KLAUS DEPNER: E' importante identificare l'essenziale e per cui comprendere l'epidemiologia. Cosa abbiamo bisogno di sapere per prevenire, controllare ed eradicare? La PSA fu descritta in Kenia nel 1921 da Eustace Montgomery. Nella maggior parte dei casi, i suini domestici infetti sviluppano malattia grave emorragica che si conclude con la morte in pochi giorni. Nella maggior parte dei casi, il contatto tra suini malati o le sue escrezioni sono la forma di contagio. Il ciclo selvatico si produce principalmente per infezione parenterale tramite zecche che fungono da efficaci vie di trasmissione e dove non necessariamente si osserva lo stato clinico. Nei suini domestici le zecche possono essere coinvolte producendo però infezione con sintomatologia clinica. Il terzo ciclo è quello domestico dove i suini si infettano con i suini o con materiali contaminati attraverso la via orale, via meno efficace per la trasmissione del virus, in assenza di zecche. Il quarto ciclo è quello dei cinghiali dove l'infezione può avvenire sia per via parenterale con zecche, sia per infezioni orali tra suini-cinghiali e loro prodotti (sono casi mortali con ceppi virulenti e in suini che non siano adattati).
L'Ornithodoros è un vettore di bassa incidenza in Europa (O. erraticus) e molto complesso in Africa (O. moubata). Il virus della PSA è relativamente stabile (nella carne congelata addirittura a tempo indefinito, nei prodotti stagionati un'anno, nel sangue della carne salata fino a 3 mesi, nelle feci per 1 mese). La temperatura ha un ruolo importante nel ridurre la sopravvivenza alla putrefazione degli animali morti a causa della malattia. L'uomo è uno degli elementi chiave nella diffusione (alimenti, trasporto stradale, cultura... –caso della diffusione nel Centro Europa– Chenais, 2019). Ci sono 3 regole basiche di biosicurezza: non alimentarsi, non aver contatto con estranei e cambio calzature prima di entrare in allevamento.
Sottolineo un errore dei libri di testo (a causa di copia-incolla!) che dice che la PSA è una malattia altamente contagiosa ....causando mortalità fino al 100%. Contagiosità è la percentuale di animali che si infettano dopo il contatto con il virus - la probabilità di infezione di questo patogeno è del 30 %, ossia...bassa. Il virus dell'afta è molto più contagioso, seguito da quello della peste suina classica, entrambi di più se confrontati con il virus della PSA. La convalescenza dei suini colpiti a partire dalle 2 settimane di età è di > 90 % per l'afta, sopra i 50 % per la peste suina classica e meno del 5 % per la peste suina africana. La dose infettante in acqua e mangimi è del 1 vs. 10000 TCID50 (Niederwerder, 2019).
PSA | PSC | AFTA | |
---|---|---|---|
Contagiosità | Bassa | Media | Alta |
Mortalità | Alta | Media | Bassa |
Persistenza | Alta | Bassa | Bassa |
Persistente | Scompare dopo la vaccinazione | Scompare spontaneamente |
L'interazione di questi parametri massimizza la persistenza locale e limita la disseminazione geografica. Nell'80 % dei casi identificati, i cinghiali sono stati trovati morti. Un suino che sopravvive, non necessariamente è un portatore e se lo fosse, non necessariamente lo elimina (non è rilevante la trasmissione diretta, eccetto quando sono presenti le zecche. La biosicurezza è il metodo più efficace di controllo.
KEITH ERLANDSON: In Cina abbiamo le Big 5: Afta + PSC + Aujeszky + PRRS + PED e da agosto, si è sommata la PSA, con grandissima diffusione in 25 provincie in 6 mesi a causa degli spostamenti dei suini, persone, automezzi, sottoprodotti.....per mancanza di biosicurezza. Si lavora nella formazione di tutti gli attori della filiera per le misure di biosicurezza, con particolare attenzione alle persone che lavorano direttamente con i suini. Un fattore limitante è la struttura della produzione suinicola in Cina (dimensione allevamenti, sistemi produttivi, introduzione della rimonta e restrizione della movimentazione dei verri tra centrali di inseminazione). Si sta lavorando sul lavaggio dei camion, protocolli di pulizia e disinfezione (il virus si inattiva in 20 minuti a 60ºC), controllo dei roditori e insetti (non si conosce bene la capacità di trasmissione di questi, né la distanza di trasmissione via aerosol).
