In base ai test sierologici retrospettivi, la prima evidenza del virus PRRS risale al 1987, nell'antica Repubblica Democratica Tedesca (GDR) (Ohlinger et al., 2000). In Europa i primi episodi clinici furono pubblicati nel novembre 1990 in Germania; tra 1991-1992 (OIE, 1992) si riportano gli episodi nei Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito, Francia, Belgica e Dinamarca. Rapidamente la malattia fu descritta in vari paesi europei.
All'inizio, si pensava che i ceppi europei di PRRSV (PRRSV tipo 1) erano strettamente correlati, ma studi recenti hanno dimostrato che nei paesi dell'est Europeo (Lituania, Lettonia, Bielorrusia, Ucraina) e Russia, hanno ceppi molto diversi di PRRSV tipo 1 (Stadejek et al., 2013). In questi paesi ci sono fino a 4 subtipi genetici diversi, mentre in Europa occidentale e centrale si conosce solamente un unico subtipo. Questo subtipo dell'Europa Occidentale è anche presente nel Nord America e nel Sudest Asiatico. In Europa sembra avere una marcata delimitazione geografica lungo il confine orientale della Polonia. I virus del subtipo 1 sono stati identificati solamente ad ovest del confine, mentre all'est sono presenti i subtipi 1, 2, 3 e 4 (e probabilmente altri).
Crediamo che le barriere poliltico-commerciali probabilmente spieghino questa panoramica sui virus. I sequenziamenti disponibili oggi indicano l'ancestrale comune più recente dei ceppi PRRSV tipo 1 tra il 1946-1967, ossia, periodo post-Seconda Guerra Mondiale (Forsberg, risultati non pubblicati), e almeno 20 anni prima dei primi segnali della presenza di questi virus in Europa Occidentale. Nell'antica Unione Sovietica, questo periodo corrisponde ad una movimentazione massiccia di suini dall'Europa Occidentale (Large White, Middle White, Danish Landrace, Berkshire), dei paesi incorporati all'Unione Sovietica (White Lituana e White Letonia) e da paesi di differenti zone della Russia Asiatica: razze della Siberia, Nord Siberia,Siberian Black Pied, Kemerovo e Semirechensk; parte europea: Chuvash, Kuban, North Caucasus e Urzhum, dando luogo a nuove linee genetiche di suini. Sembra plausibile che l'espansione nel post-guerra nell'Unione Sovietica ed i programmi di selezione abbiano creato un contesto che ha permesso la comparsa di nuovi virus o di diffondere i virus già esistenti. Tuttavia, dato che la Polonia ed altri paesi dell'Europa Centrale erano meno influenzati da queste politiche, come per esempio la Bielorrusia, Ucraina e Paesi Baltici, sembra possibile che nuovi subtipi di PRRSV siano comparsi durante il "caldo" periodo post-guerra, e questi fossero i ceppi dominanti nei paesi in cui in precedenza formavano parte dell'Unione Sovietica, ma non necessariamente nei paesi dell'antico blocco comunista appartenenti all'Unione Sovietica.
Complessivamente, la domanda di come il virus della PRRS si diffonde nella parte occidentale dell'Europa rimane senza risposta. Il PRRSV potrebbe essersi diffuso dalla Germania Orientale (vecchia DDR) all'Europa Occidentale (Ohlinger et al., 2000). Esistono evidenze che nella DDR fossero state create nuove razze suine attraverso incroci con razze sovietiche. Uno dei prodotti risultanti da queste selezioni furono il Large White Tedesco, creato nel 1954 e originato dal Large White Tedesco, Large White Russo e Large White Ungherese, con l'introduzione negli anni 80 di Large White Lettone e Yorkshire Ungherese. Curiosamente, questa razza tedesca dell'est fu inclusa ufficialmente nel libro del Large White Tedesco della Germania dell'Ovest nel 1993.
La grande diversità genetica dei ceppi dell'Est Europeo ha importanti implicazioni pratiche. Vari studi indipendenti hanno dimostrato che i ceppi bielorussi del subtipo genetico 3 (per esempio il ceppo Lena) sono significativamente più virulenti che qualsiasi altro ceppo dell'Europa Occidentale del subtipo 1 (Karniychuk et al. 2010; Morgan et al., 2013). Alcune ricerche suggeriscono che questi ceppi possono essere tanto patogeni come i ceppi altamente virulenti provenienti dalla Cina. La diversità genetica dei ceppi dell'Est Europa crea un vero problema per la sensibilità dei test diagnostici con PCR, in virtù del fatto che le regioni comuni dei primers (ORF7) sono geneticamente molto diverse in tali ceppi, per cui la sensibilità di alcuni test PCR di diagnostica può essere compromessa (Wernike et al., 2012). Inoltre, è anche necessario verificare l'efficaccia dei vaccini attuali nei confronti della PRRS contro le varianti genetiche dell'Est Europeo.