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Ti è piaciuto il periodo 2004-2010: sei fortunato! E' tornato...

Vedremo cosa comporta l'aumento del 2% della produzione di suini negli USA che è stato annunciato dall'USDA...E' necessario rendersi conto che la Grande Cina è appena stata degradata da un'importante agenzia di rating americana e che la stabilità della UE continua ad essere minacciata dal grande flusso di immigrati, con un imminente referendum questa estate da parte della Gran Bretagna sulla permanenza nella UE. Questi due fattori portano al rafforzamento del dollaro con effetti negativi...

Una cosa che i produttori di suini spesso non capiscono è che il margine di guadagno per la produzione di materie prime (come sono i suini vivi..) è molto stabile a lungo termine, a meno che ci siano cambiamenti importanti che richieda più o meno resa in relazione al rischio di proporsi allo stesso livello produttivo. Quando gli allevatori "provano"  ampi guadagni, come nel 2014, oppure perdite pesanti come alla fine del 2008-09,  avvengono squilibri transitori nella tendenza del lungo termine che possono essere dovuti ad una grande varietà di fattori. Nonostante il calo del censimento  dei suini transitorio possa significare un disastro per le aziende con pochi margini o per quelle con problema di liquidità (dovuto ad un debito mal strutturato o a decisioni sfortunate rispetto a quando espandersi), la maggior parte degli allevatori possono sentirsi tranquilli, dato che anche tirando la cinghia, sopporteranno fino all'arrivo di tempi migliori.

Nel 2008 gli USA uscivano da un periodo di materie prime con valori estremamente elevati (energie e componenti dei mangimi), che ha preceduto la bolla immobiliare. Oltre a questo, nel 2008-2009 si ruppe la tendenza al rialzo dell'export americano per la prima volta dal 1990, quando la Cina ha ridotto la sua frenesia di acquirente, giusto dopo aver ospitato i giochi olimpici. I numeri in rosso erano dappertutto. Nel caso del 2014, i guadagni stratosferici partivano da un prezzo molto basso delle materie prime dei mangimi, rispetto ai 5 anni precedenti, e dal calo delle macellazioni di circa il 10% della popolazione suinicola americana dovuto alla PED.

La figura 1 è un buon esempio di questo concetto a lungo termine. Si nota che i prezzi dei suini negli USA sembra si stabilizzino in un range $60-$80/cwt di carcassa (c. 45 kg), una volta che i componenti dei mangimi siano tornati ai prezzi di prima del 2010 ed il collasso dei mercati del petrolio/energetici comportasse una riduzione della domanda di etanolo, ecc... Gli export netti dagli USA sono piatti ed il consumo di carne suina pro capite rimane stabile da decenni.

Precio medio de la canal y del peso vivo de EEUU desde 2001 a 2015

Figura 1. Prezzo medio netto della carcassa e media del peso vivo degli USA dal 2001 a 2015. Fonte: USDA.

Questo vecchio modello su cui siamo tornati, porta ai cicli di perdite stagionali (sia l'anno precedente come quello presente) dovuto all'aumento dei pesi, in media 10 lbs negli ultimi anni per capo macellato. I pesi iniziarono ad aumentare in modo importante all'inizio del 2011 quando è avvenuta una grande rottura della banda di prezzi mantenuta tra il 2003-2010 (vedi la linea grigia della figura 1). I prezzi elevati non implicano necessariamente grandi margini, dato che i costi alimentari sono anch'essi elevati, che possono assorbire l'alto valore del suino. Tuttavia, in questo caso erano associati a prolungati guadagni che ebbero inizio nel 2010 e finirono con lo spettacolare picco del prezzo del mais nella primavera del 2012 quando si evidenziò che la mancanza di pioggie diede luogo ad un'autentica siccità nel "cinturone del mais" americano. Il grande salto dell'aumento dei pesi sul mercato è avvenuto nel 2014 in occasione della PED, quando gli allevatori non avevano suini da vendere e si resero conto che potevano coprire parte delle perdite aggiungendo qualche kilogrammo in più (10-20 lbs) ai suini inviati al macello. Gran parte dei produttori hanno avuto periodi con  margini positivi ben superiori a $100/capo nel 2014.

Una volta controllata la PED, la produzione tornò alla normalità molto velocemente, così come era calata durante il periodo della malattia. La lenta crescita globale (ossia, la domanda lenta di petrolio) assieme all'intento saudita di rovinare l'industria petrolifera, è finita con un eccesso di petrolio sul mercato, mettendo in difficoltà la possibilità che la domanda di etanolo assorbisse le enormi riserve di mais e minacciasse il costo dei mangimi. E ora arriva la grande domanda: è vero che ci sarà un aumento del 2% della produzione americana che l'USDA sta annunciando? In questo momento i pezzi del puzzle si mettono in una maniera che potrebbero avere aumenti anche superiore al 2%, specialmente nel 4° trimestre di quest'anno. Assieme alla lenta crescita della produttività delle scrofe, che ogni anno aumenta qualcosa, l'anno è iniziato vendendo di più rispetto al 2015 e i dati delle macellazioni di scrofette dell'Università del Missouri suggeriscono che si continua a "tenere" in allevamento una piccola quantità di scrofette. E' difficile vedere aziende competitive ridurre i pesi, dato che il costo alimentare e la disponibilità di materie prime oggi è alta: alcune aziende hanno come fonte di guadagno principale dell'anno il peso più elevato dei suini.

Il mercato dei futures prevedono che l'estate sia normale con una previsione di guadagni abbastanza soddisfacenti nel mese di giugno. Però sembra probabile che la stagione estiva sia fragile e se non si vedrà un cattivo inizio della campagna agricola, gli allevatori avranno mangimi a poco prezzo per lungo tempo, che assieme all'aumento della capacità di macellazione e l'ottimismo generale che si accolla al produttore suinicolo americano suona come un semaforo verde...

E' necessario rendersi conto che la Grande Cina è appena stata degradata da un'importante agenzia di rating americana e che la stabilità della UE continua ad essere minacciata dal grande flusso di immigrati, con un imminente referendum questa estate da parte della Gran Bretagna sulla permanenza nella UE. Questi due fattori portano al rafforzamento del dollaro con effetti negativi sull'export dagli USA. I prezzi dei suini americani possono salire nei mesi estivi, ma ora ci sono più alternative del normale che ci portano a questa strada. Sto aspettando il segnale verde per partire...

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