La diagnosi precoce è un punto critico ed in Cina si stanno sviluppando miglioramenti (PCR mobile e altre tecniche). Un messaggio fondamentale è stare attenti a qualsiasi sintomo clinico - lesioni dal momento 0.
SCOTT DEE – MEGAN NIEDERWERDER: L'ultima maggior malattia entrata negli USA è stata la PED in aprile 2013, causando il 10% di mortalità in un anno, dove mangimi, materie prime, additivi hanno rappresentato il fattore di rischio, come trasmettitori virali. E' importante determinare la sopravvivenza, la dose infettante orale ed i fattori che possano minimizzare la trasmissione di questi virus tramite l'alimento. Realizzando uno studio presso il centro di KSU in camere ambientali, durante un mese, abbiamo visto che: gli ingredienti più rischiosi per il virus della PSA, Aujeszky e Afta sono stati la farina di soia, sia biologica sia convenzionale, l'olio di soia, i DDGS, la lisina, la colina, la vitamina D ed i mangimi per cani e gatti. Analizzando la dose minima, la media infettiva e la probabilità di infezione di ognuno di questi virus, sia nei mangimi finiti sia nell'acqua da bere, sono inferiori le dosi in acqua rispetto al mangime. Conclusione: il virus della PSA è molto stabile nei mangimi contaminati in condizioni normali di stoccaggio. In Pipestone, si è creato un modello per simulare la realtà in lotti di 100 suini, con l'obiettivo di studiare le possibilità di attenuare il virus con differenti prodotti (Activate DA – Novus e Salcurb di Kemin), dimostrando la loro efficacia nella riduzione della capacità contaminante rispetto al controllo. Il punto finale è non commettere gli errori del passato e che le norme vengano definite per controllare l'import di materie prime ed ingredienti per mangimi su base scientifica e che ci sia proattività.
Non tutti i patogeni sono candidati per essere trasmessi via mangime. Prima del 2010, per i mangimisti americani e per quanto concerne l'encefalopatia spongiforme bovina (BSE) fu necessaria una ricerca che dimostrasse la trasmissione, in condizioni sperimentali, con farine di carni, non conoscendo la stessa con la forma naturale tra i suini. Anche per la Trichinella spiralis e Toxoplasma gondii sono state associate storicamente alla trasmissione tramite alimento, dimostrandosi poi che la trasmissione è molto poco probabile (le prevalenze nei suini nella Carolina del Nord nel 1998 furono dello 0,057 e 0,046 % rispettivamente). Altri patogeni che la FDA ha come riferimento sono :Salmonella choleraesuis, Salmonella enterica, virus della PED, deltacoronavirus suino, senecavirus A, orthoreovirus 3. Il virus della diarrea epidemica suina può essere facilmente diffuso tramite mangimi, dato che la dose infettante è molto bassa (5,6x10 elevato a 1 TCID50/grammi di mangimi, ossia che 1 grammo di feci può contaminare potenzialmente 500 tonnellate di mangimi). La dose infettante minima che si stima per il virus della PSA è di 10 alla 4 TCID50, essendo ancora inferiore nei liquidi...
PAUL SUNDBERG: Dall'Università del Minnesota si studia l'International Swine Disease Monitoring in collaborazione costante con l'USDA, centrato basicamente sulla peste suina africana, afta. Il focus rimane la Cina (PSA, PSC, PCV3, PRRS, ADV), così come in altri paesi come Canada, Messico, Australia, Belgio... in Cina si stima una perdita di 200-300 milioni di suini morti a causa della PSA. Dal 6 di marzo 2019 sono state messe a punto tecniche di controllo sia tramite i fluidi orali sia a partire dagli organi animali, materie prime, mangimi, ingredienti, con aumento dei campionamento nei treni, aeroporti (179 squadre di lavoro – Ispettori doganali). Altro punto è prevenire l'entrata illegale di materiali critico come prodotti e sottoprodotti derivanti dalle carni suine www.swinehealth.org