L'ottimizzazione della salute animale aumenta la sicurezza alimentare dell'uomo, migliora il benessere animale ed i benefici per gli allevatori di suini. Pe questo, negli ultimi anni si sta realizzando uno sforzo considerevole concentrato nell'identificazione dei nutrienti o strategie alimentari che portino benefici al sistema immunitario per affrontare l'entrata di patogeni. In suinicoltura si è fatta speciale attenzione al periodo immediatamente successivo allo svezzamento: uno dei momenti più stressanti della vita del suino.
Lo stress generato durante il procedimento di svezzamento, altera le citochine pro-infiammatorie, che influenzano l'integrità intestinale. Quando la barriera intestinale si altera, il risultato è un aumento della permebilità che permette che tossine, batteri o antigeni attraversino l'epitelio provocando infiammazione, malassorbimento, diarrea e riduzione dell'accrescimento. Pertanto, lo stress dello svezzamento danneggia l'integrità intestinale e compromette l'immunità attiva.
Le risposte classiche osservate con l'attivazione del sistema immunitario e la produzione di citochine includono anoressia, febbre, riduzione della sintesi proteica ed aumento della degradazione delle proteine muscolari, portando ad una minor deposizione di proteine. Nutrizionalmente l'anoressia è sicuramente il maggior impattante nella risposta allo stress. Molte citochine sono potenzialmente anoressigene, potendo diminuire il consumo di alimento di oltre il 50% durante la fase acuta di un processo infettivo. Per cui, a causa del calo dell'assunzione di energia, si riduce anche l'energia disponibile per la sintesi di proteine, il che suggerische che il rapporto energia:lisina non viene compresso. Alcuni autori credono che i nutrizionisti non debbano modificare la dieta, limitare il consumo o aggiungere additivi costosi durante una sfida immunitaria. Tuttavia, sono stati sperimentati, con esiti diversi, approcci per migliorare la capacità dei suini ad affrontare i patogeni, sia migliorando la risposta immunitaria sia evitando che i patogeni aderiscano alla mucosa intestinale.
Durante l'attività del sistema immunitario, lo stato metabolico cambia la deposizione proteica, che avviene in situazioni di sanità, a processi catabolici e di degrado muscolare in suini che affrontano una sfida immunitaria. La maggior parte degli amminoacidi ottenuti dalla degradazione delle proteine muscolari,viene utilizzata per la sintesi di immunoglobuline e proteine di fase acuta, il che conduce ad un profilo totalmente differente di fabbisogni di amminoacidi. In comparazione con le proteine del muscolo scheletrico, le proteine di fase acuta hanno maggiori concentrazioni di amminoacidi aromatici (fenilalanina, tirosina e triptofano), mentre la treonia è un componente importante delle immunoglobuline - G. Per cui è possibile che l'attivazione del sistema immunitario influenzi l'uso di alcuni amminoacidi in relazione alla lisina e il suo livello dovrebbe essere aumentato nelle diete sviluppate per situazioni di sfida immunitaria. La treonina partecipa nelle funzioni biologiche come l'integrità intestinale e l'immunità. Per questo, una mancanza di treonina conduce ad alterazioni della fisiologia digestiva. La concentrazione di triptofano diminuisce nel sangue durante la risposta infiammatoria, il che potrebbe modificare la sua disponibilità per la crescita, che si vedrebbe diminuita. In uno studio realizzato nel nostro centro di ricerca, si confrontarono due livelli differenti di Trp:Lys nella fase immediatamente post-svezzamento: 15% vs 22% di Lys, in due condizioni sanitarie diverse (figura 1). L'aumento della relazione Trp:Lys migliorò le performance in entrambe situazioni, nonostante non si sia osservata una maggior risposta da parte dei suini allevati in un ambiente sporco (24,4% contro il 16,5% di indice di accrescimento nell'ambiente pulito). Nella figura 2, si mostrano alcuni suini alloggiati in ambiente sporco e pulito in questo studio.
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*Dati dell'Autore, non pubblicati (2009)
Per quanto riguarda le strategie alimentari che evitano che i patogeni aderiscano alla membrana intestinale, quelle più efficaci e pratiche da essere applicate sul campo, sono le diete a basso contenuto proteico con ingredienti con alto tenore di fibra e la restrizione alimentare. La diminuzione della proteina grezza nella dieta, mantenendo però i livelli di amminoacidi, permette di diminuire la proteina non digeribile che arriva all'intestino crasso che farebbe da substrato ai patogeni. Inoltre, la produzione di composti nitrogenati tossici, inclusa l'ammoniaca, è dannosa alla salute intestinale. La restrizione alimentare contribuisce ugualmente alla diminuzione dell'alimento indigerito che arriva all'intestino crasso, pertanto, riduce il substrato disponibile ai patogeni. Al contrario, i composti ricchi in fibra fermentiscibile facilitano la fermentazione nell'intestino crasso, aumentando la produzione di acidi grassi a corta catena che stimolano l'assorbimento di acqua e minerali, migliorando la morfologia intestinale riducendo il ph del colon a livelli sfavorevoli ai patogeni. Come risultato, i 3 metodi contribuiscono alla diminuzione della diarrea e di altri problemi intestinali.
Concludendo, le alterazioni biologiche del sistema immunitario ed intestinale, che si producono immediatamente dopo lo svezzamento, hanno influenze sulla salute e sugli accrescimenti successivi dei suinetti. Gli allevatori di suini dovrebbero impiegare strategie sanitarie e di management adeguati, ma anche quelle nutrizionali oltre ad applicare protocolli alimentari che aiutino a minimizaare gli effetti avversi dello stress da svezzamento, in particolare in allevamenti con basso livello sanitario e con maggior rischio di esposizione ai patogeni. In questi allevamenti, si devono applicare programmi alimentari specifici.