le infezioni da virus PRRS non sono statiche in un allevamento, e man mano che applichiamo misure di contenimento, la dinamica dell'infezione si modifica. Così, per esempio, quanto migliore è il controllo applicato, la circolazione virale risulta più tardiva ed il controllo delle malattie secondarie (provenienti dai lotti precedenti) diventa più importante. I fluidi orali in questi casi, permettono di aumentare la frequenza dei campionamenti grazie alla sua facilità e velocità, potendo controllare più facilmente le popolazioni a rischio, come per esempio il gruppo dei suini in ritardo di accrescimento o che diventano scartini, sempre presenti in allevamento. |