La IA (Inseminazione Artificiale) è uno strumento chiave per mantenere la competitività nel settore suinicolo. Fin dal principio, gli obiettivo erano quelli di massimizzare la diffusione genetica dei migliori individui riproduttori.
Dal 2007, le tecniche di Inseminazione Artificiale Post-Cervicale (IA-IPC) sono state introdotte nella routine di molti allevamenti. In Spagna, si stimava che nel 2011 fossero circa il 60% gli allevamenti che la praticavano (secondo i dati dell'Associazione Nazionale Allevatori Spagnoli); a dicembre 2015, questa percentuale era salita, secondo le stime dell'autore, al 76%. La rapida introduzione della pratica si deve ai seguenti vantaggi tecnici ed economici:
- Costi di manodopera inferiori, dato che la IPC è più rapida.
- Uso di dosi con minor volume e quantità di seme contenuta.
- Necessità di meno verri in allevamento (aumento dell'uniformità genetica).
- Minor numero di verri totali (aumento del valore genetico).
Meno manovalanza: la IPC è più veloce
Costi di esecuzione: la IPC è più veloce
Il vantaggio immediato della IA-IPC è l'impiego di meno mano d'opera durante le operazioni (Tabella 1), grazie alla maggior velocità, al minor volume di seme utilizzato e al minor rischio di riflusso (Hernández-Caravaca e cols. 2012). Tuttavia, la IA-IPC può portare ad un maggior rischio relativo: con meno spermatozoi ( quindi aumenta l'importanza della qualità delle dosi che devono essere ben controllate), si usa un minor volume di materiale seminale (che porta ad una minor stimolazione immunitaria dell'utero), e aumenta il rischio di contaminazione durante il tragitto nell'utero. E' anche da considerare come una opportunità per selezionare personale con una migliore formazione ed efficienza. Secondo dati di campo, che possono essere indicativi, il beneficio economico su base annua, relativo al costo della manodopera, considerando il passaggio da IA tradizionale a IA-IPC in un allevamento di 1000 scrofe è stimato in circa 1.900 €.
Tabella 1. Confronto tra il costo approssimativo della manodopera con IA tradizionale e IA post-cervicale, ipotizzando 2,4 dosi per scrofa con 2,38 parti/scrofa/anno, uno stipendio mensile lordo di 1.386,6€ per un operatore "tradizionale" ed un 20% in più per un operatore più professionale nel caso della post-cervicale. Tutte le scrofe della simulazione post-cervicale sarebbero inseminate mediante questa tecnica, escluse le scrofette e primipare.
Tipo di IA | Minuti/IA | Costo personale, €/h | Costo IA, €/scrofa | Costo anno con 1000 scrofe |
Tradizionale | 5 | 8 | 0,67 | 3.808 |
Post-cervicale | 2 | 10 | 0,33 | 1.904 |
Differenza | 1.904 |
Uso di dosi con minor volume e meno spermatozoi
Il costo di produzione di una dose in un Centro Verri è composto per quasi il 60% da costi fissi. Il costo della dose tradizionale in un allevamento di 1000 scrofe è di circa 3,80 €, mentre quello della dose post-cervicale è di circa 2,70 €, il che presuppone un risparmio annuo di 6.600 €.
La popolazione di verri da riproduzione è diminuita drasticamente dopo la diffusione della IA-IPC. Per esempio, in Spagna, la popolazione dei verri è calata del 53% passando da 70.000 a 33.000 capi dal 2005 al 2014 (Grafico 1). Di conseguenza, il prezzo di vendita del verro come riproduttore è aumentato di circa il 40%. L'aumento del costo del verro si riflette sul costo delle dosi per la post-cervicale, che tende ad eguagliare il valore attuale del costo della IA tradizionale causato dall'aumento del prezzo della vendita diretta del verro o in funzione delle royalties delle dosi o del suinetto prodotto mediante seme di verri geneticamente miglioratori.
Grafico 1. Evoluzione della presenza di verri riproduttori in Spagna (MAGRAMA).
Uso di meno verri in allevamento (aumento dell'uniformità)
L'uniformità è un parametro difficile da misurare e soprattutto da quantificare in allevamento attraverso la IA. Le popolazioni di verri oggi sono costituite da individui uniformi, selezionati geneticamente. Viene automatico pensare che con il calo della popolazione dei verri originari, e facendo parte questa popolazione di una "elite" genetica, l'uniformità si intensifichi ancor di più, compensando l'altissima rimonta dei verri nei centri (in media, la vita è 14 mesi all’interno del Centro Verri, che indica una rimonta dell'85%).
Uso di meno verri in totale (aumento del loro valore genetico)
Aumentare il valore genetico di una popolazione di verri interferisce decisamente sui parametri di selezione. Nel caso dei verri terminali si fissano: parametri di carnosità della carcassa, consumo di alimento, incremento medio giornaliero, indice di conversione, infiltrazione di grasso, ecc.... Nel caso delle linee femminili: abilità materne, capacità lattifera, numero di capezzoli, nati totali, nati vitali, peso alla nascita, ecc....
Riassumendo, l'introduzione della IA-IPC ha un impatto economico complessivo sul settore suinicolo molto significativo (tabella 2), e rappresenta un vantaggio per i Centri Verri e per gli allevamenti in una scala paragonabile a quella del passaggio dalla monta naturale a quella artificiale. Una volta dimostrata l'efficacia ed efficienza della pratica, è comunque necessario indagare i limiti qualitativi da adottare per le dosi, come si è fatto in passato per la tecnica di IA tradizionale, mantenendo così la competitività alla base dell'economia aziendale.
Tabella 2. Stima dei benefici economici relativi all'introduzione della IPC in un allevamento di 1000 scrofe
Minor manodopera | 4,66% |
Minor costo/dosi | 16,18% |
Aumento dell'uniformità | 24,51% |
Aumento del valore genetico | 61,27% |
Costo dei cateteri | -6,62% |