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Modello stocastico delle strategie di controllo del PRRSv negli allevamenti degli USA: il pensiero dal campo di Enric Marco

Dopo 24 anni di esperienza, purtroppo non abbiamo un piano di controllo condiviso ed accettato dalla nostra comunità tecnica. Perchè?. Il pensiero dal campo di Enric Marco...

30 Novembre 2015
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Articulo

Stochastic model of porcine reproductive and respiratory syndrome virus control strategies on a swine farm in the United States. Jaewoon Jeong; Sharif S. Aly; Jean Paul Cano; Dale Polson; Philip H. Kass; Andres M. Perez. 2014. Am J Vet Res 2014;75:260–267

 

Riassunto dell'articolo

Cosa si studia?

Gli Autori hanno studiato l'efficacia di diverse combinazioni di strategie di controllo nei confronti del virus della sindrome riproduttiva e respiratoria (PRRSv) a livello di allevamento individuale. L'obiettivo è determinare la strategia più efficace per il controllo del PRRSv.

 

Come si studia?

Mediante modelli stocastici si simularono episodi di PRRS in ipotetici allevamenti di scrofe di dimensioni piccolo, medio o grande nel medio ovest degli Stati Uniti. Nei modelli si compararono diverse strategie di controllo: da nessuna, fino a 4 combinazioni di immunizzazione, chiusura dell'allevamento, e acclimatamento delle scrofette da rimonta. Inoltre, combinando 3 gradi di virulenza del PRRSv con le 3 dimensioni di allevamento: si simularono 9 scenari distinti.

L'obiettivo di ogni simulazione era che i suinetti fossero negativi alla PRRS a 3 settimane di vita (stabilità).

 

Quali sono i risultati?

L'aumento della virulenza del PRRSv e la dimensione dell'allevamento erano negativamente associati con la probabilità di raggiungere la stabilità. Il livello di virulenza sembrava avere più influenza rispetto alla dimensione dell'allevamento nella probabilità di raggiungere la stabilizzazione.

Per lo scenario base (nessuna strategia di controllo della PRRS), si raggiunse la stabilizzazione solo quando l'allevamento era piccolo ed il virus poco virulento.

Una immunizzazione di massa ripetuta con chiusura dell'allevamento o acclimatamento delle scrofette da rimonta fu una alternativa migliore rispetto ad una unica immunizzazione di massa per il controllo della malattia in allevamento.

 

Che conclusioni si traggono da questo lavoro?

In un allevamento di suini, l'immunizzazione ripetuta di massa con un vaccino contro la PRRS (virus vivo modificato) con chiusura dell'allevamento o acclimatamento delle scrofette da rimonta, fu lo scenario con il quale più probabilmente si raggiungeva la stabilizzazione. Inoltre, la chiusura dell'allevamento sembrava essere quello che dava maggiori benefici rispetto alla sola acclimatazione della rimonta.

 

Enric MarcoLa visione dal campo di Enric Marco

A tutti quelli che hanno dedicato gli ultimi anni alla clinica veterinaria nel settore suinicolo e che abbiano dovuto "lottare" con la PRRS, non sorprende vedere che in varie parti del mondo (USA, EU), o incluso all'interno dell'Europa, gli approcci per raggiungere la stabilizzazione del virus della PRRS sono diversi.Tutti posseggono alcuni elementi in comune, però tutti alla fine differiscono dagli altri. Quali sono gli elementi comuni?

I diversi piani di controllo sempre combinano distinte strategie per raggiungere l'obiettivo: tutti tentano di evitare la destabilizzazione che genera l'entrata della rimonta, o addirittura con metodi più drastici come sono la sospensione temporale totale della rimonta o meno drastici come sono i diversi piani di adattamento con diverse durate. Tutti i piani contemplano di evitare elementi che presuppongano un rischio di una nuova introduzione di ceppi, come è l'entrata della rimonta positiva o l'uso di dosi di seme proveniente da centri di inseminazione artificiale positivi. Tutti cercano di evitare la presenza delle zone calde(zone dove circola il virus in modo continuo: post-svezzamento), con l'uso di diverse tecniche come possono essere il depopolamento parziale, il management in bande o l'uso di rigorose misure di biosicurezza interna. Tutti applicano qualche piano vaccinale: vaccinazione d'emergenza successiva ad un episodio e vaccinazione delle primipare, vaccinazioni a tappeto varie volte all'anno, vaccinazione 6-60, vaccinazione combinata con il virus vivo attenuato e inattivato, vaccinazione solo dei riproduttori o di tutta la popolazione presente ecc..La realtà è che, dopo 24 anni di esperienza, ancora non abbiamo un piano di controllo condiviso ed accettato da tutta la comunità tecnica. Perchè?

Il presente articolo, comunque presuppone un esercizio teorico (basato su certe premesse), ci aiuta a capire cosa succede in realtà. Le diverse combinazioni di circostanza che si hanno nella pratica, come sono: il tipo di allevamento (ciclo chiuso o aperto), dimensione, gestione della rimonta, e patogenicità dei ceppi virali di campo, spiegano in grande misura perchè, nella vita reale, l'applicazione delle stesse misure non producono sempre gli stessi risultati. In definitiva, la peggior combinazione in partenza richiederà sempre misure più aggressive, se si vuol raggiungere lo stesso risultato.

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