Introduzione
I mangimi delle scrofe normalmente si presentano in farina o in pellet: la presentazione in forma sbriciolata è meno frequente. La pelletatura ha un costo, per cui l'uso dei pellet al posto della farina è una decisione economica e va giustificata per i vantaggi che possono dare.
In genere, i mangimi pelletati danno migliori performance rispetto alla farina. In ingrasso si presume che il miglioramento dell'indice di conversione e degli incrementi giornalieri si attesti ai 5-6%. I principali motivi per una scelta del pellet sono:
- Riduzione dello spreco.
- Riduzione della demiscelazione dei componenti.
- Leggero miglioramento della digeribilità.
- Miglior palatabilità.
- Riduzione della carica microbica.
- Aumento del peso specifico e diminuzione delle variabilità.
Nelle scrofe ci sono pochi studi sperimentali che confrontano la farina e il pellet. La maggior parte dei benefici osservati come detto sopra per i grassi, potrebbe essere applicata anche nelle scrofe, in misure maggiori o minori.
Quale sia la presentazione del mangime, la macinatura è importantissima. Quanto è più fine, maggiore sarà la digeribilità e minor l'eliminazione di sostanza secca e di ammoniaca. Il problema è che la particella di minore dimensione causa un maggior rischio di ulcere e maggiore spese di macinazione. Tenendo conto di questi fattori, la macinazione dei mangimi per le scrofe dovrebbe attestarsi tra 600-700 micron.
In lattazione
E' di conoscenza generale che quanto maggiore è il consumo in lattazione, minore sarà la perdita di condizione corporale della scrofa, migliore produttività al ciclo successivo, maggiore produzione di latte e di conseguenza miglior peso della figliata allo svezzamento.
Quindi, tutte le strategie nutrizionali messe in atto a raggiungere un miglior consumo di mangimi in sala parto o di determinare una miglior digeribilità si trasformano in miglior produttività.
Pellet vs farina
Una delle raccomandazioni più frequenti per migliorare in consumo nella scrofa lattante è usare mangimi pellettati al posto della farina, tuttavia questa tesi non è supportata da prove sperimentali.
In uno studio dell'Università del Kansas (Baudon e Hancock, 2003) il mangime pellettato ha ridotto la perdita del grasso dorsale, ha migliorato la digeribilità dell'energia, della proteina e della sostanza secca, riducendo di conseguenza l'eliminazione di azoto e di sostanza secca. Tuttavia...non ha migliorato il consumo delle scrofe nè gli accrescimenti dei suinetti.
In uno studio similare, realizzato da noi nel 2012 in Canada, il mangime pelletato non ha migliorato il consumo in sala parto nè gli accrescimenti dei suinetti, tuttavia migliorò la conversione alimentare tradotta in kg di mangimi lattazione/kg in peso della figliata(-0,11) oltre ad una minor perdita di peso della scrofa (2,6 kg) e del grasso dorsale (0,5 mm).
Mangime umido o secco
Un metodo molto efficace nelmigliorare il consumo della scrofa in lattazione è offrire il mangime bagnato. L'aumento del consumo può essere di circa il 10%: +12% O’Grady e Lynch (1978), +11% Koketsu (1994) e +7%, Lynch (2001).
Dosatore di alimentazione con scala di regolazione in kg e lb. |
Recentemente Peng et al. (2006) hanno confrontato le performance di scrofe alimentate con una mangiatoia a secco con un succhiotto che permetteva la scrofa di bagnare il proprio mangime offerto a volontà in modo ad libitum con un sistema in cui l'allevatore forniva mangimi 2 volte al giorno con una tazza per l'acqua separata dalla mangiatoia. Il consumo delle scrofe ad libitum fu del 9% superiore, con migliore risparmio di peso in lattazione (6,2 vs 0,6 kg) e miglior peso dei suinetti in media superiore (6,63 vs 6,12 kg), oltretutto, il consumo di acqua totale fu uguale in entrambi i casi (17,2 vs 17,4 l/gg) minor spreco d'acqua (15 vs 232 litri) a 20 giorni di lattazione.
In gestazione
Una volta stabilita la curva di alimentazione per una scrofa gestante, la cosa più importante è poter somministrare i mangimi con la maggior precisione possibile.
La maggior parte dei sistemi di alimentazione a secco per le scrofe gestanti sono volumetrici, ossia, la scrofa mangia una quantità definita da un volume contenuto nel dosatore. I dosatori hanno una scala con la quale si può regolare il volume di mangimi (e di conseguenza i kg) che essi contengono.
La densidà del mangime non è costante nel tempo, potendo variare da una consegna all'altra in funzione della formulazione, delle materie prime o del processo di produzione. Le variazioni della densità possono essere così varie come si osserva nella tabella, con estremità possibili sia per mangimi a farina sia per il pellet. Questo vuol dire che un dosatore di 7 litri avrebbe una capacità di 3,15 kg di mangimi in farina di 0,45 kg/litro e di 4,2 kg di mangimi in pellet pari a 0,6 kg/litro.
Tabella 1. Kg di mangimi che ci stanno nel dosatore in funzione della capacità in litri e della densità del mangime.
kg/litro mangime | Litri dosatori | ||||
5 | 6 | 7 | 8 | ||
Farina | 0,4 | 2,00 | 2,40 | 2,80 | 3,20 |
0,45 | 2,25 | 2,70 | 3,15 | 3,60 | |
0,5 | 2,50 | 3,00 | 3,50 | 4,00 | |
Pellet | 0,55 | 2,75 | 3,30 | 3,85 | 4,40 |
0,6 | 3,00 | 3,60 | 4,20 | 4,80 | |
0,65 | 3,25 | 3,90 | 4,55 | 5,20 |
Quindi è necessario verificare le possibili variazioni della densità ad ogni consegna di mangime e correggere i dosatori nel caso ci fossero variazioni. Il metodo è semplicissimo, basta riempiere un contenitore di 1 litro e pesarlo. Se per esempio, il mangime è aumentato dell' 8% la densità, si dovranno correggere i dosatori ad un 8% in meno in modo che le scrofe continuino a mangiare la stessa quantità di prima.
Un altro problema che si osserva in molti allevamenti è che i dosatori sono troppo piccoli per contenere tutto il mangime che la scrofa deve assumere alla fine gestazione /inizio lattazione il che obbliga a volte alla somministrazione di 2 pasti in gestazione o 3 in lattazione. In questi casi il mangime in pellet può aiutare ad evitare il problema in funzione della sua maggior densità.