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Il test ELISA come strumento diagnostico (2/2): Interpretare i risultati
Cose da tenere a mente quando si interpretano i risultati positivi o negativi di un test ELISA...
Considerazioni sull'interpretazione dei risultati:
I suini esposti ad un agente patogeno (di campo o vaccinale) impiegano tempo per produrre anticorpi sufficienti per essere rilevati dall'ELISA (di solito almeno 2-4 settimane dopo l'esposizione, a seconda dell'agente patogeno e dell'anticorpo che stiamo cercando)
I test anticorpali ELISA non sono in grado di distinguere tra anticorpi materni (passivi) e quelli causati dall'esposizione (attivi).
I test ELISA per gli anticorpi spesso non sono in grado di differenziare gli anticorpi prodotti da un vaccino da quelli prodotti dall'esposizione a un ceppo di campo.
In alcuni casi possono essere sviluppati test ELISA speciali, che consentono di differenziare gli animali infetti da quelli vaccinati (se si utilizzano i vaccini DIVA).
I risultati dell'ELISA sugli anticorpi non implicano protezione. La protezione può provenire da anticorpi diversi, che non sono necessariamente quelli misurati nel test, o dall'immunità cellulo-mediata, che è completamente diversa dall'immunità umorale o mediata da anticorpi e non viene misurata da un test ELISA.
L'ELISA dell'antigene è significativamente meno sensibile (bassa sensibilità analitica) nella rilevazione degli antigeni rispetto alla PCR. La PCR replica attivamente il DNA/RNA presente, quindi può rilevare un numero estremamente basso di virus o batteri. D'altra parte, l'ELISA degli antigeni richiede una concentrazione significativamente più alta di virus o batteri per poter creare un cambiamento di colore rilevabile.
Quando vengono utilizzati ELISA commerciali (facili da trovare e da utilizzare), i risultati sono standardizzati e generalmente coerenti tra i laboratori. I test ELISA creati internamente al laboratorio possono produrre un'ampia variabilità di risultati a meno che il loro protocollo di produzione non sia altamente standardizzato e rigorosamente seguito.
Non tutti i patogeni producono una risposta immunitaria che può essere misurata
Normalmente ogni kit ELISA testerà proteine diverse, che possono produrre risultati molto diversi per lo stesso campione. Un chiaro esempio sono le grandi differenze nei kit per rilevare gli anticorpi contro il Mycoplasma hyopnemoniae; evidentemente, non tutti i kit sono uguali.
La dose e/o la via di esposizione possono influenzare il livello della risposta immunitaria (livello di produzione di anticorpi)
È importante conoscere la sensibilità del test (capacità di rilevare i veri positivi) e la sua specificità (capacità di identificare i veri negativi come negativi; senza reazioni crociate)
Possono verificarsi falsi positivi e falsi negativi perché la quantità di esposizione e risposta immunitaria agli agenti patogeni varia tra i singoli suini (distribuzione normale) e spesso vi è una reattività di fondo o crociata che non può essere completamente eliminata (vedi figura 1).
Gli anticorpi sono generalmente presenti/rilevabili per diversi mesi dopo l'esposizione/vaccinazione
Figura 1. Diagramma che mostra il punto di cut-off stabilito per un ELISA. La curva blu rappresenta una distribuzione normale di animali negativi. La curva arancione rappresenta una distribuzione normale degli animali esposti. Viene indicata l'area dei falsi positivi e dei falsi negativi.
Risultati negativi
Campione/allevamento veramente negativo per l'agente patogeno (nessuna esposizione o vaccino)
Il campionamento dell'allevamento è in realtà negativo per l'agente patogeno, sebbene gli animali possano essere stati vaccinati (se il test ha capacità DIVA) (solo nei test ELISA per gli anticorpi)
Non c'è abbastanza antigene presente nel campione per la sua rilevazione (solo nei test ELISA degli antigeni)
Il campione è stato raccolto troppo presto ed il suino non è stato ancora in grado di attivare una risposta immunitaria (solo nei test ELISA per gli anticorpi)
La PRRS richiede spesso 7-10 giorni per la sieroconversione
Lawsonia intracellularis spesso richiede 4-6 settimane per la sieroconversione, a seconda della dose di esposizione
Il campione è stato prelevato troppo tardi e l'agente patogeno non è più presente
Il virus dell'influenza è presente nelle secrezioni nasali solo per i primi 3-4 giorni
Stiamo cercando l'anticorpo/antigene sbagliato
Diversi ceppi di influenza (differenze tra H1N1 e H3N3 e anche tra diversi clade di H1N1)
La bassa prevalenza nell'allevamento e l'/gli animali campionati sono risultati negativi
Aumentare il numero di animali campionati
Una particolare malattia potrebbe non stimolare abbastanza anticorpi per il rilevamento
Mycoplasma hyopneumoniae aderisce principalmente alle ciglia polmonari e non stimola un'elevata produzione sierica di IgG
Una recente infezione di campo produce risultati ELISA molto più forti
I vaccini nei confronti del Mycoplasma hyopneumoniae non stimolano una forte risposta immunitaria IgG
Diversi test ELISA rilevano i vaccini in modo diverso
Normalmente, solo il 30% degli animali vaccinati sieroconverte.
