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Interazioni tra PRRSv ed H. parasuis

Il virus PRRS facilita l'infezione da H. parasuis perchè riduce la capacità dei macrofagi ad inattivare il batterio, e non perchè la popolazione di macrofagi alveolari sia compromessa.

27 Febbraio 2015
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Articolo

Effect of Porcine Reproductive and Respiratory Syndrome Virus Infection on the Clearance of Haemophilus parasuis by Porcine Alveolar Macrophages Gloria I. Solano, Elida Bautista, Thomas W. Molitor, Joaquim Segales, and Carlos Pijoan. Can J Vet Res 1998; 62: 251-256

 

Riassunto

Di cosa si tratta?

Questo studio tratta dell'interazione del virus PRRS con il batterio Haemophilus parasuis a livello dei macrofagi alveolari dei suini (MAPs).

 

Cosa hanno fatto?

Sono stati utilizzati 19 suinetti di 4-5 settimane di vita (negativi a PRRSv ed Aujeszky). Sono stati sacrificati 4 suinetti ed i loro MAPs furono studiati in-vitro: i MAPs sono stati inoculati con il PRRSv e dopo esposti all'Haemophilus parasuis per determinare la capacità fagocitaria.

I 15 suinetti rimasti furono utilizzati per gli studi ex-vivo; 9 furono infettati con PRRSv e 6 sono rimasti come controllo. I suini furono sacrificati in differenti momenti (6h, 12h, 24h, 168h e 216h post-infezione) e furono raccolti i loro MAPs per continuare la sperimentazione: i MAPs furono esposti all'Haemophilus parasuis e si determinò la capacità fagocitaria e di eliminazione.

 

I risultati?

Ci fu una riduzione significativa della fagocitosi dei MAPs raccolti dopo le 168h (7gg) dall'infezione, il che suggerisce che la funzione fagocitaria potrebbe cambiare con il tempo in seguito ad un'infezione virale.

 

Sopravivenza intracellulare di H parasuis ei macrofati alveolari suini raccolti di suini infettati con PRRSv

Figura 1. Percentuale di fagocitosi di H parasuis da parte di macrofagi alveolari suini raccolti in suini precedentemente infettati con PRRSv.

Quando si valutò la sopravvivenza intercellulare, si rilevò un maggior numero di H. parasuis di MAPs raccolti da suini passate 168h-216h post-infezione, rispetto ai MAps dei suini controllo non infettati. Questo sta ad indicare che i suini infettati con il PRRSv hanno una diminuzione marcata della capacità funzionale dei MAPs per eliminare gli H.parasuis.

 

Sopravivenza intracellulare di H parasuis ei macrofati alveolari suini raccolti di suini infettati con PRRSv

Figura 2. Sopravvivenza intracellulare di H parasuis  nei macrofagi alveolari suini raccolti da suini infettati precedentemente con PRRSv.

 

Conclusioni?

Si può suggerire che dopo una settimana dall'infezione con il PRRSv (7 e 9 giorni) la riduzione dell'attività fagocitaria e della produzione di anioni superossido da parte dei MAPs potrebbe creare un ambiente più permissivo per la colonizzazione batterica da parte dell' H. parasuis, come nel caso studiato.

 

Enric MarcoIl punto di vista di campo di Enric Marco

Alcuni di noi si ricordano spaventati degli episodi di malattia di Glässer che si osservavano in fase di post-svezzamento dei primi allevamenti infettati con il virus PRRS. In quel periodo, tutti commentavamo che il virus sembrava agire come immunosoppressore e pertanto facilitava l'entrata di altri patogeni come l' H. parasuis. Tuttavia sono dovuti passare quasi 10 anni fino a che si potesse comprovare che il virus PRRS veramente favoriva la persistenza di questo batterio. Fino a questo momento la malattia di Glässer era conosciuta anche come malattia dello stress, dato che compariva solamente quando i suinetti erano  sottoposti a situazioni evidentemente stressanti (post-trasporto, cambio di fase,ecc); dopo l'arrivo della PRRS nei nostri allevamenti la presenza di H. parasuis passó ad essere abituale in fase di post-svezzamento, a tal punto che non ci sorprende più nell'osservare la sintomatologia tipica di questa infezione che coincide con le ricircolazioni virali di PRRS.

I risultati dell'articolo spiegano come il PRRS facilita l'infezione da H. parasuis. Non perchè il virus riduce la popolazione di macrofagi alveolari, ma perché riduce la loro capacità di inattivare il batterio: conseguenza che richiede un certo tempo dopo il contatto con il virus (almeno una settimana).

Di fronte a nuovi episodi, o ricircolazioni virali di PRRS negli allevamenti, dobbiamo prevedere l'uso di antibiotici in fase di post-svezzamento come una delle misure da applicare, e che dovrà essere efficace nei confronti dell' H. parasuis, dato che conoscendo la sua ubiquità negli allevamenti, è altamente probabile che sia uno dei batteri che complicano il controllo della malattia virale.

L'articolo ci fa riflettere su altri aspetti della risposta immunitaria nei confronti di batteri che a volte ci si dimentica o si è negligenti. In questo studio, i macrofagi erano incapaci di fagocitare i batteri quando non erano opsonizzati e questo succedeva in tutti i casi. Questo è un punto importante perchè implica che affinchè i suinetti rispondano ad un'infezione causata da H. parasuis,  devono avere anticorpi circolanti che siano in grado di opsonizzare (ricoprire) il batterio in modo che successivamente questo possa essere fagocitato dai macrofagi alveolari. Per cui sarà fondamentale, nei casi di infezioni precoci, che i suini abbiamo preso il colostro dalle proprie  madri, aumentando la propria immunità cellulare ed umorale, vitali per la risposta immunitaria. E' per questo che metodiche come la conosciuta “McRebel” (non spostare suinetti lattanti dalle proprie figliate!), non solo  riduce la quantità di suinetti viremici allo svezzamento, ma riduce anche le possibilità di infezioni, fino ad un miglioramento stesso della risposta immunitaria ai batteri attraverso una buona assunzione di colostro.

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