Molti di voi avete letto che a dicembre 2016, la Commissione dei Farmaci ad Uso Veterinario (CVMP-Committee for Veterinary Medicinal Products) dell'Agenzia Europea dei Farmaci (EMA-European Medicines Agency) ha pubblicato un parere in cui indicava il rischio/beneficio dell'uso terapeutico dell'ossido di zinco con parere svaforevole e che si dovesse considerare il ritiro delle autorizzazioni commerciali dei prodotti contenenti ossido di zinco. E' stata una grande sorpresa, dato che a novembre 2015 lo stesso CVMP aveva approvato il suo uso.
Cosa è successo nel frattempo?... Francia ed Olanda non vogliono che si utilizzi l'ossido di zinco nei propri paesi, principalmente a causa del rischio potenziale di contaminazione ambientale dei suoli e della possibile infiltrazione nelle falde acquifere. Per cui rinviarono all'EMA il supporto all'articolo 35 della direttiva 2001/82/EC. Da un altro lato, la Danimarca ha dimostrato che nel proprio paese, le concentrazioni di zinco stanno aumentando e i calcoli evidenziano, sopratutto nei suoli acidi e sabbiosi, che i livelli di zinco avevano superato le concentrazioni innocue previste (PNECs) e potrebbero essere al punto di convertirsi in un "pericolo tossico". La Danimarca è un paese relativamente piccolo che produce 32 milioni di suini all'anno. Se confrontiamo i suini prodotti con il numero di abitanti (5,5 milioni) si ottiene un rapporto 5,8:1. Nella UE questa proporzione è di 0,5:1, ossia la Danimarca produce 11 volte più suini che la media europea. Questo paese consuma oltre 500 Tm di ossido di zinco e se calcoliamo il consumo durante 14 giorni di medicazione a 3.100 ppm, risulta che utilizzano 32 milioni di dosi, il che vuol dire che trattano il 100% dei suinetti. Stimiamo che nel Regno Unito si tratti il 70-90% dei suinetti svezzati, perchè non tutti i suinetti sono medicati soltanto per i 14 giorni, ma in alcuni casi viene usato anche per prevenire la malattia degli edemi. Il rapporto nel Regno Unito è di 0,17:1, molto al di sotto della media UE. In uno studio nel Regno Unito si dimostrò che i livelli di zinco nel suolo stava diminuendo, in particolare nei terreni di coltivazione o pascolo, dato che anche le piante utilizzano lo zinco.
Lo zinco si unisce anche ai componenti del terreno, per quanto l'Associazione Internazionale dello Zinco abbia esaminato il rapporto danese sul suolo ed hanno accusato i danesi di non avere seguito le direttive UE nel realizzare le valutazioni e previsioni. Le concentrazioni possono essere suddivise in 3 a seconda del tipo di unione dello zinco con il terreno, chiamato "invecchiamento", che riduce la sua biodisponibilità. La conclusione fu che "dovuto alle analisi scientifiche utilizzate nel rapporto, non furono corrette le valutazioni dei rischi della UE, non dovendo essere considerai corretti o validi".
