Nel primo articolo sono state descritte una serie di misure, in ordine cronologico, per quando la PSA non è presente in un paese, e che devono essere messe in atto per evitare la sua entrata.In questo secondo articolo vengono descritte le misure da intraprendere quando la malattia è già presente nel paese.
Creare zone e compartimentare: Quando la malattia è già presente, ma solamente in una parte del paese, la creazione di zone è un importante misura, purchè le autorità siano capaci di separare le zone infette e le zone indenni e facciano rispettare con stretti controlli le movimentazioni dei suini e dei loro prodotti derivati tra queste due zone. La creazione di compartimenti è un concedtto similare dove le "zone" costituiscono la creazione di subpopolazioni con un sistema di biosicurezza comune, per esempio, separare il settore commerciale, con una biosicurezza elevata dalla produzione familiare, con meno biosicurezza.
Suino al pascolo legato ad un albero per evitare danni alla coltivazione circostante in Homa Bay, Kenia
Controllo delle movimentazioni: Dopo un episodio o un caso sospetto, si devono imporre limitazioni rigide il prima possibile:questo implica la sospensione della movimentazioni dei suini, carni suine o materiali potenzialmente contaminati dall'allevamento infetto. Se si tratta di suini all'aperto, questi devono essere rinchiusi. Nessuno deve uscire dall'allevamento senza una disinfezione degli indumenti e delle calzature. Per prevenire la diffusione della malattia si devono stabilire le zone con restrizione di movimentazione.
Abbattimento sanitario (e abbattimento sanitario parziale) ed eliminazione: L'abbattimento sanitario consiste nell'eliminare gli animali infetti, e normalmente anche gli animali che abbiano avuto contatto con gli animali infetti, incluso gli animali degli allevamenti vicini. L'abbattimento degli animali deve essere realizzato (se possibile nel proprio allevamento) in modo umanitario, ossia rispettando il benessere degli animali. Quando l'abbattimento è stato compiuto, i cadaveri devono essere eliminati in maniera sicura nel proprio allevamento, con l'incenerimento o sotterrandoli per evitare che siano utilizzati come alimento o che animali selvatici o cinghiali possano averne accesso. L'eliminazione di un grande numero di suini morti in poco tempo può rappresentare un rischio logistico e anche un problema ambientale. Dopo la distruzione dei cadaveri si devono pulire completamente le strutture, i veicoli e le attrezzature. La sfida maggiore dell'abbattimento sanitario sono i proprietari dei suini che ostacolano l'abbattimento senza una adeguata e opportuna compensazione. Questa situazione, se non ben chiara, porta ad una diffusione con la movimentazione illegale degli animali e dei prodotti infetti. Quindi non si deve applicare un abbattimento sanitario senza un corretto programma di indennizzi.
Indennizzo: L'indennizzo è il fattore chiave per stimolare gli allevatori a comunicare la presenza della malattia il prima possibile. Come detto prima, la mancanza di un adeguato compenso può portare a: 1) non comunicazione dei casi; 2) abbattimento dei suini da parte dell'allevatore in emergenza per poter vendere o per consumo proprio; 3) ocultazione degli animali o degli spostamenti ad altre località, o 4) eliminazione dei cadaveri in aree accessibili ad altri suini domestici o selvatici incluso il cinghiale.
Ripopolamento: Dopo la pulizia e disinfezione, gli allevamenti depopolati non devono essere riempiti finchè, almeno siano passati 40 giorni. Se si introducono suini sentinella, il che è altamente consigliato, questi devono essere monitorati (clinicamente e sierologicamente) durante almeno 6 settimane per osservare possibili reinfezioni.
Controllo delle zecche: L'eliminazione delle zecche del genero Ornithodorus dagli allevamenti suini, può essere una grande sfida ,quando si tratta di capannoni vecchi, dovuto alla longevità, resistenza e capacità di nascondersi delle zecche in posti dove gli acaricidi non le raggiungono. I capannoni infestati non devono essere usati per alloggiare suini, al contrario, dovrebbero essere chiusi per evitare che i suini possano entrare o addirittura distrutti e ricostruiti altrove. Gli insetti ematofagi possono diffondere il virus della peste suina africana in modo meccanico all'interno dell'allevamento, per cui è consigliabile applicare un protocollo di controllo degli insetti negli allevamenti infetti.
Controllo della fauna: Se la PSA si stabilizza in una popolazione di cinghiali ( o di suini addomesticati), il controllo efficace della malattia diventa più difficile. Pertanto, la strategia sarà minimizzare il contatto con i cinghiali o altri suini domestici attraverso una recinzione degli allevamenti; limitare il numero di suini allevati in modo estensivo o al pascolo e eliminare i residui alimentari e i rifiuti dei macelli. Esistono controversie rispetto al miglior modo di agire quando la malattia è endemica nei cinghiali. La pressione effettuata con la caccia può essere controproducente, dato che può spingere i cinghiali a spostarsi in altre zone. L'alimentazione programmata dei cinghiali li mantiene in una determinata zona consociuta e ben definita, limitando la dispersione, ma allo stesso tempo aumenterà la possibilità di contatto tra i suini, favorendo la trasmissione del virus. I cacciatori ed i club di caccia possono collaborare in modo importante con i servizi veterinari nella vigilanza e controllo della PSA nei cinghiali.