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Il microbiota e le infezioni virali, la visione dal campo di Enric Marco...

Questo articolo correla i diversi profili di microbiota con la maggior o minore gravità nella sintomatologia clinica, lesioni e carica virale in una infezione congiunta con il virus della PRRS e PCV2, il che apre una finestra di opportunità...

10 Novembre 2017
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Artícolo

Rebecca A. Ober, James B. Thissen, Crystal J. Jaing, Ada G. Cino-Ozuna, Raymond R.R. Rowland, Megan C. Niederwerder. Una mayor diversidad en la microbiota en el momento de la infección se asocia con mejores tasas de crecimiento en cerdos después de la coinfección con el virus del síndrome respiratorio y reproductivo porcino (PRRSV) y el circovirus porcino tipo 2 (PCV2). 2017. Veterinary Microbiology vol 208, pag 203 http://dx.doi.org/10.1016/j.vetmic.2017.06.023

Cosa si studia?

L'obiettivo dello studio fu investigare l'influenza del microbiota sui risultati clinici e della produzione, dopo aver sofferto coinfezioni virali da parte dei suini.

Come si studia?

L'ipotesi era che, nei suini, un aumento della diversità del microbiota intestinale fornisce una maggior resistenza nei confronti delle infezioni virali respiratorie subcliniche. Lo studio utilizzò 50 suini negativi al PRRSV di 3 settimane di vita, provenienti da un allevamento di scrofe positivo al PCV2. I campioni fecali raccolti all'inizio del test vennero inviati al laboratorio per le analisi del microbiota. La diversità del microbiota venne determinato mediante il calcolo del N° delle famiglie e specie rilevate in ogni suino. A 8 settimane di vita, dopo una infezione sperimentale con PRRSV e PCV2, vennero registrati i risultati clinici, la viremia ed i pesi. Al fine di garantire le analisi delle infezioni subcliniche, tutti i suini che avevano avuto bisogno di intervento veterinario furono esclusi dal test. A 35gg dopo l'infezione, si pesarono i 40 suini rimasti e vennero classificati in 2 gruppi, tasso di crescita alto e basso, in funzione del loro IMG(Incremento Medio Giornaliero) dopo l'inoculazione fino a 35gg post-infezione. Nel 42° giorno post-infezione, tutti i suini vennero pesati, vennero sottoposti ad eutanasia e venne realizzato su di loro un dettagliato esame post mortem. La valutazione macroscopica e microscopica delle lesioni polmonari vennero punteggiate da 0 a 4. La valutazione microscopica della deplezione linfoide venne punteggiata da 0 a 3. I punteggi più alti riflettevano una patologia più grave.

Quali sono i risultati?

  1. L'incremento di peso dopo la coinfezione, era diversa nei gruppi con IMG basso (0,775 +0,075 kg) ed IMG alto (0,903 +0,043 kg). Dei 50 suini infettati con PRRS e PCV2, 10 hanno richiesto un trattamento (20% di morbilità). Il peso finale era statisticamente differente tra entrambi i gruppi (52,5+5,3 kg vs 57,1+2,9 kg; p = 0,028).
  2. Il gruppo ad alto tasso di crescita ebbe una minor replicazione di PRRS, statisticamente significativa, misurata mediante l'area sotto la curva a 42gg. I dati del PCV2 mostrarono una grande variazione, però indicarono una tendenza alla riduzione della viremia nel gruppo ad alto tasso di crescita.
  3. I suini con alto indice di crescita avevano lesioni polmonari di minor gravità.
  4. In totale vennero rilevate 29 famiglie e 112 specie microbiche. Il microbiota dei suini ad alta crescita avevano una maggior diversità, un rapporto maggiore di Firmicutes:Bacteriodetes, più Rumincoccaciae, Streptococcaceae e meno Methanobacteriaceae.

Che conclusioni si traggono da questo lavoro?

La diversità e la composizione del microbiota, possono influire sul risultato clinico e sulla produttività dopo le infezioni da PRRSV e PCV2 nei suini.

Lo studio conferma l'impatto sulla crescita delle coinfezioni da PRRS e PCV2 incluso quando i suini non mostrano segni clinici manifesti.

<p>Enric marco</p>La visione dal campo di Enric Marco

E' incredibile vedere in diretta come evolve la scienza. Abbiamo sempre creduto che mantenere la sanità intestinale fosse vantaggioso, però mai avremmo immaginato quanto sarebbe stato importante raggiungerla. Con le tecniche di biologia molecolare delle quali diponiamo ad oggi, è possibile studiare il microbiota con maggiori dettagli e pertanto stabilire correlazioni che prima erano impossibili. I primi lavori che correlavano variazioni del microbiota con problemi di salute, diversi da quelli intestinali, sono apparsi in medicina umana, in pratica studiando alcuni dei problemi che comparivano nei pazienti infettati dal virus del SIDA. In questi ammalati si vide una correlazione tra certi profili del microbiota e lo sviluppo di quello che era conosciuto come invecchiamento precoce. In veterinaria già sono stati pubblicati articoli che mettevano in correlazione il microbiota dei suinetti di pochi giorni di vita con la predisposizione a soffrire, o meno, processi diarroici nel post-svezzamento; però questo articolo, correla i diversi profili del microbiota con la maggior o minor gravità clinica, lesioni e carica virale in una infezione congiunta con i virus della PRRS e PCV2, il che apre una finestra di opportunità.

La possibile manipolazione del microbiota intestinale potrebbe essere uno strumento molto utile nella clinica dei suini, specialmente in questi tempi in cui la riduzione dell'uso degli antimicrobici è passato dall'essere un capriccio per alcuni, ad una necessità. Tuttavia, e purtroppo, ancora non sappiamo come manipolarlo in modo che si modifichi ad un profilo specifico. Posso pensare a molti metodi per testare. Le tecniche di trapianto fecale possono essere applicate nei suini, come quelle applicate negli esseri umani? Dovremmo fare il feed-back in un modo diverso da quello di oggi, cioè usando le feci di animali sani e non di quelli ammalati? Possiamo manipolare il microbiota dei suinetti cambiando quello delle loro madri?

Ricordo un discorso di Fernando Fariñas in cui sottolineava l'importanza del sistema immunitario intestinale: credo di ricordare che il 70% delle cellule del sistema immunitario era nell'intestino. Alla luce dei risultati del presente lavoro sembra che, a seconda di quale profilo di microbiota si ha, la risposta immunitaria avrebbe beneficiato o meno in presenza di certi processi. E forse, in futuro, sapremo se questi profili del microbiota dovrebbero essere diversi per migliorare la risposta a diversi processi, o per ottenere un profilo concreto e migliorare la risposta immunitaria contro tutto. Non ho dubbi che questi tipi di lavori ci presentano un mondo di opportunità che potremo vedere diventare una realtà nei prossimi anni...

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