Abbiamo commentato negli articoli precedenti che gli antibiotici in suinicoltura sono un ottimo strumento imprescindibile per il trattamento ed il controllo delle malattie batteriche. Da un altro lato, esistono direttive molto chiare, da parte della UE, sull'utilizzo degli antibiotici in zootecnia. Queste politiche sull'uso si basano nel potenziare i programmi di medicina preventiva che aumentino la biosicurezza, l'igiene e la disinfezione delle strutture, un management più professionale ed inoltre l'uso di vaccini disponibili sul mercato. Queste misure dovrebbero essere accompagnate dall'uso prudente e politiche d'uso razionale degli antibiotici, che sicuramente porteranno ad una riduzione progressiva del consumo di antimicrobici nella produzione animale, limitando la probabilità di sviluppo di microorganismi resistenti nelle popolazioni animali.
Dalla UE e anche dall'Agenzia Spagnola dei Farmaci, le politiche rispetto agli antibiotici nella salute animale, devono avere le seguenti direttive:
1.- Vigilanza del consumo di antibiotici e delle resistenze antimicrobiche presenti nelle popolazioni
La prima misura è monitorare esaustivamente il consumo dei farmaci. Oggi vengono rilasciati report periodici sul consumo a livello europeo attraverso i rapporti ESVAC. Nelle figure 1 e 2 si osserva nel dettaglio il consumo totale di antimicrobici di ogni paese. Come si può osservare, la Spagna e l'Italia hanno un elevato consumo di farmaci calcolati in unità comparative (mg antimicrobico/PCU). E' evidente che dobbiamo riflettere profondamente sull'uso degli antimicrobici in suinicoltura e porci la domanda se siamo in grado di difendere l'uso terapeutico, metafilattico o anche profilattico in situazioni specifiche. In questo senso, i veterinari clinici di suini devono studiare quelle patologie in cui è veramente necessario l'uso di antimicrobici e difendere il loro utilizzo con una solida base tecnico-scientifica.
2.- Controllare la diffusione delle resistenze
Altri punti critici sono il controllo della presenza e della possibile diffusione di batteri resistenti nelle popolazioni animali e a partire da queste all'uomo. Già da tempo, esiste un programma in Spagna di vigilanza delle resistenze batteriche di batteri commensali e zoonotici, come per esempio: Escherichia coli, Salmonella spp e Campylobacter spp. Uno degli obiettivi è anche monitorare la presenza di batteri resistenti nell'ambito dei patogeni abituali nei suini (es: Pasteurella multocida). In questa ottica, si intende sviluppare un sistema che permetta di realizzare questo monitoraggio a livello nazionale e che sia coordinato dall'Agenzia Spagnola del Farmaco. E' evidente che le politiche sugli antibiotici hanno già stabilito che è imprescindibile limitare l'uso profilattico degli antibiotici, riducendolo a casi specifici con malattie cliniche ben definite ed eccezionali. E' chiaro che una riduzione dell'uso profilattico degli antimicrobici porterà ad una minor pressione per la comparsa di batteri resistenti nella popolazione.
3.- Identificare e stimolare misure alternative e/o complementari di prevenzione o trattamento
E' evidente che il miglioramento delle misure di igiene, di management e di benessere animale è fondamentale per la riduzione del consumo di antimicrobici. Da un altro lato, è necessario che il clinico faccia uso più spesso di test di laboratorio di sensibilità per la scelta dell'antibiotico per trattare una condizione clinica definita. Un altro punto che si intende potenziare, sono i metodi di diagnosi rapida (o in situ) per poter scegliere in tempo reale, se i farmaci sono veramente necessari per la cura di un determinato caso clinico. Per ultimo, non dobbiamo dimenticare che i programmi di medicina preventiva (biosicurezza, vaccinazioni, ecc.) devono essere rivisti in modo continuo per adattarli all'evoluzione epidemiologica delle malattie nelle popolazioni.
4.- Formazione e informazione ai "professionisti della salute"
Le politiche che riguardano l'uso di antimicrobici hanno come obiettivo anche quello di sensibilizzare i "professionisti della salute" affinchè questi prendano coscienza che un miglior utilizzo del farmaco è l'unica opzione per poter continuare ad essere uno strumento utile nella salute animale. E' evidente che i programmi di formazione continua dei professionisti della salute nelle materie correlate alla resistenza antimicrobica è il miglior investimento che si possa fare per il futuro.
5.- Comunicazione e sensibilizzazione della popolazione nel suo complesso
Il piano nazionale di lotta all'antimicrobicoresistenza ha anche come obiettivo quello di sensibilizzare la popolazione nel suo insieme dell'importanza che hanno gli antimicrobici sia nella salute umana, sia nella salute animale. Inoltre, si dovrebbe spiegare che gli alimenti, in questo caso di origine animale, che acquistiamo nei negozi e nelle catene di distribuzione sono totalmente sicuri per il consumo, dato che sono stati ampiamente studiati prima della loro immissione in commercio, come strumento per la produzione animale.