In condizioni considerate normali, i protocolli di inseminazione artificiale (IA) consigliano la realizzazione di 2-3 interventi durante il calore, con dosi da 80-100 ml contenenti 3x109 di spermatozoi per dose, le quali devono essere depositate nel condotto cervicale della scrofa. In questo modo, a partire da un eiaculato il numero di scrofe inseminate con lo stesso verro è abbastanza limitato,il che ostacola un utilizzo efficiente dei verri. Esiste oggi un grande interesse nel ridurre il numero di spermatozoi per dosi senza che questo possa influenzare negativamente i risultati riproduttivi. Nell'ultimo decennio, sono stati sviluppati diversi modelli di inseminazione che hanno come obiettivo diminuire la quantità di spermatozoi, depositandoli all'interno del corpo dell'utero (inseminazione post-cervicale, IPC) o più in profondità nelle corna uterine (inseminazione intrauterina profonda IIP) (Figura 1). Sembra evidente che più è profondo il deposito seminale nell'apparato genitale femminile, minore è il numero necessario di spermatozoi (Figura 2).
Figura 1. Rappresentazione dei differenti sistemi di inseminazione nell'apparato riproduttivo femminile ; a) Inseminazione artificiale tradizionale: deposito del seme in cervice; b) Inseminazione intrauterina profonda: deposito del seme nella profondità del corno uterino (notasi la tensione nel corno sinistro dell'immagine); c) Inseminazione post-cervicale: deposito del seme nel corpo dell'utero.
Figura 2. Numero di spermatozoi necessari per inseminazione in funzione del posizionamento del deposito di seme.
Quando si impiega seme fresco o refrigerato in situazioni d'allevamento, il numero di spermatozoi ed il volume della dosi utilizzando la IPC può essere diminuito a 1,5x109/50ml con risultati similari a quelli ottenuti con la IA tradizionale, ragione per la quale, questa tecnica è in crescenti uso in grandi allevamenti, per essere allo stesso tempo, una metodica sicura e semplice da applicare.Senza dubbio, una riduzione superiore di questi parametri ( per esempio 1x109 espermatozoi / 30 ml) potrebbe implicare un calo significativo nel numero di suinetti nati per parto. Watson e Behan (2002) hanno concluso che la IPC permette di ridurre il numero degli spermatozoi fino a 1x109 senza compromettere la prolificità, altri ricercatori hanno dimostrato che, in determinate condizioni, il numero totale di suinetti nati è significativamente inferiore rispetto alla IA tradizionale (Rozebom et alii., 2004; Roberts e Bilkei, 2005). Però, quando il numero di spermatozoi utilizzati nell'inseminazione post-cervicale si riduce fino a 0,5x109, la portata al parto può scendere fino a 10 punti percentuali rispetto alla IA tradizionale, e la differenza di prolificità tra i due metodi si amplifica notevolmente (Rozeboom et alli., 2004).
Una alternativa reale per ridurre il numero degli spermatozoi per dosi è l'utilizzo della tecnica intrauterina profonda. Con questa metodica, la dosi spermatica può essere depositata in profondità , a livello di corna uterina in forma rapida e delicata, anche se questo metodo risulta essere più costoso. Vari studi paragonano la IIP con la IA tradizionale ed indicano che la IIP permette di ridurre di 20 volte la quantità di spermatozoi ed il volume della dose (0,15x109 espermatozoi/5ml) senza compromettere le percentuali di portata al parto e prolificità quando l'ovulazione delle scrofe inseminate fu indotta ormonalmente (Martinez et alii., 2002). Senza dubbio, quando si è utilizzata la IIP in queste condizioni ma con scrofe con ovulazioni spontanee, la prolificità si è ridotta (1-2 suinetti in meno) in comparazione rispetto al metodo tradizionale (Day et alii., 2003; Martinez et alii., 2006). Si è dimostrato che la minore prolificità è dovuta ad un aumento dell'incidenza di fecondazioni unilaterali (Martinez et alii., 2006) e che questa anomalia può essere corretta aumentando il numero degli spermatozoi ed il volume depositato, ossia 0,6x109 e 20 ml, rispettivamente.
Queste procedure potrebbero avere un importante impatto economico nell'industria della inseminazione artificiale suina con seme fresco, dato che rende possibile la diminuzione del numero dei verri destinati alla IA. Pertanto, la selezione dei verri potrebbe essere più intensa e si potrebbe selezionare meglio i verri per una migliore qualità della progenie (omogeneità). Logicamente l'importanza di tale riduzione è parallela al livello di diminuzione del numero di spermatozoi per dosi raggiunto di ogniuno dei metodi di IA (Tabella 1). Queste tecniche possono anche essere di beneficio in casi di contingenza sanitaria dove il numero di dosi disponibili si abbassa. Inoltre, si verifica una diminuzione dello spazio, alimentazione, cura e struttura per alloggiare i verri, diminuzione del tempo di prelievo, valutazione e preparazione delle dosi seminali sarebbero altri aspetti da tenere in considerazione. Come inconvenienti di queste tecniche possiamo rilevare la necessità di un periodo minimo di addestramento del personale e di un management speciale degli animali in copertura, oltre quello di utilizzare esclusivamente verri che eventualmente possano trasmettere caratteri desiderati.
Tabla 1.- Parametri della qualità seminale con differenti tecniche di inseminazione artificiale.
Inseminazione tradizionale (3x109 spz/100 mL) |
Inseminazione post-cervicale (1.5x109 spz/50 mL) |
Inseminazione intrauterina profonda (0,6x109 spz/20mL) |
|
Frequenza di prelievo | 2 volte /settimana | 2 volte/settimana | 2 volte/settimana |
Dosi per eiaculato |
20 |
40 |
100 |
Dosi/anno |
2.000 |
4.000 |
10.000 |
Proporzione dei verri | 10 | 5 | 2 |