La preseza del virus della PED negli USA è stata confermata il 16 maggio 2013. Questa malattia non era mai stata diagnosticata negli Stati Uniti. Per essere una "nuova" malattia, i laboratori di diagnosi non avevano tests specifici per il PEDv, per cui in precedenza non esistevano dati epidemiologici del virus. Le analisi dei campioni di sangue inviati al laboratorio e testati, indentificò un allevamento da ingrasso nell'Ohio come il 1°caso conosciuto a metà aprile del 2013. In solamente 2 anni tante cose sono successe e molti allevamenti sono stati infettati. La domanda che si pone è: quanto è cambiata la malattia dal 1°caso?
Storico
Dal 29 aprile al 7 di maggio 2013, il laboratorio di diagnostica veterinaria dell'Università dell'Iowa (ISU-VDL, dalle sigle in inglese) ricevette 4 casi diversi di allevamenti da riproduzione che passavano una diarrea esplosiva, alcune con vomito di scrofe e suinetti. Nessuna scrofa era morta, ma la mortalità dei suinetti si avvicinava al 100%. Questa presentazione clinica coincide con la "classica" gastroenterite trasmissibile (TGE). La gastroenterite transmissibile è stata presente negli USA durante decadi, ma negli ultimi 10 anni, l'incidenza clinica nelle scrofaie era poco frequente. I tests diagnostici per la TGE che furono realizzate presso il ISU-VDL di questi primi 4 casi indipendenti furono negativi. Questo era stato un risultato sorprendente ed intrigante. I veterinari di campo dubitarono delle analisi realizzate, mentre l'ISU-VDL indagavano su cosa potesse essere. I tecnici dell'ISU-VDL osservarono la classica atrofia grave dei villi, caratteristiche anche delle infezioni da TGE, ma i tests abituali di diagnosi non rilevavano il virus TGE. Dopo approfondite ricerche, durata alcuni giorni, l'ISU-VDL ha avuto risultati preliminari che indicavano che in realtà non era il TGEv ma probabilmente il PEDv.
Quadro clinico iniziale
La sintomatologia all'inizio era molto varia.
Scrofaie:
- Colpite scrofe di qualsiasi categoria di parto, anche se i sintomi erano più gravi nelle primipare
- Il numero di suini infetti aumentò radicalmente in pochi giorni
- Diarrea aquosa
- Letargia
- Inappetenza durante 3 – 5 giorni
- Alcuni con vomito
Suinetti appena nati (primi giorni di vita):
- Suinetti colpiti indipendentemente dalla categoria di parto
- Il numero di suinetti colpiti in una sala parto aumentava velocemente durante la giornata stessa
- Diarrea acquosa giallastra
- Diarrea puzzolente con latte indigerito
- Disidratazione
- Molti episodi di vomito
- Quasi 100% di mortalità in 2-3 giorni
Foto 1. Diarrea grave, disidratazione e mortalità elevata nei suinetti.
Suini con oltre 21 giorni:
- Diarrea di corta durata
- Alcuni con vomito
- Mortalità minima
Quadro clinico di oggi
Questo è l'ultimo grafico degli episodi fornito dal Ministero dell'Agricultura degli USA (USDA) che suggerisce che i nuovi episodi avvengono puntualmente meno con l'arrivo della stagione calda.
Figura 1. Numero di conferimenti in laboratorio (ogni conferimento include i campioni raccolti in un unico allevamento ed in un unico giorno), numero di allevamenti colpiti e media mobile degli allevamenti. Fonte: American Association of Swine Veterinarians (Ultimo aggiornamento il 30/04/2015)
Da un punto di vista clinico, poche sono state le variazioni. Il virus si è confermato in 31 dei 50 Stati americani (62%), inclusi quelli con produzione suinicola poco significativa. Si stima che tra il 55 – 60% degli allevamenti commerciali di scrofe negli USA siano stati esposti al virus PED. Questo è un dato importante dato che oggi la malattia è endemica e pertanto l'immunità globale della popolazione delle scrofe negli USA è significativamente differente (diversi livelli di immunità in allevamento) rispetto a quella iniziale (100% non esposta). La sintomatologia clinica si è anche complicata a causa del ritrovamento del delta coronavirus suino (PDCov), che può essere identificato assieme al virus PED e che è molto più lieve del PEDv, così come almeno 3 dei ceppi "diversi" di PEDv. E' importante considerare che non è conosciuta l'immunità crociata tra il PEDv (genere: Alphacoronavirus), TGEv (genere: Alphacoronavirus), e PDCov (genere: Deltacoronavirus).
Per quanto riguarda l'identificazione dei "ceppi diversi" di PEDv, ricordiamo che:
- Oggi si conosce solamente 1 sierotipo di PEDv – questo vuol dire che immunologicamente non sono stati osservate differenze tra gli isolati/ceppi.
- Clinicamente sembra che esistano due modi di presentazione della malattia:
- Ceppo PEDv originale – alta virulenza come descritto nella prima parte dell'articolo.
- Ceppo PEDv variante – sembra una forma molto più lieve del PEDv.
- Meno segnali clinici negli adulti
- Minore mortalità dei suinetti
L'immunità nei confronti del PEDv sembra avere una durata corta, probabilmente di alcuni mesi. Oggi non abbiamo ancora gli strumenti per valutare l'immunità protettiva. Pertanto siamo in un momento con ancora molti dubbi.
- Alcune scrofaie hanno PEDv cronica (forse ~10% degli allevamenti di sole scrofe).
- Suinetti svezzati tuttavia eliminano il PEDv.
- Presenza di diarrea in alcune figliate di suinetti.
- Scrofe senza diarrea.
- Il numero degli svezzati raggiungerà solamente l'80-85% della produttività pre-PED.
- Molti allevamenti cronici hanno usato con successo il vaccino PED per stabilizzare l'allevamento.
- Alcune scrofaie hanno ricadute (forse ~3-5% degli allevamenti).
- Le ricadute sono significativamente meno gravi.
- Alcune "ricadute" sono state attribuite al PDCov.
- Le ricadute sembrano avvenire a circa 6 mesi ad un anno di distanza dall'episodio iniziale.
- Molte ricadute sembrano avere una durata più corta, anche se recentemente qualcuno di queste sembrano che diventino croniche.
- Le recadute sembrano colpire sopratutto le primipare e le loro figliate.
- La preocupazione è che, a causa della corta durata dell'immunità, il numero delle ricadute possa aumentare in modo significante, in particolare nel prossimo inverno quando il virus sopravvive meglio nell'ambiente.
Abbiamo appreso molto sul PEDv in soli 2 anni, però disgraziatamente, abbiamo ancora molto da apprendere. Ancora non si conoscono i fattori di rischio che fanno sì che un allevamento diventi cronico o quali fattori provocano una ricircolazione. Queste sono domande alle quali speriamo di poter rispondere nel prossimo futuro.