La realizzazione dei guadagni è l'attività più importante per qualsiasi allevatore di suini. Gli obiettivi possono essere familiari o personali molto leggittimamente mescolati, ma l'obiettivo non deve essere solamente la realizzazione del guadagno, ma la sua massimizzazione. Il guadagno è la ricompensa sociale dell'uso delle risorse globali limitate in modo responsabile ed efficiente. Questo significa che quando si guadagna, si aumenta il valore reale o tangibile delle risorse limitate di una metodica utilizzata nella realizzazione del prodotto finale. Siccome le risorse sono limitate, il fatto di essere utilizzate dall'allevatore, vuole dire che le stesse risorse non possono essere utilizzate da altri o per altre cose. La massimizzazione di questo comportamento fa diventare l'allevatore un autentico ambientalista che cerca di non sprecare niente (lo spreco riduce i guadagni ed inquina senza generare nessun valore compensativo). Dato che le risorse globali sono sempre più scarse, l'incapacità di generare guadagni nella propria attività porterà ad una "offerta" dal mercato che non si potrà rifiutare: "Cercati un altro lavoro".
Il semplice fatto che sia necessario spiegare la ricerca dei guadagni non implica una mentalità criminale e nemmeno che porti al rimorso: dimostra quanto ci siamo spostati dal buon senso e quanto pericolosamente politicizzato sia diventato il mondo. La necessità di difendere il guadagno, nasce da una scorretta interpretazione di attività oscure, cattive pratiche commerciali (come per esempio non pagare tutti i costi di produzione, cattiva gestione) come "capitalismo", il che converte la massimizzazione dei guadagni come sinonimo di avidità. Se ti rubo un maiale, eliminando così il costo della sua produzione e lo vendo, possono chiamare guadagno i soldi della vendita? No, si deve parlare di soldi rubati. Se lavoro sodo, in modo intelligente e riesco a fare tanta carni di maiale e dei suoi prodotti il cui valore supera di molto l'ammontare delle risorse che ho usato per produrre : devo essere chiamato "avido"? No, invece di persona efficiente. Facile no? Probabilmente dovremmo ricordarlo durante il prossimo anno.
Nel linguaggio degli economisti, la produzione suinicola (cosí come tutte le produzioni di materie prime), spesso viene tassata come "settore con margini". Con questo si vuole dire che, alla fine (non necessariamente oggi, nè in questo mese e nemmeno quest'anno...), il mercato paga, in media, il prezzo giusto per la produzione di suini (nè più nè meno). Da sempre il governo, i sussidi ed altri fattori esterni, possono portare a frustrazioni, ma l'assenza di interferenze persistenti al di fuori del mercato, il guadagno del settore è, a lungo termine, in media con un buon investimento delle risorse utilizzate e del rischio assunto. In questa ottica, quando siamo difronte a periodi di buoni guadagni o di grandi perdite, sappiamo che le forze del mercato tenderanno a correggere tali situazioni estreme e torneranno alla media di lungo termine. Con un allevamento ben capitalizzato e ben condotto, questo servi di consolazione in tempi di vacche magre, dato che sappiamo quali sono gli sviluppi. Gli allevamenti non ben capitalizzati o con cattiva gestione chiudono ( o ridurrano la propria produzione o i pesi di vendita) e questo meccanismo creerà un ritorno positivo. Succede lo stesso nei periodi di buoni guadagni, come questi che stiamo vivendo. Molti fattori entreranno in azione per limitare la durate di questi guadagni, portando le cose nella norma. Questi fattori includono l'aumento dei pesi alla vendita, l'aumento della produzione, pratiche di gestione poco attente che si nascondono quando i guadagni sono elevati, e l'aumento della domanda (e pertanto del costo) delle materie prime e quindi dei mangimi, oltre ai servizi, aggiunto alla mancanza di qualche materia prima che, siccome ha un prezzo basso, viene esportata, diventando più scarsa per i consumatori interni.
Se osserviamo la figura 1, vedremo il ritorno mensile della produzione di suini da ingrasso di (123 kg) dal 2001 al 2012. Sono stime realizzate in base a formule matematiche, non dati reali dei produttori. Questa serie di dati è stata elaborata da Lawrence e Shane Ellis dell'Università dell'Iowa (puoi controllarli qui). Nonostante non rappresenti esattamente i tuoi costi e guadagni, probabilmente riflette la direzione e la grandezza con sufficiente fedeltà per illustrare questo tema. Notare che il mercato si corregge costantemente, alternando tra guadagni e perdite.
Figura 1. Guadagni mensili stimati per suini di 123 kg in un ciclo chiuso.
Lawrence e Ellis, Iowa State University
www.econ.iastate.edu/estimated-returns
Dato che lavoriamo con distribuzione, la figura 2 rappresenta la distribuzione probabile di questi guadagni nello stesso periodo. Si può apprezzare che i guadagni sono limitati dalle perdite e guadagni per capo nella fascia superiore a $30. Questa serie di valori sono solo al di sotto o al di sopra il 5% del periodo esaminato. Questo è quello che determina se una attività dà profitto. Le forze tentanto di restaurare l'equilibrio a lungo termine, il che poi si verifica con un giusto guadagno. E' necessario ricordare che il guadagno giusto è per il produttore medio: considerando queste stime, il profitto a lungo termine è vicino a zero nel periodo osservato. Questo si deve probabilmente, alla anomala siccità del 2012. Nel 2014, se ci concentriamo sul degno obiettivo di massimizzazione dei profitti, puoi sperare di essere uno di quelli che si posiziona al lato destro della distribuzione dei guadagni netti, e che hanno più profitti rispetto alla media del settore nel lungo termine. Ricordati mentre ti prepari per l'anno prossimo: avere un obiettivo degno, è buono non solo per te, ma anche per la società.
Figura 2. Profitti medi stimati 2001-2012 per la produzione dei suini di 123 kg in un ciclo chiuso.
Lawrence e Ellis, Iowa State University
www.econ.iastate.edu/estimated-returns