In conclusione, da un lato della bilancia ci sono le questioni ambientali ed anche i rischi percepiti della co-selezione dei geni della resistenza riscontrati nei confronti dello Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA)... La maggior parte dei MRSA CC398s associata agli animali da reddito sono resistenti allo zinco, oltre ad essere resistenti alla meticillina ed alle tetracicline. L'industria suinicola danese ha avuto una cattiva immagine per quanto riguarda la presenza di MRSA ed al sorprendente aumento dei casi di colonizzazione ed infezione nell'uomo, da pochi casi nel 2004 a 1.277 casi nel 2014. Tuttavia, l'85-89 % di questi casi sono correlati ad allevatori di suini, alle proprie famiglie ed ad altre figure professionali del settore, come veterinari ed adetti alla macellazione. L'incidenza di MRSA negli allevamenti danesi è aumentata da circa il 3 % al 68 % negli ultimi 10 anni. Alcuni studi scientifici credono che questo sia dovuto all'uso di ossido di zinco, il che non ha molto senso dato che la MRSA deve passare da un allevamento ad un altro. E' basicamente clonale ed il gene czrC è cromosomico associato al gene della resistenza alla meticillina mecA. Pertanto, è proprio il batterio che deve propagarsi da allevamento ad allevamento, probabilemente con suini infetti (verri/scrofette/suinetti svezzati – o personale/fomiti). C'è un certo dibattito sull'importanza della co-selezione in allevamento causata dall'ossido di zinco una volta infettato l'allevamento. Uno studio danese ha mostrato un aumento del conteggio di MRSA nasale di, approssimatamente 165 a 230, un 40 %, anche se le tetracicline aumentarono il numero da 90 a 340, un 278 %, varie volte in più rispetto all'ossido di zinco. Un altro studio canadese con tamponi nasali ha mostrato un aumento dei suini infetti da MRSA di 6 volte più elevato in un gruppo con un livello basso di zinco e di 6,5 volte più elevato in quello che aveva un alto livello. Entrambi i studi mostrano che ci fu un aumento di MRSA nelle fosse nasali dopo lo svezzamento, però in entrambi gli studi il numero si ridusse nelle due settimane successive. Questo suggerisce che l'aumento può essere parzialmente dovuto allo stress post-svezzamento ed alla disbiosi nel microbioma nasale, così come in quello intestinale e che si riduce quando si sviluppa l'immunità, incluso in presenza dell'ossido di zinco. La co-selezione può aumentare il numero di MRSA durante un breve periodo di tempo, però poi subito si riduce.
Sull'altro piatto della bilancia c'è l'efficacia. Vi è un gran numero di studi sui dosaggi ed efficacia dei livelli terapeutici dell'ossido di zinco di 1.500 ppm, e superiori, che hanno grandi effetti nella prevenzione delle enteriti e delle diarree post-svezzamento. I livelli di inclusione di 1.000 ppm, o inferiori, non mostrano alcun effetto nella prevenzione delle diarree o sui miglioramenti dell'accrescimento. Una recente revisione di 5 casi clinici, fatta da un collega del Regno Unito, ha dimostrato che quando si eliminava l'ossido di zinco dalla dieta, la mortalità aumentava in media del 3 %, il 30 % dei suini cominciavano ad avere diarrea, gli accrescimenti cadevano del 20 % e terminava con l'uso di antibiotici per tentare di controllare la situazione. La mortalità nel caso presentato con edema intestinale aumentò di molto. E' sorprendente che il 90-100 % dei suinicoltori piaccia usare l'ossido di zinco se viene loro permesso?...
Invece di proibire l'uso dell'ossido di zinco nella UE, sicuramente si potrebbe arrivare a qualche compromesso. Si devono valutare e monitorare i livelli di zinco nei terreni e nelle acque per vedere cosa sta succedendo, e non solo in un paese, che non è rappresentativo della UE. Se sono preoccupati per l'uso dell'ossido di zinco negli allevamenti con MRSA, ci si può regolare sul suo uso a livello nazionale.
Dal punto di vista veterinario, in questo momento sarebbe disastroso eliminare l'uso dell'ossido di zinco nei paesi che dipendono da lui e non hanno preoccupazioni ambientali o non hanno MRSA nei propri allevamenti di suini. Si può solo aumentare il rischio associato alla resistenza agli antibiotici a partire dall'utilizzo diretto di antibiotici in un momento nel quale stiamo tentando di ridurre il loro uso. Si prevede che il CVMP, cambierá opinione questo mese o che la Commissione Europea posticiperà la decisione finale, fino a che potranno essere valutati gli aspetti ambientali in più stati membri, utilizzando una metodologia consensuale di valutazione e si confermi se siamo difronte ad una minaccia reale o no. Sospetto che solo la Francia, Olanda e Danimarca potranno essere "affected", mentre gli altri 25 Stati Membri no...