Dal divieto di uso di antibiotici come promotori di crescita nella UE il 1° gennanio 2006 (EC 1881/2003), il settore suinicolo sta cercando alternative per ridurre i cali di performance post-svezzamento. La maggior parte degli allevatori hanno trovano nell' ZnO il rifugio per non pagare il danno produttivo e la perdita di animali in svezzamento.
Tuttavia, diete con elevati livelli di zinco (2.000 mg/kg ZnO) somministrati per oltre 10 giorni, provocano un'elevata concentrazione di zinco nei liquami. L'accumulo sulla superficie di un pavimento (0-20 cm) può provocare alterazioni dell'ecosistema quando poi viene utilizzato come fertilizzante. Da un altro lato, studi recenti, hanno indicato il possibile sviluppo di resistenza antibiotica (ampicillina e tetraciclina) associato all'uso di Zn ad alti livelli (Hölzel e col., 2012; Bednorz e col., 2013).
Per il momento, la UE consiglia di non superare i 2,5 kg Zn/Tm di mangime, quando si utilizza in forma terapeutica nei primi 14 giorni post-svezzamneto, e sempre sotto ricetta veterinaria. Ma le tendenze suggeriscono che entro alcuni anni la UE possa restringere il suo uso o addirittura vietarlo, dato che ci sono paesi nella UE, come l'Olanda e la Francia, in cui l'uso è già proibito.
Questo fa sì che il settore suinicolo si domandi quali effetti e costi si potranno avere con il divieto dello ZnO nelle diete in fase di svezzamento e quali strategie nutrizionali sono disponibili.
Pertanto, abbiamo realizzato uno studio con l'obiettivo di valutare una possibile strategia in alternativa allo ZnO e i suoi effetti sulle performance e mortalità. Cosìcchè, si confrontò:
- La strategia attuale dello ZnO, antibiotici ed alti livelli di proteine, dieta Medicata (M) (2.480 ppm Zn come ZnO, 120 ppm colistina, 300 ppm amoxicilina, 2.627 Mcal/kg NE, 20,2%PB, 1,37% Lys totale).
- Una futura strategia, dieta senza ZnO nè Antibiotici, con bassi livelli proteici (mantenendo comunque i profili ideali di amminoacidi), riducendo l'effetto tampone (meno carbonato di calcio) durante i primi 14 giorni post-svezzamento e con l'inclusione di ingredienti altamente digeribili, che siano appetibili e con bassa capacità tamponante (come il siero ed il plasma animale), dieta NO Medicata (Ø) (2.531 Mcal/kg NE, 16,5% PB e 1,20% Lys).
Per quali motivi abbiamo applicato queste modifiche nella dieta NO Medicata?
- Diminuzione della proteina: Un eccesso di proteina non digeribile nella dieta promuove la fermentazione microbica ed aumenta la produzione di sostanze potenzialmente tossiche (come i fenoli e l'ammoniaca) e predispongono alla diarrea. Ancora, ridurre la proteina aiuta a ridurre la proliferazione di E. coli e la sua adesione alla mucosa intestinale (Opapeju y col., 2015). Questa strategia però, deve essere realizzata assicurando allo stesso tempo la non penalizzazione degli accrescimenti dei suinetti; così come dobbiamo considerare che nel ridurre il contenuto di proteina, diventa più importante mantenere il profilo amminoacidico (oltre ai soliti 5-7 AA comunemente controllati).
Quali fonti di proteina altamente digeribili possiamo utilizzare:
- I derivati del latte (caseinati, latte scremato, siero), che inoltre aiutano ad acidificare il tratto digerente dei suinetti.
- I concentrati di proteine animali come la proteina dell'uovo ed il plasma, che sono di ottima qualità con profilo amminoacidico adeguato, apportano anche immunoglobuline attive nei confronti di patogeni responsabili delle diarree.
