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Importanza degli insetti come vettori del virus della PRRS

Le mosche normalmente non sono considerate un rischio reale tra allevamenti salvo in zone ad elevata densità suinicola. Tuttavia le mosche possono volare lunghe distanze.

8 Maggio 2015
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Articolo

Further assessment of houseflies (Musca domestica) as vectors for the mechanical transport and transmission of porcine reproductive and respiratory syndrome virus under field conditions. Pitkin A, Deen J, Otake S, Moon, R, Dee S. Can J Vet Res. 2009 73: 91-96

 

Riassunto

Di cosa si tratta?

Il PRRSv può essere trasmesso a partire dai suini infetti, seme contaminato, fomiti, persone, mezzi di trasporto ed aerosols. Per quanto riguarda gli insetti, le zanzare (Aedes vexans) e le mosche domestiche (Musca domestica) possono fungere da vettori meccanici del PRRSV, dato che il virus non si replica all'interno di queste specie e non possono agire come vettori biologici.

L'obiettivo di questo studio è stato quello di valutare il ruolo della mosca domestica nel trasporto e nella trasmissione del PRRSV tra allevamenti in condizioni controllate di campo.

 

Cosa hanno fatto?

Durante un periodo di  16 settimane, sono state realizzate 7 ripetizioni  di 2 settimane di durata in un allevamento sperimentale isolato a distanza di 16 km da altri allevamenti suinicoli.

Il capannone A alloggiava 300 suini da ingrasso (100 di questi furono inoculati per via intranasale con 2 ml di PRRSv) e ad ogni divisoria del box sono stati posizionati contenitori con pupe di mosca domestica (2 lotti di 100.000 pupe per ripetizione) per permettere che le mosche adulte avessero contatto con i suini.

Il capannone B era situato a 120 m dal capannone A, a ventilazione naturale, pavimentazione in grigliato e alloggiava 20 suini di 25 kg non esposti al virus della PRRS. Si raccolse sangue dei 20 suini del capannone B nei giorni 2, 5, 7, 9 e 12 di ogni ripetizione.

Il capannone B veniva visitato sempre prima del capannone A. Il personale (3 unità lavorative) portavano stivali, indumenti e guanti distinti per i capannoni A e B.

Sono state utilizzate trappole per le mosche in entrambi i capannoni. Le mosche catturate erano conteggiate e tenute in borse di plastica adeguate. In seguito, si faceva l'omogenizzato di 30  mosche secondo il giorno di raccolta. Si procedeva alla prova biologica per verificare se era presente virus infettante nelle mosche  raccolte nel capannone B.

Si raccolsero tamponi delle mani, stivali, indumenti e campioni d'aria per identificare la presenza del RNA virale.

 

E i risultati?

Ci fu molto contatto tra mosche e suini. Si analizzarono 49 omogenizzati di mosche ( per un totale di 1.459 mosche) del capannone A. 16 di queste (479 mosche in totale) furono positive attraverso la PCR. Nel capannone B si analizzarono 12 omogenizzati (365 mosche) dei quali 3 risultarono positivi e furono capaci di infettare i suini nella prova biologica realizzata in seguito alla fase sperimentale.

In 2 delle 7 ripetizioni, si identificò il trasporto meccanico del RNA del PRRSv dal capannone A al capannone B. In questi stesse ripetizioni si osservò l' RNA del PRRSv e virus infettante sia negli omogenizzati come nei suini presenti nel capannone B.

Non si rilevò RNA del PRRSv in nessun campione d'aria (n = 70) o nei tamponi dei fomiti e del personale (n = 1176).

L'infezione dei suini del capannone B osservata in 2 delle ripetizioni fu molto probabilmente dovuta alle mosche domestiche attribuito all'elevato grado di omologia tra i ceppi identificati nei suini e negli insetti dei capannoni A e B.

 

E le conclusioni?

In condizioni favorevoli, il virus PRRS di suini infetti possono aderire alle mosche domestiche e rimanere allo stato vitale fino ad altri capannoni nello stesso allevamento o allevamenti diversi.

La trasmissione del virus con gli insetti a suini non esposti, è probabilmente, un evento non frequente dato che dipende da un grande numero di fattori, ma comunque è stato dimostrato. Non si sa se le mosche possono trasmettere il PRRSv ad oltre 120 m.

Le mosche domestiche hanno dimostrato di essere un fattore di rischio per nuove infezioni di PRRS per cui gli allevatori e veterinari dovrebbero migliorare gli interventi per il controllo degli insetti negli allevamenti.

 

Enric MarcoLa visione di campo di Enric Marco

Quando si fa un protocollo di biosicurezza  per allevamenti di suini, dopo aver controllato e validato tutte le possibili entrate: visite, materiali o altri strutture necessarie per stabilire un punto di carico/scarico sicuro per gli animali, si aggiunge a posteriori commenti rispetto al controllo dei roditori, volatili ed insetti. Praticamente, in tutti i protocolli di biosicurezza si parla di questo come ultimo aspetto, ma quanto volte veramente si considera un rischio reale?

Considerando i risultati ottenuti dall'Università del Minnesota, la posibilità che le mosche possano agire come veicolo meccanico del virus PRRS è reale, almeno per le brevi distanze (120 m). Quando si valuta il controllo delle circolazioni virali all'interno dell'allevamento, il controllo degli insetti, ed in particolare delle mosche, deve sempre essere presente. Non servirà a niente avere una corretta biosicurezza tra i lotti (così come già commentato negli articoli precedenti): evitare movimentazione di suini tra lotti differenti, cambio di indumenti, stivali, lavarsi le mani e lavare le attrezzure dedicate per ogni lotto; nel caso di non poter controllare la popolazione delle mosche. Il controllo delle mosche negli allevamenti non solo deve basarsi sull'utilizzo regolare di prodotti insetticidi, ma sopratutto evitando le condizioni favorevoli al loro sviluppo. Quest'ultimo risulta relativamente semplice per la mosca domestica, dato che siamo in grado di mantenere le fosse di liquami relativamente liquide, senza croste superficiali, le fasi larvali delle mosche non si sviluppano con facilità in ambiente liquido, riducendo così la loro popolazione.

Uso di insetticida all'interno del cassone dei morti

Indubbiamente quando si valuta la possibilità reale di infezione tra allevamenti, le mosche non vengono mai contemplate come un rischio reale, a meno che stiamo parlando di zone ad elevata densità suinicola con poca distanza tra allevamenti. Proprio come è stato visto in questo studio le mosche possono volare fino a 2,4 km, ma cosa succede se per caso entrano in un veicolo?  Un camion della raccolta dei morti per esempio. Durante le operazioni di raccolta delle carcasse si catturano anche le mosche, che in alcuni casi possono viaggiare per molti chilometri all'interno dei cassoni. Evitare la cattura delle mosche durante le operazioni di raccolta delle carcasse non è facile, quasi impossibile, ma si potrebbe usare l'insetticida all'interno del cassone (vedere il dettaglio nella foto), evitando il trasporto delle mosche tra allevamenti. Questo metodo viene già applicato da alcuni raccoglitori e dovrebbe diventare una routine.

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