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Trasporto con l'aria a lunga distanza del PRRSv e del Mycoplasma hyopneumoniae

Circondare gli allevamenti con recinzioni di siepi alte riduce il rischio di trasmissione aerogena.

13 Marzo 2015
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Articolo

Long-distance airborne transport of infectious PRRSV and Mycoplasma hyopneumoniae from a swine population infected with multiple 
viral variants. Otake S, Dee S,Corzo C, Oliveira S, Deen J. Veterinary Microbiology 145 (2010) 198–208

 

Riassunto dell'articolo

Cosa si studia?

Questo studio è stato impostato per simulare le condizioni di campo in una infezione mista di varianti eterologhe di PRRSv con Mycoplasma hyopneumoniae.

L'obiettivo era valutare il trasporto aereo a lunga distanza di questi agenti infettanti in un raggio di 4,7 km e valutare la loro vitalità in campioni di aria raccolti a lunga distanza.

 

Come si studia?

Fu utilizzato un allevamento ventilato meccanicamente con 252 suini all'ingrasso ai quali fu inoculato sperimentalmente M hyo e PRRSv, che servì come fonte di bioaerosol di PRRSv e M hyo durante 21gg post-inoculazione.

Per determinare la trasmissione aerogena del PRRSv e M hyo, si selezionò un'area di 166 km2 con 31 punti di raccolta di campioni attorno all'allevamento sperimentale. Non c'erano altri allevamenti di suini nel raggio di 16 km nè altre fonti di contaminazione, come potrebbero essere la fertirrigazione di campi con liquami o il trasporto di suini durante il periodo di prelievo dei campioni.

I campioni di aria venivano raccolti giornalmente nei vari punti, dipendendo dalla direzione del vento. Inoltre, si prendeva un campione unico durante 30 min dalla popolazione originaria con lo stesso collettore ciclonico situandolo ad 1 m da uno degli estrattori dell'allevamento.

Furono realizzate analisi con PCR di ogni campione e quando il risultato era positivo a PRRSv o M hyo, si effettuava un biotest per confermare la loro infettività. Per questo, nei casi di PRRSv si utilizzava una iniezione intramuscolare e in quelli di M hyo, una iniezione intratracheale.

 

Quali sono stati i risultati?

Durante i 21 gg del periodo di studio si prelevarono 114 campioni di aria a lunga distanza e 21 da uno degli estrattori d'aria dell'allevamento (135 campioni totali). I campioni a corta distanza erano tutti positivi al PRRSv (21 su 21, 100%), mentre 8 (38%) erano positivi a M hyo.

Dei 114 campioni raccolti a lunga distanza 5 (4,4%) erano positivi al PRRSv con PCR. I campioni positivi si prelevarono a 2,3, 4,6, 6,6 e 9,1 km dall'allevamento d'origine. L'analisi filogenetica indicò un livello di omologia alto (>99,2%) con il ceppo originario.

Da un altro lato, 6 (5,3%) erano positivi al M hyo con PCR. Questi campioni erano stati prelevati a 3,5, 4,6, 5,2, 6,8, 9,1 e 9,2 km ed avevano un livello di omologia alto (99,9%) con il M.hyo originario.

Il biotest confermò che i campioni recuperati di PRRSv e di M hyo erano vitali.

 

Che conclusioni si possono trarre da questo lavoro ?

Questi risultati dimostrano che il trasporto a lunga distanza del PRRSv e del M hyo può raggiungere i 9,2km.

Ci fu una grande differenza di concentrazione del PRRSv infettante recuperato dalle popolazioni di origine  (approssimatamente 4 logs) e la quantità riscontrata nei campioni a lunga distanza (circa 1-2 logs).

I risultati sarebbero stati differenti in zone con una topografia differente, per esempio, boschi densi o colline.

 

Enric MarcoLa visione dal campo di Enric Marco

E' da molti hanni che sappiamo che il M hyo può viaggiare nell'aria per lunghe distanze. Si diceva che viaggiava fino a 3 km quando le condizioni erano idonee: tempo freddo, velocità del vento, alta umidità e terreni pianeggianti. Questa informazione si conosceva in base a studi epidemiologici e si conferma in questo studio presentando evidenze che la trasmissione può raggiungere distanze superiori fino ad oltre 9 km. Nel caso della PRRS le cose non sempre sono state chiare, difatti lo stesso Scott Dee (uno degli autori del lavoro) per molto tempo difese la difficoltà che presentava il virus nel trasmettersi per via aerogena, tuttavia oggi è accettato che il virus della PRRS si trasmetta con l'aria (alcuni ceppi più di altri), però nessuno pensava si trasmettesse così lontano (9,1km) e che il virus fosse ancora infettante. Nell'articolo si discute se l'infezione mista che si stabilisce nella popolazione infettante possa avere un effetto aggravante dell'infezione e pertanto facilitare la trasmissione aerogena, ma in ogni caso è evidente che la trasmissione per via aerogena di entrambi i patogeni è una possibilità reale da valutare quando vogliamo proteggere un allevamento da una infezione.

Tenendo in considerazione i risultati di questo lavoro, è chiaro che nel caso di allevamenti di nuova creazione la scelta della localizzazione deve essere uno dei punti critici nel momento in cui si vuol mantenere l'allevamento indenne da malattie per un lungo periodo di tempo. Evidentemente l'allevamento dovrebbe essere a distanza da altri allevamenti. Nel caso di localizzazioni su terreni pianeggianti (come è il caso dell'articolo), la distanza da allevamenti vicini dovrebbe essere oltre i 10 km. Qualora si possano scegliere i terreni, sarebbe preferibile optare per terreni con orografia variabile e poter avere la presenza di alberi che limitano la trasmissione di entrambi i patogeni. Nell'articolo vengono presentate le concentrazioni alle quali si trova il virus nei diversi campioni e si osserva una riduzione della loro concentrazione quando la distanza aumenta. Maggiore il numero di ostacoli che trova il virus lungo la traiettoria minore sarà la distanza alla quale si può trasmettere. In paesi come il Brasile la protezione degli allevamenti di recente costruzione si fa circondandoli da una cintura di almeno 100 m di alberi (eucalipti) proprio con questa finalità.

Granja porcina

Però, cosa possiamo fare per quei allevamenti che non hanno una posizione ideale?. Le misure che sono state adottate negli USA è l'installazione di filtri che evitino l'introduzione di patogeni in allevamento. I filtri implicano investimenti ingenti e si possono installare solo in allevamenti con ventilazione forzata e non sono una garanzia totale. I filtri riducono la probabilità dell'infezione, però non la portano a zero. Altra misura che, in base ai risultati che stiamo commentando, permetterebbe di ridurre il rischio di trasmissione aerogena è circondare gli allevamenti con siepi di alberi alti. Questa misure è comune in alcune zone dell'Europa, mentre non le si vedono in altre. Se tutti gli allevamenti di una zona avessero una siepe perimetrale che li circonda (evidentemente di una certa altezza) non solo si renderebbe difficile l'uscita dei patogeni dagli allevamenti infetti, ma si ridurrebbe anche il rischio dell'introduzione di patogeni. La combinazione di entrambi gli effetti porterebbe ad una riduzione reale della frequenza di focolai. Questo tipo di misure dovrebbe essere contemplato in quelle zone che hanno iniziato piani regionali di controllo ed avrebbero un impatto reale con investimenti modesti. In quei casi in cui non sia possibile mettere una siepe perimetrale, potrebbe essere utile collocare una recinzione perimetrale che rompa il flusso laminare dell'aria.  

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