Negli articoli precedenti abbiamo rivisionato differenti approcci di controllo del virus della PRRS in allevamento, più specificatamente , l'importanza dei vari passi per ottenere un buon programma di adattamento della rimonta nei confronti del virus PRRS: L'obiettivo di questo protocollo di controllo, come già rivisto in precedenza, è sempre l'interruzione del ciclo di trasmissione del virus in scrofaia e di conseguenza, la produzione di suinetti negativi al virus al momento dello svezzamento. Una volta che questo protocollo viene applicato, la domanda è: come dobbiamo monitorare? Con quale frequenza dobbiamo sequenziare il/i virus presenti in allevamento? In questo articolo, abbiamo chiesto ai nostri 4 veterinari di Germania, Stati Uniti, Cina e Spagna come monitorare l'evoluzione delle strategie di controllo del virus della PRRS nelle loro zone.
Quanti allevatori hanno veramente in uso un protocollo di controllo del virus della PRRS? Quali sono le loro aspettative? In Cina, Wang stima che una buona percentuale di allevatori hanno un programma di controllo del virus. I produttori più grandi hanno addirittura preso la decisione di avere il proprio laboratorio di analisi per il controllo del virus della PRRS, oltre che logicamente per altre analisi di routine o di altre malattie. Da un altro lato, i piccoli allevatori normalmente cercano l'appoggio di aziende farmaceutiche che offrono i test di laboratorio senza spese, come parte del servizio tecnico. Wang sottolinea che nonostante la quantità enorme di controlli nei confronti del virus della PRRS, in un modo o nell'altro, le informazioni che escono dai test non aiutano più di tanto, dato che sono solamente di tipo sierologico, oppure, con utilizzo di metodologie e o campionamenti non corretti. Vidal, Pitkin e Böhne dicono che la maggior parte degli allevatori realizzano i monitoraggi solo quando sono in presenza di gravi sintomi clinici, il che normalmente avviene dopo una rottura. Gli allevatori non controllano in modo routinario se l'azienda è stabile o instabile. Non è possibile cambiare facilmente la decisione di muovere o meno i suinetti da un lotto all'altro in base ai controlli dei test che indica lo status del virus della PRRS. Vidal. Questa è una decisione che complica la logistica del sistema. Anche Pitkin fa differenza tra gli allevamenti commerciali e quelli di moltiplicazione. In questi ultimi, l'obiettivo è vendere i riproduttori e quindi il controllo viene fatto al 100% di questi allevamenti. Il monitoraggio si basa sulla presenza o meno di anticorpi e del virus, controllando in modo costante e periodico per garantire lo status di negatività all'allevamento di moltiplicazione.
Tutti i veterinari (eccetto Vidal) sono d'accordo con la tecnica di campionamento e con le tipologie di suini da controllare per avere un buon programma di controllo: suinetti prima dello svezzamento. 30 campioni di siero o equivalente in campioni di saliva allo svezzamento sono la metodologia più comune. Realizzare la PCR in pools di 5 è la modalità più frequente nei campioni di sangue. Quando si usano le corde Pitkin commenta che il sequenziamento può essere più difficile. Da un altro lato, Vidal considera anche i campioni di siero dei siti 2 e 3, oltre a quelli delle scrofe che hanno abortito come parte routinaria del monitoraggio di controllo dopo un episodio. Nel suo caso, e finchè l'allevamento torni a stabilizzarsi, si applicano i punti di McRebel®, ritardano l'introduzione della rimonta per 5 mesi (semi-chiusura dell'allevamento), e si usano scrofe che hanno abortito per stabilizzare l'allevamento, assieme alla vaccinazione a tappeto con vaccino vivo modificato. A questo punto Pitkin differenzia di nuovo gli allevamenti commerciali e quelli da moltiplicazione o di genetica: gli obiettivi sono molto diversi. Per gli allevamenti di selezione o di moltiplicazione, l'obiettivo è comprovare lo status sanitario dei riproduttori adulti, per cui, il campionamento viene concentrato ai capi che devono essere venduti a breve e sempre che siano inviati ad un cliente. Wang riporta l'aumento dell'uso dei fluidi provenienti dalla castrazione/taglio coda come parte del monitoraggio che utilizza (foto 1).
Una volta che gli allevamenti ottengono un risultato di positività, si fa sempre il sequenziamento? cosa si aspettano di avere i veterinari con il sequenziamento? Per Vidal, vengono sequenziati solamente i campioni quando si sta cercando di capire l'epidemiologia della rottura. Nel Nord America, Pitkin ci ha dato maggiori dettagli e ci ha spiegato che gli allevatore vogliono sempre sapere se il virus è quello già presente o no in allevamento, nei confronti di una nuova introduzione di animali e pertanto se il sistema sta funzionando bene o no, dato che hanno una ampia banca dati dei propri virus presenti nei propri allevamenti. Pitkin spiega che fino ad un 2% di cambiamenti, viene considerato tuttavia lo stesso virus, sempre e quando non si osservano sintomi clinici. Per questo motivo, hanno imparato che l'informazione del sequenziamento è molto utile per il controllo della PRRS, ma non è nemmeno l'unica cosa da fare per valutare i ceppi isolati durante i monitoraggi. L'informazione della diversità genetica da sola non ci risponde a domande fondamentali associate alla virulenza ed alla patogenicità del virus. Allora, è bene sempre osservare i suini, e come dice Pitkin “ascoltare i suini e comprendere cosa ti dicono”. E' fondamentale essere flessibili e cambiare le strategie, se è necessario, oltre alle informazioni del sequenziamento.