X
XLinkedinWhatsAppTelegramTelegram
0
1
Leggere questo articolo in:

Resistenza agli antibiotici: il ruolo della produzione animale (2 di 2)

Perchè negli ultimi anni la resistenza agli antibiotici è diventata più importante?...Si deve ad un fenomeno polifattoriale. Era una questione di tempo, nel nostro laboratorio sono oltre 10 anni che combattiamo la resistenza agli antibiotici...

Perchè negli ultimi anni la resistenza agli antibiotici è diventata più importante?

Si deve ad un fenomeno polifattoriale. Era una questione di tempo, nel nostro laboratorio sono oltre 10 anni che combattiamo la resistenza agli antibiotici. L'uso, l'abuso degli antibiotici, sia in medicina umana, sia in veterinaria, nelle ultime decadi, ha provocato una rapida ascesa dei livelli di antibiotico-resistenza, oltre alla comparsa di nuovi meccanismi da parte dei batteri e di batteri multi-resistenti, che molte volte sono resistenti a tutti gli antibiotici attualmente conosciuti. Allo stesso modo, e per una serie di circostanze, nelle ultime decadi, l'industria farmaceutica non si è concentrata nello sviluppo di nuovi antibiotici.

La resistenza determina, ogni anno, oltre 25.000 morti nella UE, con costi approssimativi di 1,5 miliardi di euro. Già nel 2014 fu identificata come una delle principali minacce per la salute mondiale e a settembre 2016, l'ONU ha dichiarato all'unanimità il fenomeno della resistenza come una delle principali minacce per la salute a livello globale.

Qual'è la responsabilità della produzione animale?

La responsabilità del settore zootecnico è difficile da quantificare con precisione. Di fatto, si sa che gli antibiotici selezionano sempre batteri che sono resistenti. Secondo questo assioma, la riduzione degli antibiotici è la strada da seguire per ritardare la resistenza agli stessi. É questo che intentiamo fare in Spagna ed in Europa, sia in medicina umana, sia in medicina veterinaria. Il momento di cercare i colpevoli è finito, dando luogo ad un periodo di lotta congiunta tra tutte le figure coinvolte nell'uso di antibiotici. Il mondo della zootecnia si deve impegnare per ridurne l'uso, oppure nell'usarli in modo efficace e sviluppare tecniche e pratiche che migliorino la salute animale ed il benessere, assieme al miglioramento della biosicurezza negli allevamenti.

É possibile la trasmissione della resistenza agli antibiotici dagli animali all'uomo e viceversa?

Effettivamente si; ed è per questo che la lotta deve essere congiunta. La sola riduzione dell'uso degli antibiotici riduce di per sè il rischio. Ad aprile 2017 abbiamo pubblicato un articolo nel quale si descriveva per la prima volta nel mondo la presenza di un agente patogeno dell'uomo che si è adattato a vivere nei cani e che è resistente alla Tigeciclina, un antibiotico di ultima risorsa umana non utilizzato in veterinaria. Questo sottolinea l'importanza nella lotta congiunta, dato che in pratica, la produzione animale e gli animali da compagnia influenzano direttamente la medicina umana, allo stesso modo la pratica della medicina umana influenza gli animali. É importante evidenziare che gli esseri umani sono responsabili per il buon uso di antibiotici quando questi sono ricettati, al contrario, gli animali dipendono dalle nostre decisioni.

Flussi della resistenza agli antibiotici tra i differenti serbatoi. In blu si indicano i punti di utilizzo degli antibiotici. http://www.effort-against-amr.eu/
Flussi della resistenza agli antibiotici tra i differenti serbatoi. In blu si indicano i punti di utilizzo degli antibiotici. http://www.effort-against-amr.eu/

La carne può contenere fattori di resistenza anche se non contiene antibiotici?

La maggior pare degli alimenti non sono sterili, per cui, contengono batteri con DNA, che possono codificare i geni per la resistenza agli antibiotici. Nel caso della carne, dipenderà dalle possibili manipolazioni che possono avvenire lungo la filiera di produzione, sempre tenendo presente che il fattore di rischio è rappresentato dai possibili livelli elevati di resistenza presenti negli allevamenti. Quanto alla quantificazione, stiamo lavorando su questo tema proprio oggi, all'interno del progetto EFFORT, analizzando campioni di carni di differenti origini per studiare i livelli di batteri e geni della resistenza presenti in esse. Questo studio contribuirà all'informazione necessaria e a stimare la possibile presenza di geni della resistenza negli alimenti.

