L'efficienza alimentare misurata come indice di conversione (IC) è basicamente un concetto di ingegneria. Si tratta della quantità di mangime che "scompare" in un sito produttivo attraverso l'aumento di peso degli animali. Notasi che non ho parlato di mangime "consumato" . Non abbiamo la minima idea di quanto realmente i suini mangino in un allevamento, per cui è corretto calcolare la differenza tra l'aumento di peso guadagnato e quanto mangimi sono arrivati , togliendo se nel caso, il resto. Grande quantità di questo mangime finisce nello stomaco dei suini.
Esistono molte falsità sull'efficienza alimentare sopratutto per quanto riguarda gli aspetti economici associati. Alcuni produttori e consulenti assegnano un valore economico alle variazioni di IC, normalmente ad ogni punto (centesimo) o decimo. Si percepisce come un risparmio economico il miglioramento dell'IC. In questo articolo prenderò in considerazione alcune problematiche della misura stessa, nel prossimo articolo vedremo gli aspetti economici dell'IC in modo da non confondersi, rendendo questo calcolo valido.
Partiamo dal punto in cui gli allevatori non misurano realmente tutti gli inputs necessari per calcolare l'IC, senza considerare anche i centesimi. E' il classico caso di essere "esattamente inesatto". Il peso del mangime utilizzato nel calcolo è quello che si ipotizza venga somministrato ai capannoni dove crescono gli animali. Ci sono molti fattori che possono farsì che questi numeri siano imprecisi: il mangime rimasto nel silos dal ciclo precedente, per esempio. Per quanto riguarda il peso degli animali, quasi nessun allevatore americano pesa i suini individualmente in allevamento: si aspetta che vadano al macello per ottenere il peso totale di un gruppo. La maggior parte dei macelli non pesano gli animali vivi individualmente, ma pesano le carcasse calde che possono essere convertite in peso vivo secondo la resa standard del macello. Si pesa il camion in partenza per avere il peso vivo consegnato al macello.
Il pagamento all'allevatore normalmente si fa a peso morto, che è il dato più preciso tra tutti collegato all'IC. Tuttavia un recente studio ha dimostrato che solamente il 17% degli allevatori calcolano l'IC in base al peso della carcassa. La maggior parte calcola l'indice di conversione in base al peso vivo per valutare le performance in allevamento, più precisamente all'ingrasso. E' molto più rivelatore e preciso usare l'indice di conversione con il peso della carcassa, dato che è la vera carne prodotta in allevamento, e l'uso di determinate materie prime, come per esempi i distillers, possono cambiare significativamente le performance degli animali in vivo se utilizzati a certi livelli di inclusione.
Sappiamo che ogni suino dell'allevamento ha il proprio IC, ma la tecnologia usata non ci permette di realizzare misurazioni individuali di consumo di mangimi (eccetto per le scrofe). Per cui, si usa la media del gruppo di suini in ingrasso venduti. Purtroppo, come segnalato prima, non possiamo conoscere questo numero soltanto quando vendiamo gli animali, senza quindi poter correggere qualche problema che ci sarebbe stato.
Il tipico problema di valutazione comparativa (benchmarking) dell'IC, che sia tra i vari lotti nel proprio allevamento o sia nel confronto con un database è quello di tenere "fermi" tutti gli altri fattori. Quando si cambia qualcosa in un sistema biologico, vivo, è molto raro che tutto il resto rimanga costante, ma raramente si prende in considerazione questo problema quando si confrontano i dati. I fattori che provocano la differenza, hanno anche altri effetti, a volte in altri componenti del sistema, e spesso sono molto difficili da identificare e valutare nei confronti realizzati.
Così, quando si dice che la riduzione della granulometria degli ingredienti come il mais può migliorare l'indice di conversione, dobbiamo ugualmente ricordare che in alcuni allevamenti la riduzione della granulometria sotto un determinato limite comporta un aumento delle ulcere e anche della mortalità improvvisa dovuta a questa condizione (quindi un aumento della mortalità), e che non è collegato direttamente all'analisi dell'IC. Quanto più fine il mangime, è più facile la sua adesione alle pareti del silos e tubature causando ostruzioni. Questo potrebbe portare a situazioni in cui gli animali rimangono senza mangimi o l'ingrediente venga sostituito da un altro (il che di nuovo influenza l'indice di conversione, mortalità e peso finale), anche questa situazione non viene presa in considerazione nell'analisi dell'IC. Inoltre, quando il mangime si "attacca" alle pareti del silos ed è un mangime medicato, e per caso si distacca in un lotto successivo, in un momento vicino alla vendita, potremmo avere problemi per i tempi di sospensione. In generale quando tutto si mantiene costante, il miglioramento dell'IC può, ma non sempre, essere associato ad un aumento della mortalità, una diminuzione dell'accrescimento medio giornaliero, problemi di qualità della carne (troppa magrezza non apprezzata oggi) ed i problemi di manutenzione degli impianti possono aumentare.
Il modo autentico di migliorare l'IC è lottare contro lo spreco. Lo spreco non solo porta a conseguenze inattese ma ad un portafoglio più vuoto. Nel prossimo articolo faremo un'analisi degli aspetti economici dell'IC in un momento di volatilità dei prezzi delle materie prime e del prezzo dei suini. Quanto di miglioramento dell'indice di conversione giustifica l'acquisto di nuove mangiatoie?