Articolo
Land altitude, slope, and coverage as risk factors for PRRS outbreaks in the United States PLoS ONE 12(4): e0172638. Arruda AG, Vilalta C, Perez A, Morrison R (2017).
Cosa si studia?
Lo studio è stato realizzato per indagare l'associazione tra i fattori geografici (includendo l'altitudine e la copertura dei terreni) e l'incidenza della PRRS registrata nel Progetto di Monitoraggio della Sanità Suina di Bob Morrison (MHSMP).
Come si studia?
Sono stati valutati i dati settimanali dello status della PRRS degli allevamenti che partecipavano al SHMP tra il 2009 ed il 2016. Vennero utilizzati il N° dei focolai di PRRS, gli anni di partecipazione al SHMP e l'ubicazione dell'allevamento. Esiste l'ipotesi che certe caratteristiche ambientali possono influire sul rischio di PRRS: il tipo di copertura dei terreni (aree coltivate, arbusti ed alberi), l'altitudine dei terreni (in metri sul livello del mare) e la pendenza dei terreni (in gradi, comparando con le aree circondanti). Sono stati tenuti in considerazione anche altri fattori di rischio come la regione, il sistema di produzione al quale appartiene l'allevamento, le dimensioni dell'allevamento e la densità dei suini nell'area nella quale è localizzato l'allevamento. Le variabili correlate con i terreni e la densità dei suini erano catturati in formato raster da varie fonti ed estrapolati a punti (siti di allevamenti). La dipendenza tra gli allevamenti che appartenevano ad una filiera di produzione specifico venne tenuto in considerazione in un modello analitico.
Quali sono i risultati?
Il modello finale includeva la densità dei suini, il N° dei suini in allevamento, il tipo di copertura e pendenza dei terreni e la regione. Ci fu una associazione positiva tra l'essere localizzato in un'area ad alta densità di suini e dimensione dell'allevamento, con l'incidenza di episodi di PRRS (P <0,01). Essere ubicati su terreni con pronunciata pendenza (con almeno il 9% circa) sembrava avere un effetto protettivo sull'incidenza di episodi di PRRS comparando con lo stare invece in aree caratterizzate da pendenze lievi (del 2% o meno). Il tipo di copertura dei terreni era ugualmente importante, dove qualsiasi tipo di copertura a colture foraggere o a diversi tipi di alberi sembrava essere associata negativamente con l'incidenza di PRRS rispetto ad aree coltivate. La presenza di arbusti, coperture erbacee ed alberi di diversi tipi diminuiva l'incidenza della PRRS dello 0,70, 0,56 e 0,42, rispettivamente. Queste associazioni sono rimaste significative dopo la contabilizzazione di altri fattori di rischio per la PRRS.
Che conclusioni si traggono da questo lavoro?
La localizzazione dell'allevamento, specialmente in aree ad alta densità di suini, è molto importante quando si tratta del rischio di introduzione del virus della PRRS. L'ubicazione di un allevamento non è facile da cambiare, come lo è anche la densità dei suini.
Questo studio mostra che esistono alcuni strumenti disponibili per diminuire il rischio di infettarsi da allevamenti vicini. Anche se il piantare alberi è un processo abbastanza lento, ci sono alcuni tipi di alberi che crescono molto rapidamente ed in pochi anni potrebbero aiutare a diminuire l'incidenza della PRRS.
Quando si progettano nuovi allevamenti e molto spesso vengono costruiti su terreni aperti, è importante già in questa fase includere la pianificazione della copertura dei terreni ed anche posizionare l'allevamento su pendenze ottimali dei terreni, se è possibile.
La visione dal campo di Enric Marco Per quelli che già hanno passato alcuni anni dedicandosi alla veterinaria nel settore dei suini e spesificatamente alla prevenzione delle malattie, ci conforta leggere le conclusioni di questo articolo. Ricordo, quando già alcuni anni fa discutevamo in convegni sulle migliori localizzazioni per insediare allevamenti di moltiplicazione, seguendo i consigli di chi fu uno dei precursori della biosicurezza: Tom Alexander. Tom sempre consigliava di fuggire dai terreni pianeggianti e non protetti. Non aveva lavori scientifici, nè statistiche dietro questo consiglio, solo tanto buon senso...Molti degli allevamenti di moltiplicazione che abbiamo oggi in Europa seguirono i suoi consigli ed alcuni di questi hanno ottenuto di rimanere, fino ad oggi, indenni dalla PRRS (più di 20 anni senza infettarsi). Se teniamo in considerazione che affinchè un allevamento si infetti per via aerogena è necessario un movimento dell'aria lento (venti deboli) ed alta umidità ambientale, le zone pianeggianti e coltivate sono quelle idonee affinchè ci siano le condizioni corrette. La presenza di vegetazione rompe il flusso laminare del vento, generando turbolenze e disperdendo le particelle virali, il che in maniera naturale riduce la possibiltà di infezioni. In quanto al tipo di terreno, che sia inclinato almeno del 9%, ci sta dicendo che gli allevamenti non si trovano in fondo valle, dove si accumulano le arie fredde ed umide e pertanto, dove ci sono le migliori caratteristiche per la trsmissione di patogeni attraverso l'aria. Probabilmente, una corretta localizzazione, dal punto di vista della biosicurezza, non è la più interessante per quanto riguarda i costi delle costruzioni, però sicuramente lo è economicamente più interessante nel medio e lungo periodo e specialmente quando lo status sanitario può essere un elemento limitante per la produzione, come potrebbe essere il caso di un nucleo genetico o di moltiplicazione. La scienza avanza lentamente, ma ci riempie di gioia quando i criteri di conferma sono stati la chiave per mantenere la salute di molte aziende agricole. |