La peste suina africana (PSA) è considerata una delle malattie suine più temute. Nonostante sia ora confinata in Africa, Europa dell'Est e Sardegna, la malattia continua a diffondersi, minacciando seriamente i paesi che finora sono indenni. A differenza della gran parte delle malattie di confine (TADs), non esistono vaccini nè farmaci per la prevenzione o il trattamento della PSA. Per cui, è particolarmente importante che le zone indenni da PSA si mantengano tali attraverso importanti misure di prevenzione e controllo. Queste misure possono essere intraprese a livello istituzionale o individuale, ossia, l'allevatore, macellaio, agenti di commercio, ecc.
In seguito vedremo queste misure, che potrebbero essere sintetizzate in una sola parola: biosicurezza. Per comprendere quali misure siano le più efficaci, è importante ricordare che la PSA si propaga sopratutto con le carni suine ed altri prodotti animali, così come con gli animali vivi, inclusi i cinghiali. Le misure seguono un ordine cronologico, partendo da una situazione dove la malattia non è presente, ma alla quale ci si deve preparare, fino alle azioni necessarie quando la malattia si verifica nel paese. In qualsiasi caso, la biosicurezza è sempre necessaria.
Macelleria in Gulu, Uganda
Analisi dei rischi e procedure per l'import/export: La prevenzione dell'entrata di PSA nei paesi indenni dipende dalla politica di restrizione per importazione sicura di suini e prodotti a rischio (carni suine e derivati, seme, pelle,ecc). Il Codice Sanitario per gli Animali Terrestri della OIE offre una guida dettagliata su questo tema. I servizi di regolamentazione e di quarantena devono essere attrezzati per identificare in modo efficace alimenti ed altri prodotti a rischio negli aeroporti internazionali, porti e confini. I materiali di rischio confiscati devono essere distrutti e non devono essere smaltiti in locali dove possa essere possibile l'accesso a persone o animali in cerca di rifiuti. L'esperienza suggerisce che si deve porre particolare attenzione ai resti di alimenti degli aerei, barche e veicoli provenienti da paesi infetti.
Alimentazione con scarti: L'alimentazione con scarti porta ad un rischio elevato di introduzione di varie malattie nelle popolazioni sane. L'ideale sarebbe un divieto efficace contro l'alimentazione con scarti o resti, ma l'adempimento a livello domestico è poco probabile, dato che sarebbe contro una delle principali motivazioni per allevare i propri suini, ossia, produrre per autoconsumo con il resto dell'alimentazione di casa o con scarti minimizzando i costi. In qualsiasi caso, i suini non dovrebbero mangiare residui contenenti carne suina ed in ogni caso si dovrebbe cuocere per 30 minuti.
Cottura di residui alimentari per l'alimentazione di suini in un allevamento semi-commerciale in Kiambu, Kenia
Alloggi per i suini: Si deve incentivare la costruzione di strutture che permettano una buona condizione igienica. Nonostante tutta una recinzione perimetrale possa evitare la diffusione di malattie dai suini allevati ai cinghiali ( o suini domestici) e viceversa, non è una pecauzione sufficiente. Le autorità devono disincentivare i sistemi di produzione basati sull'uso di resti di alimenti, che permette ai suini l'accesso a prodotti potenzialmente infetti ed il contatto con i cinghiali. Indubbiamente come succede con l'alimentazione con i residui alimentari, i sistemi tradizionali di allevare i suini non cambieranno facilmente dato che molti produttori non credono valga la pena confinare i suini e alimentarli con un altro tipo di alimento.
Esempio di un alloggio precario in Uganda
Strutture migliori in Kiambu, Kenia
Pulizia e disinfezione: Le strutture e le attrezzature devono essere pulite e disinfettate periodicamente. Prima della disinfezione si deve togliere la materia organica dalle coperture, superfici, veicoli, ecc.. I mezzi di trasporto ed il personale (indumenti, scarpe) devono essere disinfettati all'entrata e all'uscita dagli allevamenti. Tra i disinfettanti efficaci abbiamo i detergenti, gli ipocloriti, disinfettanti alcalini e glutaraldeide. Gli equipaggiamenti che non si possono disinfettare con facilità, devono essere esposti alla luce solare.
Altre misure di biosicurezza: Le visite devono essere ridotte al minimo; il carico e scarico dei suini deve avvenire fuori dal perimetro aziendale, pulire e disinfettare i camion dopo ogni viaggio...Questo è particolarmente difficile con i suini allevati nei sobborghi urbani dove vagano liberamente, anche se si applicano gli stessi principi. Si dovrebbe impedire l'uso promiscuo di equipaggiamenti tra allevamenti/persone private senza pulizia e disinfezione adeguata. Le persone che lavorano con suini dovrebbero evitare il contatto con altre popolazioni suine. Si deve incentivare l'uso di vestiario e calzari personali. Gli animali da rimonta dovrebbero provenire da fonti sicure di fiducia. Gli effluenti e le parti di scarto di macello devono essere smaltiti appropriatamente per evitare che i cinghiali abbiano libero accesso.
Suinetto morto accantonato senza essere eliminato adeguatamente.
Sensibilizzazione: Gli allevatori, i veterinari e tutti quelli implicati nella filiera di produzione suinicola devono prendere coscienza della PSA, come prevenirla e riconoscerla e cosa fare in caso di sospetti. Si devono rimarcare i pericoli dell'alimentazione con resti alimentari e degli altri buchi sulla biosicurezza, specialmente ai piccoli allevatori. Nel caso che la PSA entri in un paese, si deve fare pubblicità ai focolai, rimarcando la necessità di migliorare la biosicurezza a tutti i livelli, di ispezionare i suini regolarmente ed informare immediatamente le autorità qualora si riscontrassero lesioni o morti sospette.
Suini in cerca di resti alimentari in un ambiente urbano (Georgia, Sardegna e Kenia, rispettivamente).
Vigilanza: Deve essere promossa la vigilanza passiva (ovvero, l'investigazione sui casi sospetti notificati alle autorità veterinarie) tra allevatori, cacciatori ecc., mediante campagne di sensibilizzazione. Tutti i casi sospetti devono essere seguiti sistematicamente mediante ispezioni cliniche, necroscopie e sierologie. Si deve investigare sulla potenziale origine della malattia e disseminazione(monitorando tutto il pregresso ed il successivo). Una volta che la malattia arriva in un paese, la vigilanza passiva deve complementarsi con la vigilanza attiva.
La seconda parte di questo articolo descriverà le azioni necessarie da adottare quando la malattia è già presente in un paese. In qualsiasi caso, la biosicurezza, è sempre raccomandata.