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Caso clinico: Morti improvvise ed edemi in suini di varie età

Si osservarono morti improvvise di suini senza sintomi evidenti tranne che un diffuso edema facciale a livello dei padiglioni auricolari e a livello dello sterno. La temperatura raggiungeva i 41,5°C.

Descrizione dell'allevamento

Si tratta di un allevamento di moltiplicazione di 250 scrofe nella regione polacca di Gran Polonia , in cui tutti gli animali da rimonta rimangono in allevamento fino a 100 kg. I maschi e le scrofette scartate sono vendute ad un ingrasso localizzato dietro i capannoni di svezzamento. Si utilizza l'inseminazione artificiale e si lavora con lotti settimanali di 10 scrofe. I suinetti sono svezzati a 28 giorni di età, con sistema "tutto pieno- tutto vuoto". Sono svezzati circa 6.200 suinetti l'anno.

Nel momento della comparsa del caso le condizioni ambientali dell'allevamento erano buone e lo stato sanitario veniva considerato molto alto : era negativo a Brachyspira hyodysenteriae, Salmonella spp. e Pasteurella multocida tossigena, PRRSV, Actinobacillus pleuropneumoniae, Mycoplasma hyopneumoniae, Leptospira spp. e solo positivo a Bordetella bronchiseptica e Lawsonia intracellularis. Né erano stati descritti casi di PMWS. La routine delle profilassi includeva la vaccinazione nei confronti della colibacillosi (nelle scofette a 8 e 3 settimane prima del parto e nelle scrofe a 3 settimane prima del parto) e nei confronti del mal rosso e parvovirosi (scrofette a 5,5 e 6,5 mesi d'età e nelle scrofe a 3 settimane prima del parto). Non si vaccinava nei confronti del PCV2.

Comparsa del caso

Durante la prima visita si osservarono morti improvvise di soggetti, inoltre si osservarono animali con abbondante edema facciale alle orecchie e nella regione pettorale (fig. 1), così come un aumento della temperatura corporea fino a 41,5 ºC. In alcuni soggetti inoltre si appezzavano sintomi neurologici (opistotono, posizione laterale, movimenti di "pedalare" agli arti). Inizialmente i sintomi si osservarono in un gruppo di scrofette di 70-100 kg di peso. La morbilità aumentó fino ad oltre il 15 % e la mortalità salì ad oltre il 6 %. Durante il mese successivo si osservarono sintomi similari, però con una intensità leggermente minore e che colpiva i soggetti più giovani: svezzamento e scrofette fino a 70 kg. Nelle settimane successive si osservarono sintomo similari (eccetto i neurologici) in scrofe svezzate ed in sala parto in scrofe in lattazione.

Edema

Fig. 1. Sintomi di edema.

Necroscopie e test di laboratorio

Furono inviati 4 soggetti colpiti al laboratorio. Mostravano segni clinici come un gran edema con fovea nelle parti più basse, accumulo sottocutaneo di fluido nell'area dello sterno in due suinetti svezzati (fig. 3) e temperatura corporea da 41,0 a 41,3 ºC. La necroscopia mostró una infiltrazione sottocutanea gelatinosa, specialmente nelle zone più basse (fig. 2, 3), pericarditi sierofibrinose (fig. 4) e pleuriti.

Aumento i volume sottocutaneo con grande quantità di fluido dopo l'incisione

Fig. 2. Gonfiore del tessuto sottocutaneo, emerge una gran quantità di fluido dopo una incisione della pelle nella zona bassa del corpo.

Accumulo di fluido sottocutaneo in zona esternale

Fig. 3. Accumulo di fluido sotto la pelle nella zona sternale.

Fibrina leggera e fragile tra l'epicardio e saco pericardico

Fig. 4. Fibrina delicata e fragile tra l'epicardio ed il sacco pericardico.

Dopo la valutazione patologica, si effettuarono gli esami batteriologici. Nei soggetti esaminati che non avevano zoppie nè sintomi nervosi, non si prelevarono campioni dalle articolazioni nè del fluido cerebrospinale. Il materiale analizzato venne raccolto in maniera asettica ed i tamponi vennero fatti subito dopo le aperture delle cavità corporali.

I campioni furono seminati su agar con sangue di cavallo con semina di Staphylococcus epidermidis ed in agar McConkey. L'identifizione si realizzò con test biochimici (Vitec) o mediante PCR.

Risultati di laboratorio

Gli studi batteriologici mostrarono solamente una crescita di Haemophilus parasuis (H. parasuis). Le colonie erano molto piccole ("like pin pricks"), non emolitiche, con satellitismo (aumento delle colonie) intorno alle striature di Staphylococcus epidermidis (fonte di NAD).

