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Sperando sulla reazione dei mercati...

Per quale motivo il mercato delle granaglie questo mese di febbraio è stato più apatico del solito?

Come abbiamo già commentato nell'articolo precedente, febbraio solitamente è un mese di attesa, con poca attività, ma quest'anno ha superato se stesso, con molti momenti senza alcuna contrattazione. Gli acquisti in "futures", che danno vita reale al mercato, hanno brillato per la loro assenza, eccetto per alcune operazioni singole, basicamente tra importatori e che non so se sono frutto di decisioni di un contratto o della noia generale. Cosa è successo a febbraio perchè sia stato cosi apatico? A mio avviso sono 3 i motivi principali: il primo è che diventa difficile prendere decisioni di acquisto a lungo termine a prezzi superiori a quelli di oggi, a meno che ci siano forti motivazioni che giustifichino un acquisto con sovraprezzo, che non è il caso; secondo, abbiamo iniziato l'anno con perdite per gli allevatori, a differenza dell'anno passato; oggi si fa fatica a coprire i costi, facendo sì che gli acquirenti si mostrino restii a prendere decisioni future; in ultimo, i porti continuano a riempirsi e le offerte continuano ad aumentare alimentando il mercato, dando la sensazione che non c'è fretta e che non mancherano le materie prime. Inoltre, i porti alla fonte continuano ad avere un prezzo inferiore a quello di riposizione, facendo sì che l'importatore si senta scomodo ed incapace di offrire prezzi attrattivi, a meno che scommetta su differenze importanti di prezzo, che al giorno d'oggi non sembra disposto a fare... Insomma... come sempre, febbraio, è un mese di attesa per i mercati.

Se osserviamo le varie merci, possiamo dire che il mais, per acquisti immediati nei porti, si offre tra i 166/165 €/Tm (offerta a 30 gg), per la riposizione di giugno/settembre, si posiziona all'incirca a 170 euro e per il nuovo raccolto trovare offerte è ancora difficile, anche se ci sono quotazioni per 175 €/Tm. Sò che è difficile capire che il raccolto nuovo debba valere di più di quello odierno, ma nei mercati internazionali si dà come scontato un calo delle superfici coltivate, inoltre si mette in dubbio che i guadagni possano essere cosi buoni come quello di questa campagna. Si rumoreggia che nel Mar Nero, in virtù della difficile situazione economica e politica, si siano acquistate meno sementi di mais e ad oggi ci si augura che l'Ucraina produrrà almeno 4 millioni di tonnellate in meno.

Frumento: è quotato a circa 188/190 €/Tm al porto per posizioni immediate e di 185 €/Tm circa per i periodi agosto/dicembre. Al mercato queste quotazioni poco o niente preoccupano, dato che si può trovare frumento francese a 190-195 €/Tm porto arrivo dipendendo dalla zona. Voglio far notare che mentre la differenza tra il prezzo del frumento e mais per il vecchio raccolto si posiziona tra 20-25 €/Tm, per la nuova campagna questa differenza si riduce a 10€/Tm in tutti i porti.

Orzo:  continua a seguire il frumento, ma senza grandi movimenti nè domanda. Per posizioni immediate il prezzo è di 175-180 €/Tm a seconda della destinazione. Il consumo di orzo continua a calare. Capisco che il futuro del frumento e di conseguenza quello dell'orzo per quel che resta della campagna, dipenderà da cosa faranno i paesi del nord. Mi riferisco da una parte all'Inghilterra, che conta stocks di frumento previsti per la fine della campagna di circa 1.800.000 tonnellate (che non è poco) e sopratutto, anche di quello che decideranno gli operatori francesi. Non dobbiamo dimenticare che nonostante i cambi nel Ministero di Spagna e le esportazioni verso il Nord Africa, continuano a crescere alcuni millioni di tonnellate di frumento da forraggio che saranno commercializzati e vedendo come è stata la semina non sarà difficile che decidano di tenerli per la prossima campagna. Logicamente gli operatori francesi non sono così facilmente prevedibili, e allora dobbiamo aspettare e vedere cosa succede.

Completando il panorama delle materie prime, le offerte di sorgo francese a destinazione sono pari a 175 euro, non in grandi quantità, ma il sufficiente, e la segale al porto a 165 euro per vendite immediate, tutto rafforza la sensazione che non è necessario correre e che per il momento....c'è abbondanza.

A questa situazione vedo solamente due "però", il primo è che quando tutti pensano alla stessa maniera, il mercato reagisce, se può, e succede tutto il contrario a quello che si spera; come esempio, abbiamo la soia (tutti aspettavano un calo rilevante dal mercato e ad oggi..non è successo); secondo: il mercato acquirente è pieno in buona parte, almeno fino a maggio, ma si può dire che a partire da giugno le coperture sono più scarse (se ci sono). Comunque è certo che da giugno in avanti ci sono le posizioni di un'altra campagna : è prudente entrare nella raccolta con lo "stomaco già pieno", per non dover andare dietro alla merce e dietro al mercato, che di solito portano ad aumenti di prezzo.

Una breve puntualizzazione per le proteine; continuo con quello che ho detto un mese fa, con una eccezione, pare che la caduta prevista per la pressione dei raccolti nell'emisfero sud del mondo ancora una volta sia in ritardo ( principalmente a causa dello sciopero dei trasporti in Brasile ed alla mancanza di infrastrutture): ora sembra che dobbiamo aspettare fino all'estate. Insomma, ancora una volta il calo dei prezzi della soia non si verifica nel momento che tutti aspettiamo, lasciando gli acquirenti senza coperture in futuro e a seguire i mercati giorno dopo giorno. Nel breve termine penso che prendere posizioni attorno ai 380 €/Tm, se il mercato ci offre l'opportunità, non è affatto irragionevole.

3 marzo 2015

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