Articolo
Dual infections of feeder pigs with porcine reproductive and respiratory syndrome virus followed by porcine respiratory coronavirus or swine influenza virus: a clinical and virological study. VanReeth K, Nauwynck H and Pensaert M (1996). Veterinary Microbiology 48: 325–335
Riassunto
Di cosa si tratta?
Questo studio aveva come obiettivo determinare gli effetti clinici di una infezione doppia: virus PRRS seguita da Coronavirus respiratorio suino (PRCV) oppure da virus influenzale (SIV). L'altro obiettivo era determinare se il PRRSv interferisce con la replicazione del PRCV o SIV.
Come hanno fatto?
Sono stati assegnati 36 suini di 10 settimane di vita (sieronegativi per PRRSv, SIV e PRCV) a 8 gruppi: un gruppo controllo, solo PRRSv, solo PRCV, solo-SIV, PRRSv+PRCV e PRRSv+SIV (3 gruppi).
Le infezioni secondarie (PRCV e SIV) sono state riprodotte 3 giorni dopo l'infezione con il PRRSv.
Sono stati monitorati giornalmente: stato febbrile, tachipnea, dispnea e tosse. Sono stati pesati giornalmente e pure prelevato il sangue e tamponi nasali anch'essi giornalmente.
Risultati?
La febbre si è verificata nei suini infettati con il solo PRRSv (un giorno).
I suini infettati con SIV hanno avuto febbre un giorno accompagnati da sintomi respiratori sporadici (quando sollecitati a muoversi) ed un incremento transitorio della frequenza respiratoria (65/min). Però quando si effettuò la co-infezione con il PRRSv, il primo gruppo di suini PRRSv-SIV presentò febbre più alta durante 10 giorni con picchi di 41,4ºC. Erano molto spossati e depressi, presentavano anoressia grave. Questi suini presentavano una patologia respiratoria evidente tra i 4 e 10 giorni post-co-infezione.
Gli altri gruppi di PRRSv+SIV sono stati colpiti in modo più blando rispetto al primo gruppo.
Tuttavia l'AMG dei 3 gruppi fu compromesso rispetto ai gruppi controllo, solo PRRSv e solo-SIV.
PRCV non ha prodotto nessuna risposta. Tuttavia, quando i suini furono infettati previamente con il PRRSv, l'inoculazione con PRCV ha provocato febbre per 9 giorni accompagnata da malattia respiratoria.
L'eliminazione di PRCV fu similare, indipendentemente dallo status nei confronti del PRRSv e l'eliminazione di SIV nel gruppo PRRSv+SIV si è ritardata di 2 giorni.
Conclusioni?
Questo studio conferma l'ipotesi che gli effetti clinici di un'infezione con PRRSv possono essere potenziati da un'infezione secondaria con altri virus respiratori comuni. Inoltre, mostra che il PRRSv può aggravare gli effetti lievi di altri patogeni respiratori.
La visione di campo di Enric Marco Ultimamente è relativamente comune trovare suini in fase di ingrasso che presentino sintomatologia respiratoria e che rispondino male agli antibiotici. In questo tipo di situazione, ci vieni sempre in mente una patologia virale complicata con infezioni batteriche secondarie. Di fatto, la richiesta all'esame laboratoriale è quella di verificare quali virus sono coinvolti, e la domanda viene facile: che ci sia il PRRv?. Tuttavia è meno frequente pensare alla possibilità di un'infezione virale mista come quella presentata nello studio. Questo studio dimostra che la combinazione del virus PRRS con altri virus con tropismo per l'apparato respiratorio, portano ad una maggiore gravità clinica. Pensare che il virus dell'influenza possa essere presente in certi casi complicati di PRRS è una possibilità che si osserva con una certa frequenza, ma qualcuno pensa al coronavirus respiratorio suino? Sono anni che sappiamo che è un patogeno comune in molti allevamenti e di fatto, ci spiega il perchè in Europa sono presenti episodi di gastroenteriti trasmissibili, nonostante non ci si pensi a lui come patogeno respiratorio. Possiamo spiegare alcuni processi respiratori che compaiono in fase di ingrasso? Eliminare il virus PRRS da un allevamento non è facile, ma eliminare il virus Influenza o il Coronavirus? Tendiamo a dimenticare che l'importante è l'applicazione di una corretta gestione per lotti, con protocolli di tutto pieno-tutto vuoto. Niente di nuovo, abbiamo dati non proprio recenti che ci dimostrano che questo approccio veramente funziona (vedi riquadro). Tuttavia, in allevamenti dove i lotti coesistono (ossia in un sistema non multi sito rigido) possiamo pensare che rispettiamo il TP-TV, invece la realtà non è così. Ad ogni giorno entriamo i tutti i capannoni, entriamo nei box, usiamo le stesse scope nelle sale, reparti, e per questo fungiamo da diffusori di malattia; le iniezioni senza cambio di siringa e nemmeno di aghi. E' con qusto tipo di pratiche che le malattie diventano endemiche, specialmente quelle di origine virale.
In Olanda si inizia ora ad applicare in modo abbastanza rigido quello che si chiama biosicurezza interna, in altre parole, evitare il contagio di un lotto con quello successivo, che di fatto è raggiungibile con una certa facilità: basta che si lavori con ogni lotto come se fosse un allevamento diverso, con cambio di stivali per ogni lotto, lavaggio delle mani o uso di guanti per lotto, con attrezzatura e materiali specifici per lotto. Per quanto riguarda la routine giornaliera, queste iniziano sempre con il lotto più giovane, proseguendo ai lotti man mano più vecchi. Se abbiamo un corridoio comune a tutte le sale, se si carica, si inizia dai più vecchi, le finestre degli altri lotti più giovani devono essere chiuse per evitare il passaggio degli aerosol prodotti dai suini che si muovono e che possono entrare nelle sale. E' solo così che si riesce a far sì che infezioni come l'influenza per esempio, il coronavirus o anche la PRRSv scompaino, o almeno cambino di dinamica minimizzando le infezioni miste. In un insediamento produttivo commerciale non si cerca a tutti i costi lo stato sanitario perfetto, ma si può gestire la produzione senza che il costo sanitario possa compromettere la sopravivenza economica dell'azienda. |