Articolo
Evaluation of a stillborn (pre-colostral) piglet sampling and testing procedure for possible inclusion with a conventional soon-to-wean piglet monitoring procedure to measure time-to-virus-negative-piglets interval in PRRSv positive sow herds. B Carmichael, D Polson, M Torremorell, and Holtkamp. American Association Of Swine Veterinarians, 2009
Riassunto dell'articolo
Cosa è stato studiato?
E' importante determinare il momento nel quale un allevamento positivo al PRRSv inizia a produrre, in modo consistente, gruppi interi di suinetti svezzati negativi al PRRSv. In primo luogo, i suinetti negativi potranno iniziare ad essere mescolati con altre origini o gruppi di suini negativi. In secondo luogo, la presenza di suinetti negativi indicherà quando è il momento adeguato per riaprire un allevamento che sia stato mentenuto chiuso.
Gli obiettivi di questo progetto furono la valutazione di un protocollo di monitoraggio per migliorare la sensibilità del rilevamento del PRRSv a livello di allevamento e l'ottenimento di maggiori informazioni per prendere decisioni. Un approccio alle doppie sub popolazioni può ampliare lo spettro dei capi soggetti a campionamento quando si sta determinando il momento nel quale si iniziano a produrre suinetti negativi in un allevamento positivo; potrebbe aiutare anche a prendere migliori decisioni sui riproduttori positivi.
Come si studia?
Nell'aprile del 2008, si iniziò un programma di eliminazione del PRRSV in 2 allevamenti di scrofe, della stessa impresa, recentemente infettata che non aveva avuto contatti in precedenza con il virus. Vennero monitorate 2 sub popolazioni: 1) suinetti nati morti, che rappresentano un periodo di circolazione virale potenziale nell'ultimo terzo di gravidanza, e 2) suinetti appena prima dello svezzamento, che rappresenta un periodo di circolazione virale potenziale da fine gestazione fino allo svezzamento.
Monitoraggio della sub popolazione 1: ogni mese si prelevavano campioni da 10 nati morti di ogni allevamento (tamponi ascellari e sangue): inviati ad un laboratorio di diagnostica per cercare il PRRSv mediante ELISA e PCR.
Campioni accettabili = cordone ombelicale umido+pulmoni non gonfi o parzialmente gonfi + senza latte nello stomaco.
Monitoraggio della sub popolazione 2: ogni mese si prelevavano, da ogni allevamento, 60 campioni di sangue dai suinetti prima dello svezzamento, che erano inviati per cercare il PRRSv mediante PCR.
Quali sono stati i risultati?
I campioni dai nati morti furono raccolti a 123, 162 e 201 giorni dopo l'identificazione iniziale dell'allevamento come positivo. I risultati positivi vennero rilevati nelle scrofe mediante PCR e ELISA. I prelievi di campioni dai nati morti corrispondono ai giorni 118, 157 e 196 dopo la prima vaccinazione a tappeto in allevamento.
Si rilevò viremia da PRRSv nei suinetti nati morti infettati in utero in 6 dei 40 (15%) campioni di siero. Si rilevò RNA virale di PRRSv in 6 di 40 (15%) tamponi cutanei.
I feti nati morti che erano PCR-positivi nel siero e/o pelle non mostrarono evidenze di siero-conversione che erano rilevabili mediante ELISA.
I risultati delle analisi di siero e della pelle mediante ELISA furono 0% (0/40) positivi, e non si rilevarono differenze in relazione a campioni positivi (S/P) tra suinetti PCR positivi e PCR negativi.
Che conclusioni si traggono da questo lavoro?
E' interessante che i tamponi raccolti dalla superficie cutanea dell'ascella dei suinetti nati morti erano PCR-positivi. Il PRRSv proviene, probabilmente, dal liquido amniotico e non dalla gabbia parto dato che gli allevamenti funzionano con il tutto pieno-tutto vuoto, vengono lavati a fondo con acqua calda, vengono disinfettati con prodotto viricida nei confronti del PRRSv e si aciuga con un asciugante commerciale.
Il campionamento/analisi dei suinetti nati morti (non colostrati) può essere uno strumento complementare per la PCR dei suinetti nel momento in cui vengono svezzati che fornisce una grande fiducia nel rilevamento di evidenze di circolazione di PRRSv nei riproduttori.
Considerando che il rilevamento dei suinetti negativi alla fine della lattazione significa un ritardo di quasi una lattazione rispetto alla stessa informazione ottenuta a partire da suinetti nati morti (non colostrati), si potrebbe descrivere un protocollo di interpretazione dei risultati e l'esecuzione di azioni combinando il monitoraggio dei suinetti nati morti (non-colostrati) con quello dei suinetti al momento di essere svezzati.
La visione dal campo di Enric Marco La strategia chiave per arrivare a produrre suinetti negativi alla PRRS è la sospensione dell'entrata della rimonta o chiusura dell'allevamento e smettere di usare dosi di verri positivi. Queste misure sono quelle che permetteranno che il virus smetta di circolare tra i riproduttori. Conoscere quando si iniziano a produrre suinetti negativi è la chiave per continuare con le misure che ci portano all'eliminazione del virus. Nei casi in cui l'allevamento ha anche gli svezzamenti nello stesso sito dei riproduttori, il momento nel quale si iniziano a produrre suinetti negativi sarà il segnale per iniziare a svuotare gli svezzamenti che permetterà, dopo lo svuotamento, di far rimanere i suinetti successivi negativi nell'allevamento per mantenerli negativi (naturalmente considerando che non ci sia l'ingrasso nell'allevamento). Mentre potrebbe essere questo il segnale che ci permetterà di prendere la decisione di riaprire l'allevamento all'arrivo della rimonta negativa senza il rischio che questa diventi positiva. La metodologia impiegata più abitualmente era il campionamento di sangue dei suinetti allo svezzamento. Il timore di dipendere solo da questo tipo di campione è quello che non ci scappi la presenza del virus quando la sua presenza è molto bassa. La combinazione dei campioni dei suinetti allo svezzamento e dei suinetti al parto, sia da suinetti nati morti come suggerisce l'articolo o da suinetti vivi, apporta precisione e sicurezza per prendere una decisione che sarà cruciale in qualsiasi piano di eradicazione della PRRS. La novità di prendere i campioni di sangue o dalla pelle(ascella) dai nati morti apporta nuove risorse ai tecnici per poter ottenere sempre il campionamento necessario. Tuttavia, non sostituisce il campione allo svezzamento poi, come viene commentato nell'articolo, si possono avere soggetti che nascono negativi al parto che però si contaminano nelle sale parto. E' inutile dire che quando si realizzano questi tipi di controlli non è sufficiente avere una unica sierologia negativa, sarà necessario disporre di varie repliche per avere la sicurezza che il virus abbia smesso di circolare nell'allevamento. |