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Si stanno complicando gli svezzamenti? (2/3) I problemi gastroenterici.

Cosa stanno facendo gli allevamenti in Spagna per evitare i problemi intestinali nel post svezzamento, senza usare antimicrobici...

L'aumento della resistenza agli antimicrobici e la ripercussione sulla salute umana che questo implica, ha motivato la messa in atto di programmi di riduzione dell'uso di antimicrobici in zootecnia.

In un primo articolo, abbiamo visto in modo generico come questa riduzione può impattare sulla fase di svezzamento, assieme alle conseguenze dell'iperprolificità. In questo secondo articolo, ci concentriamo sull'aspetto digestivo.

Abbiamo quindi contattato 3 veterinari: Lali Coma, Josep Bragulat e Patricia Prieto.

Nel togliere i suinetti dalle scrofe, siamo obbligati a cambiare drasticamente la loro dieta alimentare (passiamo dal latte a mangimi composti con molti ingredienti di origine vegetale). Inoltre, lo svezzamento in sè, con tutti i cambiamenti nutrizionali, sociali, ambientali, ecc... porta ad un periodo di digiuno nei primi giorni post-svezzamento. Il digiuno porta ad un accorciamento dei villi intestinali e pertanto di rischio del malassorbimento che provoca diarrea.(foto 1).

Foto 1.  Il digiuno dopo lo svezzamento provoca un accorciamento dei villi intestinali del suinetto, ostacolando l'assorbimento del cibo e favorendo la comparsa di diarree.
Foto 1.  Il digiuno dopo lo svezzamento provoca un accorciamento dei villi intestinali del suinetto, ostacolando l'assorbimento del cibo e favorendo la comparsa di diarree.

Tutto questo fa sì che il rischio di problemi digestivi, sopratutto causati da E. coli, sia elevato. L'uso di antimicrobici come la colistina, neomicina, ecc... per prevenire i casi di diarrea è stata una pratica comune fino a poco fa...

Con questo scenario, la domanda ai 3 tecnici è ovvia:Come gli allevamenti si stanno adeguando a questa situazione? Quali misure proponete per evitare la comparsa di problemi digestivi senza utilizzare gli antimicrobici?

Prieto, spiega che nella sua esperienza, è una strada che ha iniziato da un pò di tempo... "abbiamo iniziato nel 2016, sostituendo la colistina con altri antibiotici con azioni similari, ma che non erano sottoposti a restrizioni legislative, come per esempio, la neomicina e l'apramicina. Successivamente nel 2017, abbiamo fatto il passo di eliminare del tutto gli antibiotici con azione specifica sugli E.coli. Abbiamo si continuato ad usare l'ossido di zinco nella fase iniziale in quasi tutti gli allevamenti, tolto poi nella fase successiva. Dal 2018, con il divieto di usare più di una molecola antimicrobica, abbiamo reso prioritario l'uso dell'amossicillina per il controllo dello Streptococcus suis".

Coma è tassativa: "dobbiamo cambiare il dischetto". "Dobbiamo iniziare a dare molta più importanza alla qualità dell'acqua, agli acidificanti utilizzati in acqua per la riduzione del pH gastrico ed ella pulizia degli impianti idrici". Prieto concorda sull'importanza dell'acidificazione: "Cerchiamo di avere un pH inferiore a 4 nell'acqua di bevanda dei suinetti".

Bragulat constata: "chiaro che esiste un aumento dei problemi digestivi, però non è meno di altri problemi in generale. Nella maggior parte dei casi abbiamo tolto l'uso degli antibiotici ad azione intestinale con successo".

