Il settore zootecnico ha adottato nel tempo varie tecnologie molecolari che sono state sviluppate in campo umano ed i test di paternità sono sempre più utilizzati in suinicoltura. Finora, la tecnica più utilizzata si basa sui marcatori molecolari dei microsatelliti, e la tecnia più comune per l'individuazione del polimorfismo dei microsatelliti è l'analisi dei frammenti. Questi marcatori sono ripetizioni di 2 a 6 coppie di basi, ma anche se non trascrivono nessuna proteina, variano il numero delle ripetizioni tra gli individui ed hanno in entrambi i lati le sequenze costanti in tutti gli individui di una specie. Queste sequenze di accompagnamento si utilizzano per disegnare i primers di una PCR e di conseguenza, attraverso un sequenziatore, si "contano" i numeri di ripetizioni che un soggetto ha per ogni microsatellite in studio. Ogni animale riceve un numero di ripetizioni della madre e un'altro numero del padre. Combinando un determinato numero di microsatelliti si ottiene un profilo che permetterà di differenziare gli animali ed assegnar loro una paternità o maternità tramite la comparazione con altri animali.
Ma infine, a cosa serve questo test? Uno dei principali motivi è assicurare una buona fertilità: l'inseminazione artificiale spesso usa dosi polispermatiche (mescolando il seme di vari verri). Per cui è praticamente impossibile conoscere la paternità di ogni suinetto e se un verro in particolare sta apportando una alterazione (sia morfologica che patologica) nella progenie. Questo fattore si è amplificato a partire dallo sviluppo di tecniche che riducono il numero di verri presenti nei centri di produzione di materiale seminale. Pertanto, ogni verro è usato per molte più scrofe edi conseguenza produce un numero superiore di suinetti. Per fortuna, il DNA di ogni soggetto è unico e questo ci permette di determinare, attraverso tecniche molecolari, quale verro è il padre di ogni suinetto.
Alcuni utilizzi del test sono:
- Assicurare la genealogia: questo viene fatto sopratutto in allevamenti di selezione genetica, per essere sicuri nella valutazione del merito genetico. Molte case genetiche hanno testato tutti i loro soggetti, in modo che sia impossibile sbagliare il pedigree o albero genealogico.
- Determinazione di certi verri come responsabili di alterazioni nella progenie: sono stati testati molti verri sospetti come possibili trasmissori di predisposizione alle ernie inguinali. E di fatto questo è il motivo principale del test negli ultimi 3 anni, dato che in alcuni allevamenti la riduzione del numero di verri ha provocato un aumento fino al 7-10% di ernie nei suinetti, con perdite economiche importanti.
- Determinazione dell'influenza dei verri in certe patologie: in questo senso abbiamo testato verri sospetti di trasmettere predisposizione ad alcune patologie dello svezzamento, incluso la PFTS (Sindrome del Mancato Sviluppo nel Perisvezzamento), e si è visto che alcuni verri producono una gran quantità di suinetti che si ammalano. La prevalenza della malattia in questo esempio è diminuita notevolmente dopo l'eliminazione dei verri imputati. Esistono oggi grandi progetti internazionali che cercano di determinare la sensibilità individuale verso malattie importanti come la PRRS.
- Alterazioni del mantello: in qualche occasione abbiamo testato la progenie di verri Large White che presentavano macchie similari al Pietrain o iberici che producevano suini di colore grigio. In nessuno dei casi le alterazioni determinavano variazioni produttive, ma un cliente che acquista un Large White puro e o usa a coprire scrofe Large White pure, non si aspettano suinetti macchiati e quindi con meno valore commerciale.
E' necessario chiarire che molte delle alterazioni che si osservano in allevamento, sono poligeniche e le madri hanno un'influenza importante, però è più facile ed economico testare i verri piuttosto che tutte le scrofe. Per cui, quando si dimostra che un verro ha molta influenza su una certa popolazione è consigliabile non utilizzarlo sulle scrofe della stessa popolazione: è possibile che lo stesso verro usato su un'altra popolazione di scrofe non produca nessun tipo di difetto.
Inoltre, bisogna dire che i marcatori molecolari progrediscono ad una velocità vertiginosa e siamo quasi ad un punto di poter utilizzarli in modo routinario rispetto al test con i microsatelliti: unico ostacolo per il momento sono i costi.