Il rapporto del gruppo internazionale di esperti nell'economia del settore suino, InterPIG, ha confrontato i costi di produzione dei suini nel 2021 in 18 paesi. Nel 2021 tali costi, espressi in euro, hanno variato di quasi 1 euro/kg carcassa tra il Centro-Ovest del Brasile e l'Italia, mostrando la diversità delle situazioni. Mentre in Italia, come in alcuni paesi del nord Europa, si sviluppano prodotti differenziati (suini più pesanti, animali allevati all'aperto...), i paesi oltre Atlantico producono suini più economici e con costi di produzione inferiori.
Prezzo del mangime
La crisi delle materie prime iniziata nell'autunno 2020, poi accentuata dal conflitto russo-ucraino, ha avuto un impatto al rialzo sul costo dei mangimi per suini in tutti i Paesi, e quindi sui costi di produzione. In Italia e Gran Bretagna hanno superato i 2 €/kg di carcassa. La classificazione dei paesi rimane la stessa, ma l'aumento dei mangimi ha colpito maggiormente i paesi d'oltre Atlantico, il che riduce la differenza dei costi di produzione con l'Europa. La Danimarca, per la prima volta dalla creazione di questo confronto, ha avuto costi inferiori rispetto al Canada. Nel 2021, la produzione canadese di colza (colza OGM) è stata una delle peggiori e anche i raccolti di grano sono stati scarsi, posizionando il Paese come importatore di materie prime in tempi di crisi. I paesi dell'Unione Europea, produttori di cereali, sono in linea di principio più protetti e l'aumento dei prezzi è avvenuto in misura minore.
Costi di produzione
Le differenze osservate nei costi di produzione si spiegano con i prezzi dei fattori di produzione e con le performance tecniche degli allevamenti. Il costo dell'alimentazione, il più importante, variava da 0,82 €/kg carcassa in Finlandia, che ha beneficiato di prezzi del mangime molto bassi, ai 1,45 €/kg carcassa in Italia. A seconda del Paese, nel 2021 l'alimentazione ha rappresentato tra il 50% e l'83% del costo totale. Il peso dei costi non imputabili all'alimentazione dipende dal prezzo delle strutture, dal costo e dalla produttività della manodopera e dalle spese varie (rimonta, sanità, acqua ed energia). La variabilità della voce lavoro è spiegata dalle differenze tra Paesi nel costo orario del lavoro (da 2,3 a 27,1 €/h). Le variazioni del prezzo delle nuove costruzioni sono significative, da 2.230 €/scrofa in Canada fino a oltre 12.000 €/scrofa in Finlandia ed Austria. La Danimarca ha continuato ad essere la più efficiente in termini di produttività della scrofa con 34 suinetti svezzati/scrofa in produzione/anno. Gli allevatori in Francia hanno svezzato 30,1 suinetti/scrofa, molto vicini ai valori della Germania, con 30,2 suinetti/scrofa.
Prezzi dei suini ricevuti dagli allevatori
Nel 2021, i prezzi percepiti sono diminuiti in tutta Europa (14 paesi su 18) a causa del calo delle importazioni dalla Cina, dall'elevata offerta europea e dalla diffusione della peste suina africana in Germania. Unitamente all'aumento dei costi di produzione, la diminuzione dei prezzi percepiti ha influito sui risultati degli allevamenti. Al contrario, Stati Uniti e Canada, spinti da un forte aumento dei prezzi (rispettivamente di +52 ct e +68 ct), hanno registrato risultati migliori rispetto al 2020. I mercati nordamericani hanno visto un calo significativo dell'offerta di suini nel 2021 e gli Stati Uniti hanno beneficiato di una forte domanda interna ed estera che ha favorito le esportazioni canadesi. A livello europeo, Danimarca e Spagna mantengono risultati positivi (+4 ct e +2 ct rispettivamente), mentre crollano Germania e Olanda (rispettivamente -47 ct e -33 ct). Negativo anche il risultato degli allevamenti in Francia (-12 ct €).