Il sistema immunitario gioca un ruolo fondamentale nella PCVDA ( malattia associata al circovirus suino tipo 2, conosciuta clinicamente come PMWS): così come si possono osservare nelle gravi lesioni degli organi linfoidi dei suini colpiti. In Canada sono state osservate situazioni che indicano che la tipologia di risposta immunitaria può essere efficace, facendo sì che la resistenza genetica possa avere un ruolo importante. Detto questo, a livello di campo, allevatori e veterinari hanno avuto la sensazione che esistevano certe differenze di sensibilità per quanto riguardava la genetica nei confronti del PCVAD. Sfortunatamente, ci sono insufficienti ricerche che supportino questo fatto, inoltre, la maggior parte dei dati sono basati su popolazioni molto ridotte o con un genotipo poco definito. In seguito riassiumiamo alcuni di questi lavori.
Uno dei primi studi, di origine francese, metteva in evidenza che suini Pietrain avevano una minor sensibilità nel sviluppare clinicamente la malattia rispetto a suini Large-White o Landrace. Questo però non è stato confermato in uno studio successivo con più soggetti, realizzato dallo stesso gruppo di ricercatori. In questo secondo studio , sono stati analizzati 4 allevamenti colpiti clinicamente dalla malattia e che avevano utilizzato casualmente seme di razza Pietrain o non Pietrain. Il risultato fu che non ci sono state differenze nella sieroconversione per il PCV2, nè per incidenza o mortalità tra le figliate di Pietran e di altri tipi genetici.
Differenze genetiche? Il Pietrain è resistente?
Negli Stati Uniti è stato studiata la sensibilità al PCV2 in un piccolo gruppo di suini Landrace e Pietrain in condizioni sperimentali nelle quali gli animali sono stati inoculati con un ceppo isolato di PCV2 ISU-40895. La sieroconversione e le concentrazioni di IgM, IgG e anticorpi neutralizzanti anti-PCV2 sono stati similari nei gruppi :Landrace-PCV2 e Pietrain-PCV2. In più, la quantità di DNA di PCV2 e le concentrazioni di citochine nel siero e plasma non sono state differenti tra i gruppi.E' emerso però che gli animali Landrace-PCV2 presentavano significativamente più lesioni che gli animali Pietrain-PCV2.
Un altro esperimento negli Stati Uniti, in una ricerca limitata, ha riportato differenze genetiche di sensibilità a PCVAD in suini Duroc, Landrace e Large-White infettati per via intranasale ed intramuscolare con PCV2 a 5-7 settimane di età. E' necessario dire però, che la deplezione linfocitaria associata al PCV2 e l'infiammazione granulomatosa, sono state osservate in tutte le razze impiegate nell'esperimento, anche se la malattia clinica compatibile con PMWS si è verificata solamente sui suini Landrace.
Un lavoro spagnolo con importanti numeri di animali è stato svolto in 2 allevamenti con animali 100 % Pietrain, 50 % Pietrain e 0 % Pietrain. Qui si è osservato che l'espressione della PCVAD era correlata alla percentuale di Pietrain: con il gruppo 0% che presentava la mortalità maggiore. Gli autori spiegano che i risultati devono essere trattati con cautela dato che le differenze possono essere attribuite più alle linee genetiche piuttosto che alle razze.
Nel Regno Unito, uno studio effettuato in 145 allevamenti ha concluso che la presenza di anticorpi anti PCV2 era fortemente associata ad una componente genetica. In questo caso la razza Hampshire è stata quella meno sensibile,ovvero la più resistente: in questo studio è stata denominata razza "protettrice".
La conclusione sugli studi descritti è che esistono evidenze di differenze genetiche per quanto riguarda la sensiblità al PCVAD, con la razza Landrace, tra le principali, come la più sensibile.
PCVAD – Piani di selezione a lungo termine? (J. Mackinnon)
Sicuramente, la sfida per il futuro è scoprire le possibile tecniche riproduttive che permettono di ridurre l'incidenza della malattia in tutte le razze.Risultati recenti dell'Università del Nebraska sono particolarmente interessanti dato che sono state identificate l'ereditabilità per: gravità della PCVAD, viremia del PCV2 e livelli anticorpali a 90 giorni di età con i rispettivi valori(0,16, 0,38 e 0,55). Questo indica che è possibile aumentare la resistenza al PCV2 e ridurre l'incidenza di PCVAD attraverso programmi selettivi. La selezione fatta a livelli di moltiplicatori trasmetterà la resistenza a tutta la piramide riproduttiva fino agli allevamenti commerciali. In questa panoramica, purtroppo, gli animali devono essere esposti al virus per poter valutare questi fattori di ereditabilità.
Altra possibilità è utilizzare l'analisi della matrice genetica, ossia, studiare gli animali affetti da PMWS e animali non affetti (e che abbiano almeno 50% dei geni comuni) per identificare i "loci" che possono essere responsabili dell'aumento della sensibilità alla PCVAD.
Dopo la pubblicazione del genoma suino nel novembre 2009, la strategia più efficace a lunto termine è la selezione genomica della resistenza al PCV2 e alla diminuzione dell'incidenza di PCVAD. Appena sarà terminata l'identificazione dei marcatori in relazione alla risposta immunitaria, sarà possibile realizzare programmi di selezione in una popolazione senza che questa debba necessariamente essere esposta al virus.