Ci commenta in modo molto grafico che "la strategia di prevenzione delle diarree ha molte gambe..Una gamba indispensabile è l'acidificazione con acidi organici. Lavoriamo con pH in torno a 5-6. Questo è il valore desiderato del pH da tenere su tutta la linea idrica. Insistiamo con la pulizia fino a che venga praticata. La seconda gamba che non può mancare è una corretta igienizzazione dell'acqua di bevanda; usiamo il diossido di cloro in tutti gli allevamenti. In alcuni allevamenti più predisposti alle problematiche digestive fu necessario aggiungere un'altra "gamba": un cambio di formulazione dei mangimi, con una certa riduzione dei livelli proteici grezzi, ingredienti più digeribili,ecc... Pochissimi allevamenti richiedono una quarta "gamba": la vaccinazione dei suinetti per la prevenzione dell'E. coli".

Coma ha la stessa esperienza, in alcuni casi recidivi e con presenza di E. coli patogeni, la vaccinazione dei suinetti è stata necessaria e quasi sempre è stata efficace.

Da un altra parte, Prieto solleva un dettaglio importante: "normalmente, succede che i mangimisti usino lo stesso tipo di mangimi anche per genetiche diverse o per verri finali diversi. I livelli di consumi giornalieri possono essere molto diversi tra linee genetiche, questo fatto non viene considerato e può come conseguenza provocare la comparsa delle diarree".

Non si può "staccare" la diarrea in fase di svezzamento senza pensare al management e all'ambiente. E allora chiediamo quali sono le pratiche di management alle quali si deve dare maggiore attenzione?.

E' risaputo che : è basilare insegnare ai suinetti a bere e a mangiare il prima possibile. Questo migliora le performance produttive, riduce il numero di suinetti disadattati ed evita il digiuno che alla fine provoca i problemi intestinali.

Prieto spiega che "noi facciamo aggiungere i piatti extra e offriamo acqua con reidratanti 3 volte al giorno durante la prima settimana. E' una pratica di grande aiuto". "E' ugualmente imprescindibile che ci sia sufficiente spazio in mangiatoia per evitare di fare "i turni" per mangiare. Mangiatoie aggiuntive nelle prime settimane. Tenendo presente che la mangiatoia fissa e l'aggiuntiva devono dare 7 cm per suinetto nelle prime settimane dopo lo svezzamento" (foto 2).

Foto 2. In sala parto il suinetto mangia quasi una volta all'ora e mangia sempre mentre mangia il resto dei suinetti della figliata. Allo svezzamento, è molto importante fornire piatti aggiuntivi che consentano al suinetto di mantenere tale schema alimentare "in compagnia". Inoltre, i piatti con acqua e mangime facilitano l'apprendimento.
Foto 2. In sala parto il suinetto mangia quasi una volta all'ora e mangia sempre mentre mangia il resto dei suinetti della figliata. Allo svezzamento, è molto importante fornire piatti aggiuntivi che consentano al suinetto di mantenere tale schema alimentare "in compagnia". Inoltre, i piatti con acqua e mangime facilitano l'apprendimento.

Bragulat commenta: "noi lavoriamo con la mangiatoia lineare a ghigliottina con mangimi asciutti tradizionali, ma è più facile gestire quando sono mangia e bevi. Nelle prime settimane comunque, si aggiunge un piatto extra".

Coma scommette sul doppio piatto aggiuntivo nei primi giorni: uno con acqua, uno con mangimi". "Preferisco rispetto a somministrare pappina che richiede una gestione più delicata, altrimenti generano problemi: pulizia, cattivi odori e addirittura diarree".

Bragulat finisce per ricordare l'importanza che i suinetti impari a mangiare mangimi in sala parto e garantire che svezziamo suinetti con una buona maturità intestinale dato che " per un suinetto di 21 giorni, 2-3 giorni in più di lattazione fanno una grandissima differenza su questo aspetto".

Non ci restano dubbi, l'igienizzazione degli impianti idrici, l'uso di acidificanti e dedicare più tempo affinchè i suinetti imparino a mangiare e bere dopo lo svezzamento sono fattori necessari per avere successo nella battaglia contro le diarree post-svezzamento.

Nel terzo articolo, il tema sarà la prevenzione di un altro agente abituale in svezzamento: lo Streptococcus suis.

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