Un campione debolmente positivo verrà diluito se raggruppato ad altri
Si consiglia vivamente di NON raggruppare (pooling) i campioni per il test elisa!
Campione positivo
Campione/allevamento davvero positivo all'esposizione al patogeno
Impossibile distinguere se il campione è infettivo o non infettivo
Incapace di differenziare gli anticorpi materni dall'esposizione naturale o dalla vaccinazione
La maggior parte degli anticorpi materni scompare entro 8-12 settimane di età
Man mano che i suini crescono, i valori ELISA dovrebbero essere notevolmente ridotti
È possibile eseguire test seriali per confermare la scomparsa degli anticorpi materni e la mancanza di esposizione a ceppi di campo (nessuna nuova infezione)
A seconda dell'agente patogeno che stiamo cercando, il rilevamento della proteina (antigene/anticorpo) non conferma sempre la malattia
Il siero che risulta positivo al circovirus suino di tipo 2 (PCV2) mediante ELISA per gli anticorpi conferma l'esposizione al PCV2, sia per vaccinazione che per infezione (entrambi i casi sono abbastanza comuni), ma non conferma se il deperimento o la malattia sia attribuibile al PCV2 o se vi sia stato un fallimento del vaccino. L'immunoistopatologia del tessuto polmonare e/o linfoide è necessaria per dimostrare la malattia associata al PCV2.
Il test potrebbe non essere in grado di differenziare l'esposizione a virus/batteri vaccinali di un vaccino vivo modificato da un'infezione di campo (solo ELISA per anticorpi)
Si applica sia ai vaccini morti che vivi modificati
È utile per conoscere il momento in cui viene applicato il vaccino, anche se non è critico, poiché gli animali possono rimanere positivi ad alcune malattie per un lungo periodo di tempo (molti mesi).
Le contaminazioni crociate sono poco probabili poiché è necessaria una grande quantità di contaminazione per produrre un risultato positivo (dipende dalla concentrazione)
Figura 2. Valori o titoli ELISA dopo l'immunizzazione.
È possibile che, con un semplice valore ELISA, non sia possibile identificare completamente lo stadio dell'infezione (è necessaria l'anamnesi, vedere figura 2)
X = valore ELISA
Ci sono tre diversi momenti di un focolaio che possono produrre lo stesso valore ELISA, ma l'interpretazione e le azioni da intraprendere sarebbero molto diverse:
Punto A – Inizio dell'infezione: l'epidemia è appena iniziata; si possono intraprendere azioni
Punto B – Fine dell'infezione – l'epidemia sta finendo; non posso più fare molto
Punto C – Secondo focolaio – Al via un secondo focolaio. Dovrebbero essere esaminate le misure di biosicurezza o le cause del ricircolo.
Potrebbe essere necessario un secondo campione degli stessi animali in 10 giorni - 2 settimane per completare la determinazione dello stadio in cui ci troviamo (insieme alla storia clinica)
Se i risultati del secondo test sono superiori, probabilmente siamo al punto A
Se i risultati del secondo test sono molto più alti, probabilmente siamo al punto C
Se i risultati del secondo test non cambiano, siamo probabilmente in una fase di stallo
Se i risultati del secondo test diminuiscono, siamo probabilmente al punto B
Alcuni valori S:P elevati spesso possono essere associati a un'esposizione più recente.
Soprattutto dopo una seconda esposizione o una vaccinazione di richiamo (vedi Figura 2) (solo ELISA per anticorpi)
È importante notare che solo perché un'infezione è recente non implica che l'agente patogeno sia ancora presente (cioè l'animale è viremico o batteriemico) (solo ELISA per anticorpi)
Ciò è particolarmente vero per il virus della Sindrome Riproduttiva e Respiratoria Suina (PRRS).
I suini possono essere ELISA negativi e ancora viremici
I suini possono avere titoli anticorpali elevati nell'ELISA e non essere viremici
Per stabilire il livello di viremia negli animali, viene utilizzata la PCR
Valori S:P bassi
È possibile che una specifica malattia non stia stimolando abbastanza anticorpi per rilevarla
Mycoplasma hyopneumoniae aderisce principalmente alle ciglia polmonari e non stimola un'elevata produzione sierica di IgG
Una recente infezione di campo produce risultati ELISA più forti
I vaccini nei confronti del Mycoplasma hyopneumoniae non stimolano una forte risposta IgG
Diversi test ELISA rilevano i vaccini in modo diverso
Normalmente solo il 30% circa degli animali vaccinati sieroconverte
I suini trattati con antibiotici per diverse settimane possono sopprimere la crescita batterica durante questo periodo, diminuendo l'esposizione alla malattia (ma non eliminandola), portando ad una risposta immunitaria più bassa o più debole all'esposizione
Usare antibiotici vs Mycoplasma hyopneumoniae all'inizio o a metà dello svezzamento
Usare antibiotici vs patogeni enterici come la Lawsonia intracellularis all'inizio o a metà dello svezzamento.
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