Qual'é la probabilità che si trasmettano all'uomo?

Dobbiamo ancora approfondire di più per conoscere i dati che ci servono per determinare i livelli di trasmissione. Dipenderà soprattutto dai casi specifici e dalla sensibilità di ogni individuo. Dipenderà inoltre dalla capacità del microrganismo nel disporre dei fattori di resistenza, della virulenza o della capacità colonizzatrice e di adattamento...

É possibile che l'uso negli animali, di antibiotici non usati in medicina umana, favorisca la resistenza agli antibiotici di agenti patogeni umani e viceversa?

Dipende da ogni caso... Nel caso dell'enrofloxacin, per esempio, non ci sono dubbi: i batteri resistenti all'enrofloxacin sono anche resistenti ai fluorochinoloni ad uso umano, come la ciprofloxacina o la levofloxacina, ampiamente usati in medicina umana per trattare infezioni urinarie o respiratorie complesse. Nonostante esistano un grande numero di antibiotici in commercio, questi sono classificati come appartenenti ad una piccola famiglia che condividono, tra altre cose, la struttura principale ed i meccanismi di azione. I geni della resistenza agli antibiotici, allo stesso modo, si raggruppano in gruppi di resistenza contro differenti famiglie; è frequente che un solo gene possa determinare resistenza contro un grande numero di antibiotici appartenenti alla stessa famiglia. Per esempio: le cefalosporine di terza generazione, usate in ambienti ospedalieri, favoriscono la resistenza ad altri membri della famiglia dei beta-lattamici: come l'amossicillina o penicillina, utilizzati con molta frequenza in veterinaria. Ugualmente, l'uso di enrofloxacin, un fluorochinolone, nei suini, favorisce l'aumento della resistenza nei confronti della ciprofloxacina.

Come si può ridurre la resistenza agli antibiotici?

Il Piano Strategico della Spagna (AEMPS-Agência Espanhola de Medicamentos e Produtos Sanitários) indica chiaramente 6 pilastri principali nella lotta alla resistenza agli antibiotici:

  • Conoscere il livello di consumo di antibiotici.
  • Trasparenza totale.
  • Conoscere lo stato delle resistenze.
  • La ricerca è fondamentale per aprire nuove vie di lotta alla resistenza.
  • Potenziare le misure alternative all'uso degli antibiotici, migliorando il management degli allevamenti.
  • Formazione dei professionisti, così come nella società, è fattore fondamentale, tra tutti, affinchè si possa far fronte a questa pandemia.

In diversi settori della filiera suinicola, ci sono stati cambiamenti importanti nel modo di affrontare il problema, facendo sì che alcuni paesi iniziassero a prendere delle misure per ridurre la resistenza agli antibiotici. É da aspettarsi che entro un breve periodo si stabiliscano forme concrete di riduzione dell'uso di antibiotici. Gli impegni congiunti nella filiera suinicola saranno elementi chiavi per migliorare la situazione. Considerando il livello di professionalità del settore suinicolo e la rilevanza nei confronti del consumatore, per quanto riguarda i temi di sicurezza alimentare, non ho dubbi che siano già stati raggiunti obiettivi in questo settore sui consumi e resistenza agli antibiotici...

Commenti sull'articolo

Questo spazio non è dedicato alla consultazione agli autori degli articoli, ma uno spazio creato per essere un punto di incontro per discussioni per tutti gli utenti di 3tre3
Pubblica un nuovo commento

Per commentare ti devi registrare su 3tre3 ed essere connesso.

Non sei iscritto nella lista Ultima ora

Bollettino settimanale di notizie del mondo dei suini

Fai il log in e spunta la lista

Articoli correlati

Non sei iscritto nella lista la web in 3 minuti

Un riassunto settimanale delle news di 3tre3.it

Fai il log in e spunta la lista