I tamponi prelevati dalle alterazioni patologiche (suinetti svezzati) furono analizzati mediante PCR. I risultati sono mostrati nella tabella 1.

Tab 1. . Diagnostica di laboratorio di Haemophilus parasuis a partire da superfici sierose e siero.

tessuto suinetto 1 suinetto 2 suinetto 3 suinetto 4
Isolamento + PCR / PCR tessuto
pleura +/+ +/+ +/+ +/+
pericardio +/+ +/+ +/+ +/+
peritoneo -/- +/+ -/- -/-
siero +/+ -/- -/- -/+

Si confermó la presenza di H. parasuis nelle lesioni tipiche di Glässer. Il batterio fu identificato anche con PCR nel siero, il che dimostrò che 2 dei 4 suinetti analizzati presentavano batteriemia.

Dopo l'isolamento di H. parasuis nei 4 suinetti sottoposti a necroscopia si prelevarono 20 tamponi nasali di suinetti svezzati, scrofette e scrofe per comparare i ceppi degli animali ammalati con quelli sani (portatori). Si effettuarono gli isolamenti e le identificazioni dei microrganismi dei tamponi (identificazione biochimica e conferma finale del ceppo mediante PCR).

Si analizzarono 10 isolamenti di H. parasuis – 4 dei quali da soggetti sottoposti a necroscopia e 6 di sani – mediante caratterizzazione molecolare con ERIC PCR (fig. 5). Tutti gli isolamenti che si ottennero da animali ammalati avevano lo stesso profilo ERIC PCR. Curiosamente, si riscontrarono ceppi identici nei campioni nasali di due dei sei animali sani. I quattro restanti avevano differenti ceppi di H. parasuis nelle cavità nasali, caratterizzati da differenti profili ERIC PCR.

Dendogramma

Fig. 5. Dendogramma che compara i ceppi isolati di H. parasuis mediante ERIC PCR.

Trattamenti

Il trattamento consisté in amoxicillina + acido clavulanico i.m. negli animali con sintomi clinici e nell'implementazione di un trattamento metafilattico con amoxicillina nell'acqua da bere(14 gg, 20 mg/kg pv) nei rimanenti animali. Questo trattamento ebbe un risultato terapeutico permanente.

Conclusioni

Negli allevamenti con elevato stato sanitario, l'infezione da H. parasuis spesso si presenta in forma acuta, colpendo gli animali di qualsiasi gruppo d'età. I sintomi come la febbre, l'apatia, i problemi respiratori, il dolore facendo pressione sui muscoli addominali (difesa muscolare), l'infiammazione delle articolazioni e le zoppie sono caratteristiche di questa forma di Glässer. Inoltre si possono osservare sintomi nervosi ed edema sottocutaneo, come successe in questo caso.

Le variazioni patologiche descritte in questo caso sono caratteristiche di una infiammazione acuta sierofibrinosa. Queste variazioni non sono patognomoniche, per cui la diagnosi si deve basare su analisi di laboratorio.

La specifica localizzazione dell'edema nelle parti basse del corpo, così come la caratteristica fossetta su pressione (fovea) fa pensare ad una insufficienza cardiaca (edema cardiaco), concretamente in una insufficienza cardiaca congestiva con la conseguente stagnazione del sangue nella circolazione sistemica. Tuttavia, questa conclusione non si accorda con la presenza confermata di H. parasuis nei tessuti sottocutanei di questo caso specipico. Questo potrebbe suggerire gonfiore infiammatorio causato direttamente dall'agente batterico. Questo può essere spiegato dalla batteriemia: si isolò la presenza dei batteri nel tessuto sottocutaneo, provenienti da vasi sanguigni danneggiati.

La possibilità di differenziare tra i vari ceppi di H. parasuis circolanti in allevamento può essere importante dato che l'epidemiologia del H. parasuis è complessa e l'infezione che causa è un processo dinamico. Per questo spesso si utilizzano varie tecniche di tipizzazione, il che permette l'identificazione tra differenti specie (ERIC PCR). In allevamenti con buon stato sanitario predominano certi ceppi che possono causare la malattia. Nel caso descritto si dimostrò che 6 isolamenti avevano lo stesso profilo ERIC PCR ed appartenevano allo stesso ceppo patogeno di H. parasuis. La loro presenza fu confermata anche in animali clinicamente sani. Questo fatto e l'effetto terapeutico permanente dell'antibiotico (senza vaccinazione), potrebbe indicare una immunità crescente in allevamento contro nuovi casi clinici per lo stesso ceppo patogeno.

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