- Facilitare l'acidificazione del tratto gastrointestinale: Il suinetto ha una scarsa capacità di secrezione acida e la sua fonte principale, passando dalla fermentazione batterica del lattosio, è attraverso i prodotti del latte. Nello svezzamento, il suinetto passa a consumare mangimi solidi con ingredienti di origine vegetale e minerale (ad alta azione tamponante, ossia neutralizzano l'acido) che aumentano il pH dello stomaco diminuendo la digestione, aumentando la sopravvivenza di microrganismi patogeni e favorendo la comparsa di diarree. Con l'aggravante che alle diete si aggiunge ZnO e carbonato di calcio, che sono ingredienti con elevate effetto tampone (Lawlor e col., 2005).
Lo studio è stato realizzato presso un allevamento commerciale ed ha coinvolto 400 suini. Il consumo di mangimi fu registrato durante tutto il periodo di svezzamento (0-35 giorni): i suinetti sono stati pesati individualmente il giorno 0 (svezzamento), a 14 e 35 gg post-svezzamento. Si è registrata la mortalità per fasi:pre-starter (0-14 d) e starter (14-25 d) e globale della fase. All'entrata dell'ingrasso (35gg post-svezzamento), è stata somministrata la stessa dieta commerciale per tutti i suini che furono pesati ogni 3 settimane fino alla macellazione.
Non si osservarono differenze di peso, incremento o ritardo di accrescimento al peso di macellazione (105 kg) tra le due strategie (figura 1). Si osservò però che i suini senza medicazione (Ø) hanno consumato più mangimi rispetto ai medicati (M) e di conseguenza hanno avuto un peggioramento dell'indice di conversione in fase di svezzamento (tabella 1).
Figura 1. Evoluzione del Peso Vivo dallo svezzamento (giorno 0) fino alla macellazione (giorno 151).
Tabella 1. Performance (PV: peso vivo, IMG: incremento medio giornaliero, CMG: consumo medio giornaliero ed IC: indice di conversione) durante lo svezzamento (0 a 35gg post-svezzamento).
Strategia | Deviazione Standard | Valore di P | ||
Senza medicazione (Ø) | Con medicazione (M) | |||
PV0, kg | 7,1 | 7,2 | 0,16 | 0,753 |
PV14, kg | 9,4 | 9,0 | 0,22 | 0,161 |
PV35, kg | 18,6 | 18,5 | 0,49 | 0,818 |
IMG 0-35 g/d | 318,9 | 322,4 | 11,03 | 0,800 |
CMG 0-35 g/d | 535,1 | 447,0 | 14,04 | <,0001 |
IC 0-35 | 1,690 | 1,379 | 0,03 | <,0001 |
Dove si sono osservate maggiori differenze, furono sulla mortalità e principalmente nella fase pre-starter, dove si è osservata una differenza di 7 punti percentuali tra non medicati e medicati, rispettivamente (12% vs 5%,) Per sapere quali categorie di suini furono più colpite, abbiamo diviso la mortalità al giorno 14 in percentili del peso vivo iniziale (svezzamento). Nella figura 2, possiamo osservare che la maggioranza degli animali che morivano erano i piccoli e con maggior proporzione degli animali con dieta non medicata. A partire dai 14 giorni non si trovarono differenze di mortalità.
Figura 2.Mortalità al giorno 14 dopo lo svezzamento distribuita in percentili, il numero tra parentesi è la media del peso vivo inizialel (kg).
Possiamo concludere che i suini con maggior rischio sono quelli di basso peso (e sicuramente anche più giovani), anche se viene offerta loro una dieta con bassi livelli proteici, con basso effetto tamponante e con ingredienti altamente digeribili ed appetibili e che non fu sufficiente per prevenire la diarrea post-svezzamento: probabilmente questi suinetti non mangiano a sufficienza per soddisfare i propri fabbisogni. Per cui, possiamo anticipare che togliere completamente gli antibiotici, fa aumentare la mortalità e gli indici zootecnici peggiorano, dato che dovremmo migliorare la professionalità della gestione (per esempio, tenere e trattare separatamente i suini più piccoli) e continuare a cercare nuove strategie per raggiungere i livelli produttivi attuali...